venerdì 29 luglio 2011

VENDITA DEI GIORNALI: COSA CAMBIA!


C.4474 Modifica all'articolo 2 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170, in materia di punti di vendita della stampa quotidiana e periodica
Nel dicembre 2009 il Governo ha presentato uno schema di decreto legislativo attuativo della direttiva 2006/123/CErelativa ai servizi nel mercato interno (cosiddetta «direttiva Bolkestein») nel quale era previsto l'articolo 71 che liberalizzava la vendita di quotidiani e di giornali, consentendo l'apertura tramite una semplice comunicazione e derogando alle norme sulle distanze e la popolazione servita, contenute nel decreto legislativo n. 170 del 2001.
Nel testo si introduceva anche una deroga al principio di parità di trattamento tra le testate, che devono rispettare sia i rivenditori sia i distributori di giornali, prevedendo che i nuovi punti vendita potessero esporre anche solo i giornali la cui vendita era connessa a quella di altri prodotti, editoriali o meno. In sede di esame dello schema sia la Commissione parlamentare preposta (XIV) Politiche dell'Unione europea, sia soprattutto la Commissione cultura (VII) si esprimevano contro questa liberalizzazione, con dichiarazioni univoche da parte di tutti i gruppi politici. Le motivazioni, peraltro condivisibili, vertevano sulle seguenti considerazioni:
1) il sistema delle edicole in Italia è uno dei capisaldi a tutela del pluralismo dell'informazione, valore costituzionalmente tutelato, in quanto tutte le testate, dalle più grandi alle più piccole, devono essere ugualmente messe a disposizione dell'utenza;
2) l'edicola è il terminale di un sistema complesso che parte dalle case editrici, passa poi attraverso le varie catene che provvedono alla distribuzione e finisce poi per arrivare alle 38.000 edicole, sparse sull'intero territorio, e ai 4.000 punti di vendita non esclusivi;
3) l'autorizzazione comunale ha consentito l'equa distribuzione sul territorio di tutti i prodotti editoriali; se essa è un privilegio, questo è compensato dall'obbligo di parità di trattamento;
4) tale obbligo si riflette positivamente anche sulla catena di distribuzione che ugualmente deve diffondere tutti i prodotti.
 Nel testo poi approvato del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 il citato articolo 71 è stato espunto, lasciando le cose come stavano. Attualmente, il decreto legislativo n. 170 del 2001 stabilisce che chiunque intenda aprire una rivendita di quotidiani e periodici debba chiedere al comune un'autorizzazione, che è concessa sulla base di alcuni requisiti: densità della popolazione, caratteristiche urbanistiche e sociali delle zone, entità delle vendite di quotidiani e periodici negli ultimi due anni, condizioni di accesso ed esistenza di altri punti vendita. Il tutto nel rispetto dei piani di localizzazione dei punti vendita esclusivi adottati dai comuni stessi. Peraltro sono stati autorizzati, inizialmente in via sperimentale, diversi punti vendita non esclusivi, in particolare all'interno dei supermercati. Partendo da questo presupposto la grande distribuzione organizzata sta spingendo per una completa liberalizzazione, con la quale però viene messa in forse anche l'imparziale distribuzione.
Negli stessi anni, tuttavia, le regioni (la Sardegna per prima, poi la Lombardia e le altre) hanno deliberato sul punto, sostanzialmente ampliando la possibilità di apertura dei punti vendita non esclusivi e semplificando le procedure per l'avvio di questa nuova attività. Di conseguenza i comuni hanno proceduto ad approvare delibere in tal senso, mettendo quindi a rischio sia il requisito della territorialità sia, di conseguenza, quello dell'imparziale distribuzione.
La presente proposta di legge tenta di risolvere il problema prevedendo che sia l'edicolante stesso, all'interno della zona di competenza, a concedere a esercizi diversi la vendita dei giornali; l'imparzialità resta così garantita da un soggetto autorizzato, ma i diversi esercizi, sulla base di un rapporto convenzionale con l'edicolante, potranno vendere le testate affini all'attività da essi posta in essere.
Art. 1.
 1. Dopo il comma 2 dell'articolo 2 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170, è inserito il seguente: «2-bis. Il titolare di autorizzazione per un punto vendita esclusivo può, nell'ambito dell'area di localizzazione, consentire alla vendita tramite pubblici esercizi o esercizi commerciali o soggetti terzi da lui incaricati. A tal fine le parti sottoscrivono un'apposita convenzione che è comunicata al comune. Decorsi trenta giorni dalla comunicazione senza osservazioni da parte del comune, l'assenso si intende espresso».

PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
MARINELLO, MAZZUCA, MAZZONI, VERSACE, GIOACCHINO ALFANO, BONCIANI, CAZZOLA, CERONI, GAROFALO, HOLZMANN, MARSILIO, MINARDO, MOLES, PALMIERI, PIZZOLANTE, LUCIANO ROSSI, SPECIALE, TORTOLI
Presentata il 30 giugno 2011

INTERROGAZIONE A TUTELA DEGLI OLIVICOLTORI

Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che: secondo quanto pubblicato dal sito internet «fommdiagraria.org» gli olivicoltori, in particolare quelli siciliani, denuncerebbero una disparità di trattamento da parte dell'Unione europea, a seguito dei mancati contributi ricevuti per l'anno 2005;
nel medesimo anno, riporta l'articolo del suesposto forum, l'Unione europea ha infatti introdotto le cosiddette quote olivicole, assegnandone successivamente un valore di riferimento, attraverso una serie di complicati parametri e di calcoli matematici farraginosi;
il suddetto funzionamento ha provocato lo slittamento della domanda di aiuto definita, domanda unica, prevista per gli olivicoltori, dal 2005 al 2006, consentendo ad alcuni di essi, attraverso la compilazione del modello F allegato alla stessa domanda, di manipolare la richiesta dei contributi finanziari previsti, elevando oltremisura il suesposto valore del calcolo necessario per l'ottenimento dei contributi previsti;
il «raggiro» mascherato secondo quanto descrive l'articolo, consisterebbe nel fatto che nonostante l'Unione europea, abbia effettivamente erogato i contributi finanziari previsti per la domanda unica del 2006, non ha adempiuto altrettanto, per quella riferita all'anno 2005, ad esclusione di quelli olivicoltori operanti nel comparto dei seminativi, che invece, hanno effettuato la domanda unica nel 2005 ricevendo al contrario le quote contributive richieste;
tale discriminazione, secondo il forum, risulterebbe ancora più evidente se si considera, che nell'anno interessato ovvero il 2005, alcuni olivicoltori hanno percepito oltre ai contributi per i seminativi, anche quelli per l'olio, mentre altri della stessa categoria, nonostante le domande presentate per il medesimo anno, non hanno avuto alcun riscontro, come emergerebbe tra l'altro, dal sito internet sian.it alla voce «pagamenti», in cui non evince alcun contributo previsto per le domande dell'anno 2005, ma soltanto per quelle del 2004 e del 2006 -: se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e, in caso affermativo, quali iniziative, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano intraprendere al fine di tutelare gli olivicoltori in particolare quelli siciliani colpiti da una crisi strutturale, la cui filiera contribuisce in maniera rilevante allo sviluppo dell'economia agricola nazionale.

martedì 26 luglio 2011

INTERROGAZIONE A DIFESA DEI LAVORATORI

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.  - Per sapere - premesso che: 

Il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, ha apportato importanti modifiche in materia di ricongiunzione dei contributi;

in particolare, è stata disposta l'abrogazione di alcune disposizioni normative, tra cui la legge 2 aprile del 1958 n. 322 (costituzione della posizione assicurativa all'INPS), l'articolo 40 della legge 22 novembre del 1962, n. 1646, l'articolo 124 del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre del 1973, n. 1092 (dipendenti civili, statali, militari in servizio permanente e continuativo) e l'articolo 40, comma 3, della legge 24 dicembre 1986, n. 958;  in particolare, il comma 12-septies dell'articolo 12 del decreto-legge n. 78 del 2010 ha previsto, a decorrere dal 1o luglio 2010, l'onerosità per le lavoratrici e i lavoratori della ricongiunzione della contribuzione versata a fondi diversi dall'INPS;
nel caso specifico di lavoratori con rapporto di lavoro a tempo determinato, per periodi superiori ad un anno, presso la pubblica amministrazione, la disciplina di riferimento è quella dettata dalla legge n. 1077 del 1966 che prevede l'iscrizione all'INPDAP e all'articolo 1, comma 3, prevede l'applicazione della legge n. 322 del 1958, abrogata proprio dal decreto-legge n. 78 del 2010;

la normativa dettata dall'articolo 12, comma 12-septies, non può trovare applicazione retroattiva su di un diritto acquisito in virtù di un contratto stipulato con la pubblica amministrazione ai sensi della legge n. 242 del 2000 conclusosi, nel caso di riferimento, nel dicembre 2008 e dunque soggetto soltanto alla normativa vigente in quel periodo;
le nuove disposizioni penalizzano gravemente alcune categorie di lavoratori che, al fine di accedere al trattamento, non potendosi avvalere della ricongiunzione gratuita, potrebbero essere costretti a non vedere riconosciuti determinati periodi contributivi o a dover pagare cifre considerevoli per avere il diritto alla pensione INPS;
con questo provvedimento i lavoratori interessati si sono trovati, con effetto retroattivo, senza le certezze e i diritti che solo qualche giorno prima erano in vigore -:
se il Ministro interrogato non ritenga, in considerazione della disparità di trattamento venutasi a creare con le norme introdotte con il decreto-legge n. 78 del 2010, di promuovere gli opportuni provvedimenti correttivi che consentano di ripristinare le condizioni precedenti, anche al fine di evitare situazioni di discriminazione per i lavoratori e le lavoratrici penalizzati da tale normativa. (4-12391)  

venerdì 22 luglio 2011

A PROPOSITO DELL'ARRESTO DI ALFONSO PAPA

ARRESTO PAPA/ Sansonetti: è la fine della politica
Nonostante i sospetti della vigilia, il voto segreto non è servito a nascondere “scambi di prigionieri”. La Camera infatti ha approvato la richiesta della Giunta di concedere l'autorizzazione all’arresto del deputato Pdl, Alfonso Papa, mentre nell’altro ramo del Parlamento il senatore Pd, Alberto Tedesco, ha evitato gli arresti domiciliari. «In ogni caso ha perso la politica – dice Piero Sansonetti a IlSussidiario.net –. Ha dimostrato infatti di essere prigioniera di una magistratura che ieri ha dato al Paese una straordinaria prova di forza e di dominio del Parlamento».

A favore dell’arresto questa volta però si sono schierati in molti: l’Idv, il Pd, la Lega e anche l’Udc.

Da Di Pietro era impossibile aspettarsi qualcosa di diverso. Colpisce invece negativamente l’atteggiamento di Lega e Pd che hanno dimostrato di non avere alcuna autonomia politica. L’Udc poi sembra aver dimenticato il suo storico garantismo. Il fatto è che i garantisti forse non sono in minoranza, ma spesso peccano in vigliaccheria. Stiamo parlando in pratica di partiti senza indipendenza, terrorizzati dagli effetti che la vicenda poteva avere sull’opinione pubblica. Altri motivi per una decisione di questo tipo, infatti, non ce n’erano.

Si riferisce ai casi particolari o ne fa una questione di principio?

Per prima cosa la richiesta di arresto era insensata in entrambi i casi perché mancavano i presupposti fondamentali: il rischio della fuga, dell’inquinamento delle prove e della reiterazione del reato. A prescindere dal fatto che fossero parlamentari o manovali era necessario ribadire innanzitutto il diritto dei cittadini di non essere arrestati fino alla condanna definitiva. Purtroppo però da noi la carcerazione preventiva è una pratica diffusa e spesso sintomo di accanimento giudiziario. Dopodiché,  come dicevo prima, c’era il nodo politico, ma hanno lasciato che la magistratura affermasse il suo “diritto” di arrestare chi vuole, senza motivazioni, anche all’interno del Parlamento.

Ma che giudizio si era fatto di queste due vicende?
Sinceramente riguardo a Papa è difficile capire quali siano le accuse. Faceva parte di un’associazione chiamata P4? Chi l’ha fondata? Che scopi aveva? Non si capisce. Pare però che abbia permesso fughe di notizie dagli uffici giudiziari. A questo punto mi aspetto che domani venga arrestata l’intera Procura di Milano e tutti i direttori dei giornali, tranne me ovviamente.
Il caso di Tedesco invece è più complesso, ma almeno si conoscono i capi di imputazione. Ad ogni modo, lo ripeto, non c’erano giustificazioni per l’arresto preventivo.

Prima ha parlato di partiti terrorizzati e senza autonomia. E’ colpa di questa nuova ondata di anti-politica che si sta alzando? Qualcuno inizia a temere una nuova Tangentopoli.

L’anti-politica c’entra fino a un certo punto perché doveva essere per prima cosa una battaglia di civiltà e non di autodifesa. Tangentopoli, a mio avviso, fu una stagione molto diversa. Se si pedinano e si arrestano i parlamentari infatti si torna un po’ più indietro: all’arresto di Gramsci o di Pertini e quindi al Fascismo.
Ad ogni modo, in questo moto di odio verso la “Casta”, cavalcata dai giornali e dai poteri economici, vedo due aspetti contraddittori.

Quali?

Da uomo di sinistra mi sembra sana e positiva una certa spinta verso l’egualitarismo. La cosa curiosa è che però si rivolge soltanto verso un piccolissimo pezzo della classe agiata e dirigente del Paese: i politici.
Ed è quando leggo articoli contro la Casta firmati da giornalisti che guadagnano più dei politici, avendo più o meno i loro stessi privilegi, che le cose non mi tornano più.
A questo punto perciò la vera domanda è: la politica saprà rispondere a questo attacco riformando davvero la società? Temo di no, ma spero di sì.

Tornando all’attualità politica, la giornata di ieri rischia di acuire ancor di più i dissidi tra Lega e Pdl e di creare un precedente pesante per il caso Milanese?
Per quanto riguarda il governo non penso che sia più il caso di chiedersi se si andrà a elezioni anticipate, ma piuttosto quando questo avverrà. E sono convinto che converrebbe a tutti iniziare a ragionare su una nuova elegge elettorale perché quella attuale produce maggioranze che non durano. Capitò a Prodi, con i suoi 25.000 voti di vantaggio, e a  questa maggioranza che avrebbe dovuto essere larghissima.

E il centrosinistra, nonostante quelli che lei giudica errori, si sta compattando?

Secondo me dovrebbe essere proprio l’opposizione a proporre un tavolo istituzionale che ci porti serenamente al voto. L’importante è che non ponga come condizione il passo indietro del Cavaliere. Se facesse così, a mio avviso, avrebbe già vinto. Deve solo levarsi dalla testa l’idea che può farlo soltanto se riesce a “uccidere” Berlusconi...

(Carlo Melato)
Condivido gran parte delle argomentazioni di Sansonetti. Il voto sulla vicenda Papa non doveva assumere così come ha detto qualcuno “significato etico” ne tantomeno così com’è stato, un “significato politico”. Ho votato contro l’arresto  perché convinto non esistesse alcuna ragione per applicare l’istituto della carcerazione preventiva ed in più fondati erano i dubbi che le indagini su Papa fossero state fortemente influenzate da fumus persecutionis.
 E’ andata com’è andata, ne prendiamo atto, solo nel tempo saremo in grado di valutare se questo voto abbia contribuito in maniera determinante a vulnare l’istituto parlamentare.
 Resta forte l’indignazione comunque per quanto accaduto in aula e riportato da parecchi mezzi di informazione in merito al voto controllato cui sono stati obbligati moltissimi parlamentari dell’opposizione, specie del Pd vanificando il significato del voto segreto e quindi della libertà di coscienza. Rispetto addirittura all’utilizzo dei video telefonini che con l’auto scatto hanno certificato la “fedeltà” all’indicazione perentoria, alle palline di carta pre-inserite a bloccare il meccanismo di voto sul SI, e ad altri mezzucci, mi chiedo d’ora in poi, a proposito di casta, come potrà essere contestato il reato di controllo del voto alle elezioni amministrative e politiche che si svolgeranno da questo momento in poi nel nostro Paese.

venerdì 15 luglio 2011

MAFIA: NON ABBASSARE LA GUARDIA!

(AGENPARL) - Roma, 14 lug - "Esprimo la mia piena soddisfazione per le brillanti operazione di Polizia condotte oggi dalle forze dell'Ordine di Agrigento e di Palermo coordinate dalla DIA di Palermo e dal servizio centrale operativo di Roma che hanno permesso da un lato di sgominare la famiglia mafiosa di Favara e fare luce sui fiancheggiatori che aiutarono durante la sua latitanza il boss di Agrigento Giuseppe Falsone, e dall'altro, grazie all'attrettanto importante operazione condotta dalla Dia di Palermo che ha permesso il sequestro di beni per oltre trenta milioni di euro ad un imprenditore del trapanese". Questo il commento del deputato del Pdl e componente della commissione nazionale antimafia On. Giuseppe Marinello.
"Sono due operazioni importanti che, oltre agli arresti di esponenti di spicco di Cosa nostra, hanno portato anche al sequestro di beni immobili per oltre trenta milioni di euro. Le due operazioni antimafia di oggi, che hanno portato all'arresto di 10 persone nella provincia di Agrigento dimostra ancora una volta che non bisogna mai abbassare l'attenzione sul fenomeno mafioso e continuare a lottare. Alle forze dell'ordine e ai magistrati il mio personale ringraziamento per il lavoro svolto".

MANOVRA: SIAMO STATI NOI A SPINGERE PER TOGLIERE NORMA LIBERALIZZAZIONI - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica

MANOVRA: MARINELLO (PDL), SIAMO STATI NOI A SPINGERE PER TOGLIERE NORMA LIBERALIZZAZIONI - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica


GRR - News - MANOVRA FINANZIARIA

GRR - News - Manovra: venerdì via libera definitivo 

ROMA -
Si lavora alle modifiche alla manovra, duecento gli emendamenti presentati in commissione Bilancio al Senato, ma solo quelli concordati tra Governo, maggioranza e opposizione resteranno in piedi. Le novità: la reintroduzione dei ticket sanitari partirebbe da subito, non dal 2012.
Tensione nella maggioranza sulla liberalizzazione di alcuni ordini professionali, come notai e avvocati.
''In un momento di grave difficoltà economica per l'Italia occorre impedire che per faciloneria, o peggio ancora per mascherati interessi, si possano danneggiare istituzioni o categorie che hanno rappresentato e rappresentano la spina dorsale portante del Paese. In particolare, approfittare dell'urgenza e dell'emergenza per destabilizzare ordini professionali, intere categorie e le libere professioni sarebbe un errore madornale che recherebbe danni anche ai cittadini. Questo assunto vale sia per le professioni giuridico economiche che per quelle sanitarie. Nel particolare delle professioni sanitarie si corre addirittura il rischio di incidere nel delicato sistema dei livelli essenziali di assistenza''.
Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati Marinello, Gioacchino Alfano, Franzoso, Toccafondi, Traversa, Torrisi, Fontana, Garofalo, Germanà e Pagano.
''L'interesse dei cittadini - prosegue la nota - non sempre coincide coi grandi gruppi d'interesse e non siamo convinti che tutto quanto vada bene per Confindustria vada bene per il Paese. La verità è che occorre urgentemente il riordino di tutte le professioni garantendo elevati livelli di qualità delle prestazioni professionali e un'ampia fruizione da parte degli utenti. Per far questo diverse le strade percorribili, non certo quella dei blitz e quindi dei salti nel buio''.
La stretta sulle pensioni rimane solo per i trattamenti più alti, confermata la tassa di scopo sulla benzina e i severi tagli alla spesa degli enti locali. "Le Regioni condividono la necessità di una manovra correttiva che consenta l'equilibrio dei conti pubblici ed il conseguente pareggio di Bilancio nel 2014, da approvarsi in tempi ristrettissimi per rispondere in termini autorevoli alla speculazione finanziaria". È quanto si legge nelle valutazioni consegnate dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ai ministri Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e Raffaele Fitto, nel corso di un incontro sulla manovra. Per le Regioni il testo approvato dal Consiglio dei Ministri "ancora una volta pone

mercoledì 13 luglio 2011

GIOVANI DEL PDL A SORRENTO

Sei giovani saccensi hanno partecipato, a Sorrento, ad una tre giorni di formazione politica promossa dalla fondazione “Costruiamo il futuro”, con presidente l’on. Maurizio Lupi
 Tre giorni dedicata interamente ai giovani appassionati alla politica e agli amministratori locali; l’occasione non è stata persa da una rappresentanza del movimento giovanile della città di Sciacca. E’ stato un week-end dove nei vari “workshop” con lezioni aperte, si sono affrontati alcuni dei temi più importanti: dallo sviluppo economico, al federalismo; dalla scuola, all’educazione e anche un seminario di conversazione politica. 
Ai vari laboratori, nell’aula magna, hanno partecipato sua eminenza cardinale Fisichella, il deputato Mario Mauro, alcuni imprenditori e il segretario del popolo della liberta, l’onorevole ministro Angelino Alfano.
I saccensi erano Giovanni Lo Giudice, Francesco Palazzotto, Alessandro Indelicato, Manuela Fiorica, Maria Vittoria Natoli, Eleonora Giordano.

giovedì 7 luglio 2011

GLI AUGURI AL SEGRETARIO DEL PDL ANGELINO ALFANO

Angelino Alfano è stato nominato per acclamazione segretario del partito al Consiglio nazionale del PdL. Inzia la fase due del partito. Prossime tappe il rimpasto nel governo con la sostituzione del Guardasigilli ed il nodo della giustizia con il dl intercettazioni  messo in calendario per questo mese. Berlusconi: "E' la persona giusta, mai menzognero". Ed ha ragione!
ALFANO: BERLUSCONI RIVINCERA' NEL 2013 - ''Non è un atto di debolezza confessare in pubblico l'emozione, ed io sono molto molto, molto emozionato". Queste le prime parole del neosegretario del Pdl Angelino Alfano.
"Tra i nostri valori c'é la vita. Siamo laici e cattolici ma tutti noi crediamo che qualcuno possa dare e togliere la vita, ma quel qualcuno non è il Parlamento".  Non abbiamo bisogni di lasciti ed eredità. Costruiremo tutti insieme un grande partito, la prospettiva è quella del Ppe". 
"La nostra è una sfida importante: riportare a votarci il popolo dei moderati italiani, che non se ne è andato a sinistra, è lì in attesa che noi diamo loro nuove buone ragioni per votarci. Due anni sono tanti, ma dovremo chiedere quel voto con orgoglio vincendo i pregiudizi, consapevoli delle nostre ragioni e dei loro torti, nel solco del Ppe. Se lo faremo rivinceremo le elezioni".

"Il nostro è un progetto serio di grande area che aggreghi moderati italiani alternativi alla sinistra e propongo una grande costituente popolare con chi è disponibile a camminare su questa strada e per questo progetto". 
 "Ora verranno fatte subito interviste ad esponenti del centro politico per chiedere qual è la loro risposta, ma noi non attendiamo risposte nel pomeriggio, questo é un processo politico importante e non un telequiz, non abbiamo bisogno di una decina di voti, abbiamo già avuto tante fiducie". 
Un augurio di buon lavoro al segretario ed amico Angelino Alfano.

LA FERRANTI E' BRAVA A DIRE COSE SENZA SENSO

Dal Pdl arriva la replica all'opposizione che ha lamentato le assenze nelle file della maggioranza all'audizione del 'superprocuratore' Grasso sul codice antimafia. "Ormai non ci stupiscono più le dichiarazioni della collega Ferranti, che con il classico atteggiamento di derivazione leninista tenta di costruire una sua verità. Comunque non dobbiamo rendere conto a lei delle assenze e delle presenze in nessuna commissione, Antimafia compresa. Nello specifico, oggi per il Pdl era presente l'onorevole Contento, capacissimo di interloquire con il procuratore Grasso e con i rappresentanti dell'opposizione", risponde Giuseppe Marinello, componente della commissione Antimafia.
"Per quanto riguarda il codice antimafia - prosegue Marinello - proprio le osservazioni di Grasso e l'ovvia ostilità della Ferranti ci convincono essere nel giusto, soprattutto in considerazione del fatto che il governo non si è esercitato in proclami e annunci ma in leggi che hanno prodotto effetti strepitosi. Pertanto - conclude Marinello - consigliamo alla collega, per dimostrare ai suoi referenti il suo attivismo, di elaborare pensieri e dichiarazioni più pertinenti".

venerdì 1 luglio 2011

POSSIBILITA' DI CHIEDERE FINO ALL'80% DEL TFR

Ordine del Giorno 9/4357-A/95 presentato da
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO
considerato che:
i lavoratori privati e, in determinati casi, sia i dipendenti di Comuni, Province e Regioni, sia i dipendenti dei Ministeri assunti dall'anno 2000 possono, dopo 8 anni di servizio, richiedere fino all'80 per cento del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato;
tale diritto non spetta agli altri dipendenti pubblici nonostante che sin dalle riforme del lavoro pubblico dei primi anni '90 il loro rapporto è equiparato al rapporto di lavoro di tipo privatistico;
il TFR, che è una forma di salario differito, viene mantenuto presso le Amministrazioni sino alla cessazione del rapporto di lavoro;
rappresentanti del Governo ed autorevoli economisti hanno più volte sottolineato la necessità di incrementare i consumi delle famiglie per contrastare l'attuale fase negativa del ciclo economico;
la possibilità per i circa 3.000.000 di dipendenti pubblici di poter utilizzare parte del TFR maturato sotto forma di anticipazione da parte di soggetti terzi, si configura come anticiclica, in quanto immetterebbe una forte liquidità sul mercato, detenuta peraltro da soggetti che hanno sia una forte propensione al consumo, sia una situazione socialmente stabile, tale da garantire il reinvestimento delle somme ottenute sul territorio;
in tale ipotesi, qualora si optasse per un modello convenzionale tra Stato ed Istituti di credito, nel quale l'anticipazione si configuri come apertura di credito garantita dalle amministrazioni, non ci sarebbero effetti negativi per il bilancio dello Stato oppure essi sarebbero molto limitati a fronte della liquidità immessa sui mercati,
impegna il Governo
a valutare la possibilità, al fine di contrastare il ciclo economico negativo, di consentire l'utilizzo del trattamento di fine rapporto, limitatamente ad una quota del maturato e dopo almeno 8 anni di servizio, da parte dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche centrali e periferiche che ancora non godano di questa possibilità;
al fine di evitare impatti sul bilancio dello Stato, a prevedere che la possibilità sia offerta tramite forme di anticipazione degli Istituti di credito, con i quali le Amministrazioni garanti stipulano apposite Convenzioni.

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...