mercoledì 23 marzo 2011

UN PIANO PER IL RILANCIO DEL TURISMO

E' stata presentata una interrogazione al Ministro Michela Vittoria Brambilla circa la necessità di supportare il rilancio del turismo a Lampedusa, isola oggi fortemente danneggiata sul piano dell'immagine da quanto accade con lo sbarco dei migranti.
Ma non solo Lampedusa: oggi è la Sicilia nel suo complesso che va adeguatamente supportata perché l'intera regione viene percepita all'estero come zona di guerra.
Le immagini dell'aeroporto di Trapani-Birgi, oltre quelle dei migranti che avvicinano le coste, hanno fatto scattare l'allarme da parte dei tour operator e di singoli utenti. Sempre più frequentemente vengono registrate disdette di prenotazioni turistiche per la prossima stagione estiva e questo è frutto evidente di una informazione approssimativa che confonde chi non vive la realtà siciliana”.
Chiediamo, unitamente ai deputati Alessandro Pagano, Vincenzo Fontana e Nino Germanà:
- quali sono le intenzioni del Governo circa l'aeroporto di Trapani-Birgi
- Una equa distribuzione degli immigrati tra tutte le regioni italiane
- Predisporre una campagna informativa internazionale per assicurare l'opinione pubblica sulla mancanza di rischi e la qualità dell'offerta turistica siciliana.

martedì 15 marzo 2011

MAFIA E CHIESA. L'INSEGNAMENTO DI PAPA BENEDETTO XVI

E’ di tutta evidenza come non sia possibile sconfiggere la mafia e la criminalità organizzata utilizzando esclusivamente le misure repressive. Infatti se consideriamo la criminalità organizzata un vero e proprio “cancro (Conf. Episc. 1989), una tessitura malefica che avvolge e schiavizza la dignità della persona (Giovanni Paolo II; Napoli 1990), ovvero “mafie che avvelenano la vita sociale pervertono la mente e il cuore di tanti giovani, soffocano l’economia, deformano il volto autentico del Sud (Conf. Episc. 2010) dobbiamo puntare su un approccio che sia educativo e contemporaneamente, per quanto ci riguarda, religioso della questione.
Ma prima di continuare, nella convinzione che la Chiesa non deve per nessuna ragione identificare ne confondere la propria azione pastorale con quella dello Stato, devo necessariamente fare dei riferimenti ad alcune delle componenti del nostro attuale pensiero che in un percorso, e per certi versi in una evoluzione, traggono origine in epoca moderna fin dai primi anni del XIX secolo dalle intuizioni di Joseph dei Maistre: il primato e la supremazia morale del Magistero, intuizioni per certi versi anticipatrici di importanti encicliche; la Rerum Novarum la Pacem in Terris (1963), la Populorum Progressio (1967) sino alla Caritas in veritate.
Quale deve essere quindi l’approccio?
Dobbiamo riflettere ed agire iniziando dalla famiglia, continuando nella scuola sino ad approntare azioni e comportamenti esemplari. Centrale il ruolo della Chiesa e del clero. A proposito di questo non possiamo non ricordare come l’Episcopato Siciliano intervenendo più volte sulla questione, nel 1944, nel 1955 e nel 1982 abbia comminato la pena della scomunica alla mafia.
Addirittura nel 1982, i vescovi siciliani hanno sottolineato come ad essere scomunicati non sono soltanto coloro che commettono omicidi ma quanti a qualsiasi titolo, o in qualsiasi modo commettono azioni criminose. Una scomunica, Latae sentenziae che di fatto sembrerebbe non lasciare campo ad equivoci o ad interpretazioni.
Infatti, in più occasioni, come ribadiscono i vescovi siciliani nel 2010, la Chiesa ha pronunciato nei confronti della malavita organizzata parole propriamente cristiane e tipicamente evangeliche come peccato, conversione, pentimento, diritto e giudizio di Dio, martirio. Qui nella valle dei templi, ascoltammo queste parole e questi concetti proferiti con forza da Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993, così come il Santo Padre Benedetto XVI li ha ripetuti in occasione della 43esima giornata della pace, ma anche in occasione della visita pastorale in Sicilia.
Mafia e criminalità organizzata quindi, proprio perché annullano la libertà dell’individuo schiavizzandolo ad una logica perversa, invischiandolo in una rete di connivenze e delitti, tendono ad opprimere quella dignità stessa insita nell’uomo, e quel libero e cosciente arbitrio che contraddistingue la nostra specie.

Ed a questo continuo sistema di oppressione, che nel soffocare coscienze ed individui finisce col soffocare e opprimere interi territori sostituendosi con le proprie regole e le proprie liturgie alle regole dei consorzi civili, alterando la percezione del bene e del male sino a distruggere le coscienze e la dignità dell’uomo, occorre rispondere con un’azione incisiva che inizi fin dai primi anni di vita ad inculcare il rispetto delle regole e della legalità con la proposizione di modelli positivi, proprio per evitare che il mafioso con le sue prepotenze possa costituire un modello da seguire.
Nella tensione continua che le varie componenti della società devono mostrare nell’educare le giovani generazioni fin dai primi anni di vita, assume particolare importanza l’annunzio della Parola, l’amore nei confronti del prossimo, l’abbandono dell’uomo alla misericordia di Dio, la fiducia nel Perdono, la ricerca della Grazia.
In tutto questo, fondamentale è stato il contributo in Sicilia del Cardinale Salvatore Pappalardo che in più occasioni, oltre ad una forte denuncia, come ad esempio in occasione dei funerali del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della signora Setti Carraro e dell’agente di scorta, ha ribadito con maestria il ruolo della Chiesa e del clero. Va ricordata una delle sue ultime interviste al Magazine del Corriere della sera in cui ribadì “non si può adottare lo stesso linguaggio per il Questore e per il Vescovo. Noi dobbiamo analizzare il fenomeno secondo i principi pastorali senza chiedere in prestito le parole di altri vocabolari”
E colgo l’occasione per ricordare che proprio in quell’intervista si coglie una sorta di piccata delusione nei confronti di coloro i quali, più volte, hanno tentato di impossessarsi del linguaggio e della personalità del cardinale stesso, alcuni antimafiosi di professione i quali arrivarono a sostenere che lo stesso Pappalardo si era come ritirato “nella palude di Palermo”. Financo qualche magistrato non capendo il significato della posizione del Cardinale e della curia, alimentò strumentali polemiche, come ad esempio per la mancata costituzione della curia come parte civile al processo contro gli assassini di padre Puglisi. Proprio quel padre Puglisi il quale come Don Giuseppe Diana o il giudice Rosario Livatino, hanno testimoniato in tutta la loro vita il loro impegno civile in termini specificatamente cristiani. Ed è proprio per questo che oggi potremmo considerarli, come suggerisce Padre Bartolomeo Sorge “nuovi martiri dei nostri giorni che non vengono uccisi perché credono, ma perché amano. Non in odium fidei, ma in odium amoris

Proprio per ritornare sul tema del messaggio della Chiesa e del clero dobbiamo anche dire qualcosa a proposito del pentimento. Infatti da parte del cristiano nei confronti del peccatore e del peccato c’è un preciso dovere, e cioè quello di operare per la conversione e per la redenzione.
Ma la conversione e l’eventuale pentimento del mafioso hanno necessariamente nel loro percorso il passaggio obbligato del confronto sino alla sottomissione di fronte la giustizia terrena e quindi di fronte le leggi dello Stato e alla loro applicazione. Non c’è conversione e pentimento senza, laddove possibile, una riparazione. Da qui la necessaria collaborazione con lo Stato affinché si possa mettere in atto quanto possibile per evitare che altri uomini e quindi l’organizzazione mafiosa stessa possano continuare a provocare ingiustizie, perpetrando i propri delitti.

Per sdrammatizzare la questione vorrei usare un esempio, forse non appropriato ma di facile comprensione perché viene dal nostro comune bagaglio culturale.
Chi non ricorda la manzoniana figura dell’Innominato? Il dramma, quasi la disperazione dell’uomo malvagio oppresso dal proprio male e al contempo oppressore che si arrende e si abbandona ad una forza superiore sino al pentimento e che da quel momento in poi dedica le proprie energie nel tentativo di riparare, in una maniera o in un’altra ai delitti ed ai torti perpetrati nei confronti degli altri.
Ma il pentimento e la disperazione hanno bisogno di un costante aiuto che è rappresentato dall’amore dell’umana comprensione. Infatti “un pentimento che non riesce più a sperare, ma vede ormai solo il proprio buio, è distruttivo e non è un vero pentimento. Fa parte del giusto pentimento la certezza della speranza, una certezza che nasce dalla fede della potenza maggiore della luce fattasi carne in Gesù” (J. Ratzinger-Gesù di Nazareth).

lunedì 14 marzo 2011

QUESTIONE NORD AFRICA. LIBIA REFLUENZE ECONOMICHE

I recenti accadimenti del Nord Africa sono stati determinati anche da motivazioni di natura economica e determinano a sua volta delle conseguenze che ri riverberano sui mercati e nel nostro paese. Occorre considerare una serie di effetti perversi in parte legati fra loro:
- l’eccesso di liquidità immessa nel sistema dalle banche centrali per sostenere l’economia ed evitare i rischi di deflazione (crollo dei prezzi), li ha tenuto bassi dal 2008 ad oggi. I tassi però oggi sono obbligati a salire a causa dell’inflazione (il cui effetto con tassi bassi provocherebbe il paradosso di pagare un interesse minore del tasso d’inflazione) Dobbiamo sottolineare come nel caso italiano tale inflazione sia prevalentemente esterna, dovuta cioè ai prezzi del petrolio, di quelle materia prime che sono in crescita, e del rapporto di cambio euro-dollaro. Il rischio è che il tutto determini la combinazione di due fenomeni: stagnazione e inflazione, sintetizzati da parecchi economisti con un termine di nuova invenzione, stag-flazione che sostanzialmente non è altro che la coesistenza in uno stesso periodo di due perniciose condizioni.
-le tensioni sui mercati mondiali delle materie prime, innanzitutto alimentari. Infatti da un lato assistiamo alla crescita di consumi alimentari di paesi emergenti (India e Cina), unitamente ad una diminuzione di alcune produzioni determinata da fattori contingenti (incendi in Russia e Ucraina, alluvioni in Australia, vulcano islandese, cattivo raccolto in Canada).
Una tabella pubblicata dal New York Times sottolinea che i paesi dove è scoppiata la rivolta sono quelli dove il costo del cibo sul totale del reddito familiare è superiore al 30%. Un ulteriore rialzo delle materie prime ha sensibilmente contribuito a provocare la rivolta. Dobbiamo anche considerare come su queste situazioni spesso si innestano fenomeni speculativi, specie utilizzando le cosiddette operazioni con i derivati, ed infatti occorrerebbe agire in sede sovranazionale per evitare tali fenomeni speculativi almeno su 4 prodotti fondamentali (mais, riso, grano e zucchero) così come occorrerebbe riflettere sulle politiche agricole dell’Unione Europea tese negli ultimi anni ad una limitazione delle produzioni: infatti in un mondo affamato quale migliore merce di scambio se non le materie prime alimentari?
Accenniamo soltanto alle questioni relative al costo del petrolio che come è noto a tutti condiziona non soltanto il nostro sviluppo, ma l’economia globale. E’ evidente come tutte queste questioni si riverberino sull’Europa e in particolare sul nostro paese che corre tra l’altro il rischio di una vera e propria invasione di profughi. Per altro, i paesi arabi usano la crescita della popolazione come arma (i palestinesi lo dichiarano espressamente), una sorta di politica simile a quella del fascismo i quali aveva tra i propri slogan: “i popoli con tanti figli fanno la guerra ai popoli con tanti soldi”.
Tra le preoccupazioni devo anche accennare al pericolo di svolte integraliste degli attuali sommovimenti, specie in Egitto. Ed è appena il caso di ricordare come l’Egitto sia assieme alla Giordania l’unico paese arabo che abbia un trattato di pace con Israele, peraltro con la garanzia degli Stati Uniti d’America
Cosa può accadere di fronte una eventuale rottura dei trattati di pace? Si aprirebbero scenari per una nuova guerra arabo israeliana o per una terza guerra mondiale? Proprio per questi motivi l’unica via possibile è quella propugnata più volte dal Presidente Berlusconi e cioè quella dell’assunzione di responsabilità da parte dell’UE e di tutti i paesi occidentali al fine di varare una sorta di piano Marshall per il Nord Africa.

mercoledì 9 marzo 2011

LE CONSEGUENZE DELLA CRISI IN LIBIA. SE NE PARLA AD AGORA'

La maggioranza si è rafforzata politicamente, come dice Berlusconi, o si regge in piedi grazie ai “mercenari”, come D’Alema ha definito i “Responsabili”? Sono ospiti di Andrea Vianello l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani, Nunzia De Girolamo deputato del Pdl, Oliviero Diliberto della Federazione della sinistra, il senatore Riccardo Villari ex Pd e oggi di Coesione Nazionale e i giornalisti Filippo Rossi direttore de “il futurista” e Marco Taradash.
Nello spazio di approfondimento si parla invece delle conseguenze della crisi in Libia sul prezzo del petrolio e, quindi, dei carburanti al pubblico. Ne discutono Antonio Lirosi, responsabile consumatori del Pd, Giuseppe Marinello deputato del Pdl, Paolo Landi segretario generale dell’Adiconsum e Gianluca Spina docente del Politecnico di Milano.

venerdì 4 marzo 2011

FINANZIAMENTI IN PROVINCIA DI AGRIGENTO

La commissione Bilancio della Camera dei Deputati, nella seduta del 2 marzo u.s. ha provveduto alla rassegnazione di contributi di cui (art.13 comma 3 quater L.133/2008) derivanti dalla revoca di precedenti assegnazioni.
Tra i soggetti beneficiari sono stati inseriti:
Comune di Sciacca, per interventi di manutenzione straordinaria dell’ex scuola rurale di Contrada Maurici, oggi sede Scout (40.000 euro)
Comune di Menfi per l’istituzione culturale Federico II finalizzati ad interventi in favore della collezione malacologia e dei reperti archeologici (45.000)
Comune di Menfi: CAV Centro aiuto alla vita Padre Massimiliano Kolve per l’acquisto ecografo (10.000)
Comune di Ribera: Interventi di manutenzione straordinaria della chiesa di San Pellegrino (20.000 euro)
Comune di S. Margherita Belice: Cooperativa sociale quadrifoglio Onlus per acquisto attrezzature (10.000 euro)
Comune di Siculiana: Terra siculianese onlus, per acquisto attrezzature (10.000 euro).
Anche modesti interventi in favore di comuni, o di soggetti che svolgono attività sociali –dichiara l’on Giuseppe Marinello- in momenti di particolare difficoltà delle finanze pubbliche, ritengo che rappresentino segnali di attenzione nei confronti del territorio.

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...