giovedì 20 dicembre 2012

I GOVERNI BERLUSCONI: MENO BUROCRAZIA


Meno burocrazia 

foto: brunetta ed alfanoAssieme agli interventi per garantire il finanziamento delle imprese e sostenere la domanda interna e di conseguenza l’occupazione, il governo Berlusconi ha anche messo in campo numerosi interventi per ridurre gli oneri burocratici a carico delle imprese e usare la leva fiscale in modo utile a promuovere lo sviluppo.
“IVA DI CASSA”
Anche imprese e professionisti, con fatturato fino a 200 mila euro, hanno la possibilità di versare l’IVA solamente all’incasso della fattura.
MENO BUROCRAZIA
  • Per immettere la liquidità nel sistema economico il governo ha accelerato il pagamento dei rimborsi fiscali. Nel triennio 2008-2010 sono stati erogati rimborsi per un totale di 32,6 miliardi di euro.
  • 23 miliardi stanziati per pagare i debiti dello Stato verso le imprese.
  • Il governo ha attuato una verifica degli oneri amministrativi nei settori privacy, ambiente, prevenzione incendi, paesaggio, lavoro e previdenza. Le semplificazioni comportano un risparmio annuo per le imprese di 7,8 miliardi. L’obiettivo entro fine 2011 è la riduzione di un ulteriore 25% delle procedure.
  • Contabilità semplificata: ampliata la platea delle PMI che posso usufruire di questa semplificazione. Per le imprese che prestano servizi si passa da 309 mila euro a 400 mila; per le altre da 515 a 700 mila.
  • Libro unico del lavoro. Da gennaio 2009 ha sostituito sei registri: paga, matricola, presenze, d’impresa, libri dei lavoranti a domicilio e registro orario dell’autotrasporto.
  • Tagliate 411.298 leggi e adempimenti inutili
  • “Mister PMI”: per semplificare procedure e burocrazia per le piccole e medie imprese.
  • Libri digitali: da luglio 2011 via libera alla gestione digitale di libri, repertori e scritture anche a rilevanza fiscale. Per le imprese notevole risparmio in termini di costi amministrativi e gestionali.
CIVIS: ZERO FILE ALLO SPORTELLO
Dal 14 gennaio 2010 è attivo in tutta Italia CIVIS, sportello web dell’Agenzia delle Entrate per fornire assistenza on line ai professionisti e a tutti i cittadini utenti di Fisconline.

mercoledì 19 dicembre 2012

I GOVERNI DI SILVIO BERLUSCONI (2010)


Pù forza alle imprese

foto: wifiSilvio Berlusconi ha costantemente affermato che quanto più fossimo riusciti a sostenere i consumi (e dunque le imprese) tanto meno forte
sarebbe stata la crisi. Per questo il governo ha impegnato risorse in modo mirato, sostenendo i settori più esposti alla crisi senza però mettere a rischio i conti pubblici ed esporre l’Italia agli attacchi della speculazione internazionale. Nonostante la violenza della crisi, i risultati
evidenziano la tenuta complessiva del sistema produttivo italiano. Nel 2010 il saldo tra imprese chiuse e nuove aziende è stato di + 72.530: il più alto dal 2006.
SOSTENERE CONSUMI E INVESTIMENTI
  • Nel 2009 e 2010 il governo ha sostenuto con incentivi alcuni settori più colpiti dalla crisi: auto, ciclomotori, elettrodomestici, arredamento.
  • Detassazione del 50% degli utili reinvestiti in macchinari (2009-2010).
  • Bonus elettrodomestici e computer.
  • Ecoincentivi 2009: auto, moto, veicoli commerciali.
  • Accordo governo-Eni: meno caro il gas per le imprese che consumano molta energia come le imprese del vetro, della carta,della ceramica e dell’acciaio.
  • Fondo strategico per le imprese.
  • Fondo per l’internazionalizzazione: 300 milioni per le PMI che esportano.
  • Rilancio Grandi Opere ed Expo 2015.
  • Liberalizzazione Wi-Fi.
  • Legge a tutela del Made in Italy.
  • Lotta alla contraffazione: sequestrata merce per 170 milioni (2010).
  • Legge sulla etichettatura dell’origine dei prodotti alimentari.
FAVORIRE L’ACCESSO AL CREDITO
  • Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese: 11,7 miliardi per piccole-medie imprese anche artigiane e dell’autotrasporto.
    Da maggio 2011 è esteso alle PMI fornitrici di grandi aziende in difficoltà.
  • Moratoria debiti con le banche: sospesi debiti a 190 mila aziende, per un totale di 56 miliardi.
  • Fondo di investimento per le PMI: destinato alle imprese in fase di sviluppo in Italia ed all’estero.
  • Accordo banche-Cassa Deposito e Prestiti: 8 miliardi per garantire i prestiti alle imprese.
  • “Tremonti Bond”: 4,1 miliardi per favorire il credito.
  • Fondo per il finanziamento degli interventi per il salvataggio e la ristrutturazione delle medie e grandi imprese in difficoltà. Tutte le informazioni su www.invitalia.it.
  • Potenziamento microcredito: www.microcreditoitalia.org.
  • Lotta alla contraffazione: informazione sulle misure per la lotta alla falsificazione dei prodotti e per la tutela della proprietà
    intellettuale www.uibm.gov.it
PIU’ LIBERTA’ PER CHI INTRAPRENDE
La dichiarazione di inizio attività è stata sostituita con la S.C.I.A. (Segnalazione certificata di inizio attività). Chi avvia una nuova impresa non deve più essere autorizzato ma deve solamente certificare il possesso dei requisiti necessari. Dal 30 marzo la procedura si compie per via
telematica nel sito www.impresainungiorno.it. I comuni che entro il 30 settembre non avranno attivato la procedura on line subiranno
il commissariamento ad acta. A giugno sono già attivi 4.834 comuni su 8.096.

lunedì 17 dicembre 2012

AIUTIAMO LE FAMIGLIE: INTRODUZIONE DELLA SOCIAL CARD


A fianco delle famiglie

foto: berlusconi
Il governo Berlusconi ha affrontato la crisi proteggendo i risparmi dei cittadini e sostenendo il reddito delle famiglie e dei pensionati a basso reddito. A differenza di quanto avvenuto in altri Paesi, in Italia le tasse non sono state aumentate e gli stipendi e le pensioni non hanno avuto
nessuna decurtazione.
CARTA ACQUISTI (SOCIAL CARD)
  • Utilizzo: pagamento spesa alimentare e pagamento delle bollette.
  • Destinatari: cittadini con più di 65 anni o famiglie con bambini sotto i 3 anni.
  • Reddito: indicatore ISEE fino a 6.322,64 euro; sopra i 70 anni la soglia è di 8.430,19 euro.
  • Importo: la carta è caricata ogni due mesi. con 80 euro.
  • Nel 2011 sperimentazione di una nuova carta acquisti affidata in gestione alle associazioni no profit, nelle città superiori ai 250.000 abitanti.
  • A giugno 2011 sono attive 858.212 card.

I SINDACI DEL BELICE SULLE ORME DEL MIO EMENDAMENTO


martedì 4 dicembre 2012

BENE LA LEGGE SULL'EQUO COMPENSO GIORNALISTICO


Il 27 novembre scorso, ai fini dell’espressione del parere alla VII Commissione Cultura, la commissione Bilancio alla Camera ha esaminato il testo della proposta di legge recante Equo compenso nel settore giornalistico (C. 355-B, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dalla 11ª Commissione Lavoro del Senato (relatore Giuseppe Marinello, PdL), esprimendo parere favorevole.
Oggi l'approvazione della legge alla Camera.
Sono molto soddisfatto per l’approvazione della legge sull’equo compenso, perché è un atto di civiltà. Si tratta di norme che serviranno a combattere lo sfruttamento dei giornalisti, specie di quelli più giovani, e soprattutto permetteranno una efficace lotta alla precarietà” 

venerdì 30 novembre 2012

LAVORI IN COMMISSIONE BILANCIO: AGRICOLTURA SOCIALE

La V Commissione Bilancio, in sede consultiva, ai fini dell’espressione del parere all’Assemblea, ha esaminato il progetto di legge recante Disposizioni in materia di temporanea insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente pubblico o da un'istituzione di rilevante interesse culturale o scientifico stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico (C. 4432 e abb.-A, approvato dal Senato – rel. Ceroni, PdL), esprimendo parere favorevole con condizione; ai fini dell’espressione del parere alla VII Commissione Cultura, ha proseguito l’esame del nuovo testo del Doc.XXII, n. 32, recante Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla situazione della Società italiana degli autori ed editori (rel. Ceroni, PdL), rinviandone il seguito ad altra seduta; ai fini dell’espressione dei relativi pareri alla I Commissione Affari costituzionali, ha proseguito l’esame del nuovo testo del progetto di legge recante Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani (C. 4534 Governo, approvato dal Senato, e abb. – rel. D’Amico, LNP) rinviandone il prosieguo ad altra seduta, ed ha esaminato i progetti di legge recanti, rispettivamente, Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione (C. 5457 Governo, approvato dalla 1ª Commissione Affari costituzionali del Senato – rel. Nannicini, PD) e Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione Buddhista italiana, in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione (C. 5458 Governo, approvato dalla 1ª Commissione Affari costituzionali del Senato – rel. Nannicini, PD) esprimendo su entrambi parere favorevole; ai fini dell’espressione del parere alla XIII Commissione Agricoltura, ha esaminato il testo unificato recante Disposizioni in materia di agricoltura sociale (C. 3905 e abb. – rel. Marinello, PdL) esprimendo parere favorevole con condizioni. In sede di atti del Governo, ha concluso l’esame dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante adozione della nota metodologica e del fabbisogno standard per ciascun comune e provincia, relativi alle funzioni di polizia locale, per quanto riguarda i comuni, e alle funzioni nel campo dello sviluppo economico – servizi del mercato del lavoro, per quanto riguarda le province (atto 508 – rel. De Micheli, PD), esprimendo nulla osta ed ha concluso l’esame dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante linee guida per l’individuazione delle missioni delle amministrazioni pubbliche (atto 510 – rel. Nannicini, PD), esprimendo parere favorevole con condizioni.

LAVORI DELLA COMMISSIONE BILANCIO: EQUO COMPENSO AI GIORNALISTI

La V Commissione Bilancio, in sede consultiva, ai fini dell’espressione del parere alla VII Commissione Cultura, ha proseguito l’esame delle Disposizioni per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici (C. 3461 e abb. – rel. Ceroni, PdL), rinviandone il seguito ad altra seduta; ai fini dell’espressione del parere alla VII Commissione Cultura, ha esaminato il testo della proposta di legge recante Equo compenso nel settore giornalistico (C. 355-B, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dalla 11ª Commissione Lavoro del Senato – rel. Marinello, PdL), esprimendo parere favorevole; ai fini dell’espressione del parere alla VIII Commissione Ambiente, ha esaminato il nuovo testo del progetto di legge recante Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (C. 3465 e abb.-B, approvato dal Senato, modificato dalla Camera e nuovamente modificato dal Senato – rel. Marsilio, PdL) esprimendo parere favorevole con condizione; ai fini dell’espressione del parere alla IX Commissione Trasporti, ha proseguito l’esame del progetto di legge recante Riforma della legislazione in materia portuale (C. 5453, approvato dal Senato, e abb. – rel. Calvisi, PD) esprimendo parere favorevole; da ultimo, ai fini dell’espressione del parere alla X Commissione Attività produttive, ha esaminato il progetto di legge recante Disposizioni in materia di professioni non organizzate (C. 1934 e abb. – B, approvato, in un testo unificato dalla Camera e modificato dal Senato – rel. Ciccanti, UdC). In sede referente, ha iniziato l’esame della proposta di legge recante Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio, ai sensi dell’articolo 81, sesto comma, della Costituzione (C. 5603 Giancarlo Giorgetti – rell. Alberto Giorgetti, PdL e Duilio, PD).

AGRICOLTURA: INCONTRO A PALERMO


Questa mattina a Palermo su iniziativa dell'on Giuseppe Marinello si è svolto un incontro presso la Direzione Regionale dell'Agenzia del Territorio avente per oggetto le richieste del comparto agricolo.
Alla riunione erano presenti il Direttore regionale dott. Agostino Pellegrini, il Direttore dell'agenzia Provinciale del territorio di Agrigento dott. Giuseppe Incorpora, il Presidente del consiglio comunale di Ribera Giuseppe Tortorici, unitamente ad alcuni consiglieri comunali del comune crispino, l'on. Angelo Capodicasa, ed i rappresentanti provinciali della Coldiretti, della CIA e del Copagri.
Nel corso della riunione si è colto il suggerimento degli uffici di avviare, su iniziativa degli agricoltori, richieste di variazioni colturali al fine di ottenere una riduzione della classificazione; altresì occorre iniziare l'iter per la rivisitazione delle tariffe d'estimo (stabilite nel biennio 1978/79) e a tal fine occorre che i comuni interessati, in particolare Sciacca, Ribera, Menfi e Bivona avviino le necessarie procedure che possano consentire alla Direzione Regionale del territorio di inizare l'iter.
Si è riscontrata altresi, da parte della Direzione Regionale, la disponibilità ad una attenta valutazione delle richieste dei requisiti di ruralità dei fabbricati insistenti nelle aziende agricole, ed a tal fine va avviata una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli agricoltori i quali sono invitati a prestare particolare attenzione al momento della compilazione delle richiesta di accatastamento, in maniera tale da fornire complete informazioni.
Per quanto riguarda l'attività parlamentare, -ha dichiarato Marinello- è di tutta evidenza che l'iniziativa politica deve essere tesa ad una totale riforma del vigente sistema catastale, sia per quel che riguarda il catasto urbano sia quello extraurbano. E a tal proposito ricordo che nella legge delega fiscale in atto all'esame delle Camere si sta procedendo in tal senso.

giovedì 15 novembre 2012

SONO UN PARLAMENTARE DEL TERRITORIO E ME NE VANTO!


ROMA - “10 milioni di euro per la ricostruzione post terremoto del Belice del 1968? Certo! E dove sta il problema?”.
Con queste parole, Giuseppe Marinello, vicepresidente della Commissione Bilancio alla Camera, ha commentato il suo emendamento al ddl Stabilità.
“Anzi - ha aggiunto il deputato del Pdl - mi auguro che al Senato i fondi vengano anche aumentati. è un appello che faccio ai colleghi senatori”. Marinello è il primo firmatario di un emendamento al ddl in base al quale l’anno prossimo verranno stanziati 10 milioni per il completamento della ricostruzione delle zone terremotate nel Belice del 1968: “La notizia fa stupore però bisogna sapere che in quelle zone la ricostruzione non è mai stata ultimata ed esiste una documentazione acclarata da una serie di verbali e commissioni - ha aggiunto -. Siamo ben lungi dal dire la parola fine a questa annosa vicenda. Il terremoto del Belice ha colpito un'area paragonabile a quella del Friuli e ha avuto esattamente la metà delle somme rispetto a quanto date al Friuli. In Friuli hanno ricostruito tutto? Sì ma con il doppio dei soldi e dati praticamente nel'arco di due o tre anni”. Alla domanda di Alessandro Milan se non fosse scandaloso che dopo più di 40 anni la ricostruzione del Belice fosse ancora incompleta il deputato ha risposto: “Ha perfettamente ragione, però di fronte ad uno scandalo del genere la politica può fare due cose: o chiudere gli occhi o porre il problema, io ho posto il problema.

Sulla benzina si pagano ancora oggi le accise per quel terremoto ma la popolazione interessata non ha avuto nemmeno il 5% delle accise riscosse dallo Stato”. “Il resto va nel calderone unico di questo Stato che nonostante tutti i tagli e nonostante i professori non riesce a bloccare il debito pubblico”, ha sottolineato Marinello, firmatario anche di un emendamento che stanzia un milione di euro per stabilizzare i lavoratori Lsu per le città sotto i 50 mila abitanti, un provvedimento che vale solo per due città in Italia, una delle quali è Sciacca: “Confermo, vale per Sciacca - ha detto -. E io dove sono nato? A Sciacca, qual è il problema? - ha risposto -.

La stampa parla molto spesso di parlamentari lontani dal territorio, io sono un parlamentare del territorio e me ne vanto”.
Alla domanda se non fosse clamorosa la coincidenza che l’emendamento approvato valga per la città che gli ha dato i natali, Marinello ha risposto: “è una coincidenza logica e giustificata, questa è una politica che da le risposte al territorio. Uno dei doveri che ha la politica è quello di indirizzare le risorse”. 

mercoledì 14 novembre 2012

LETTERA APERTA SUGLI ARTICOLI DI STAMPA SUL BELICE


Egregi,
faccio riferimento agli articoli che si sono succeduti in queste ore relativamente
all’emendamento votato dalla Commissione Bilancio della Camera a firma dell’On.
Marinello che prevede un finanziamento di 10 milioni di euro a favore dei Comuni del
Belice, per rappresentarVi, a nome mio personale, dei ventuno Sindaci del Belice e dei
cittadini del territorio tutta la amarezza e, se mi consentite, il profondo senso di
rabbia per essere stati ancora una volta vittime di ingiustizia e di disinformazione.
Ritengo che, giornalisticamente parlando, se esiste un modo per fare semplice
qualunquismo e pura demagogia, parecchi degli articoli in questione si possano
annoverare quale esempio emblematico (per i tanti scribacchini di turno) di come
utilizzare e distorcere la realtà dei fatti.
Adesso Basta!!!!
I cittadini del Belice sono stanchi di essere calunniati da una pubblicistica
strumentale sempre pronta a sottolineare l’incapacità del Belice a ricostruire, ovvero i
presunti sprechi e le inefficienze che hanno rallentato la ricostruzione.
E’ il caso quindi di dover precisare, senza tema di smentita, alcuni aspetti
fondamentali al solo fine di ristabilire la verità dei fatti e contribuire in maniera seria e
documentale alla Vostre “inchieste” che, a mio giudizio, potevano , per non dire dovevano
essere meglio approfondite.
Pertanto consentitemi, di puntualizzare quanto segue: i ritardi della ricostruzione
infinita sono imputabili interamente ed esclusivamente allo Stato centrale e ai
Governi che si sono succeduti.
Le procedure di ricostruzione sono regolate da ben 13 leggi che si sono accavallate
nel tempo, senza un disegno organico ed unitario; i finanziamenti sono arrivati a pioggia, e
a piccole dosi, con provvedimenti speciali chiesti a gran voce dalle popolazioni e dai
sindaci; la prima legge organica che sancisce il diritto di ricostruire l’intero patrimonio
distrutto è del 1987 (ben 20 anni dopo il sisma); ancora oggi non esiste una legge che
regolamenta le procedure di acquisizione delle proprietà dei lotti di terreno assegnati nei
comuni trasferiti in un nuovo sito per motivi sismici.
Il Parlamento ha avviato più volte indagini conoscitive sullo stato della ricostruzione:
il documento conclusivo della Commissione Bicamerale sul Belice, votato all’unanimità dai
gruppi parlamentari nella seduta del 14 marzo 1996, evidenzia di aver acquisito “ la
certezza che le popolazioni interessate dal sisma del 1968 sono state vittima di
insipienza e malgoverno” ritenendo che “l’intero Paese ha, nei confronti del
Belice, un debito morale che deve essere colmato al più presto”. La
Commissione aveva, altresì, acquisito uno studio comparativo effettuato sempre dalla
Ragioneria Generale dello Stato fra il terremoto del Belìce e quello del Friuli del 1976
(sostanzialmente equivalenti per danni alle abitazioni private ed alle opere pubbliche
nonché per superficie territoriale interessata), dal quale si evince che, a somme rivalutate,
il Belice ha avuto circa 12.000 miliardi di lire (in 30 anni) ed il Friuli circa il triplo, 29.000
miliardi di lire(in 8 anni). Ciò consentiva alla Commissione di parlare "di
responsabilità dei Governi, nazionali e regionali" succedutisi negli anni che
non sono stati capaci di avviare a definitiva soluzione la ricostruzione del
Belìce”; ne consegue - conclude la commissione parlamentare - un oggettivo
riconoscimento per la qualità ed intensità dell’impegno profuso dagli
amministratori locali, che, malgrado la relativa esiguità dei fondi, si sono
dimostrati in grado di ricostruire interi comuni”.
I dati reali ed ufficiali, forniti dal Ragioniere dello Stato, hanno evidenziato che
per il Territorio del Belice lo stato ha stanziato 11.800 miliardi delle vecchie lire, di cui il
30% è andato perduto a causa dei ritardi accumulati dagli organi dello stato
nell’erogazione delle somme ai comuni.
Il Sole 24 Ore del 16 ottobre 2006 pubblicò un articolo molto documentato nel quale
veniva chiarito che -dato il fabbisogno- se il Parlamento continuava ad erogare 5 milioni di
euro all'anno (come era stato fatto con la L. 51/06) per completare la ricostruzione nel
Belìce occorrevano ancora 116 anni!
Ancora nel 2006 l’VIII commissione della Camera nella seduta del 4 ottobre
raccomandava il Governo di reperire le risorse da destinare al
completamento della ricostruzione,ufficializzandone il fabbisogno finanziario.
Oggi la ricostruzione, dopo 43 anni, non è stata ancora completata e non esiste un
vero e concreto progetto di sviluppo economico e di rilancio del territorio, mentre i
cittadini, soprattutto i giovani, hanno ripreso da tempo ad emigrare, le imprese artigiane
ed edili a licenziare e a fallire.
Ci sono paesi in cui mancano opere di urbanizzazione primaria, come le strade le
fognature o la pubblica illuminazione.
I Sindaci del Belice con grande senso di responsabilità, hanno rinunciato alla
ricostruzione di nuove opere programmate dallo Stato, chiedendo esclusivamente il
completamento delle urbanizzazioni e dei cantieri bloccati da anni.
Ecco, come stanno realmente le cose, le nostre popolazioni chiedono giustizia,
chiedono il rispetto delle regole morali riconosciute dal Parlamento, chiedono
parità di trattamento rispetto agli altri cittadini italiani segnati da altre calamità naturali.
Ricordo a Voi e ai Vostri attenti collaboratori, che nel Maggio del 2009 (non 43
anni fa), durante una visita dei nostri territori il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, ha pubblicamente dichiarato: “Lo Stato ha il dovere di dare risposte a
questa terra perché non vi può essere diseguaglianza tra i territori che
costituiscono la repubblica.
Infine, è il caso di precisare, a proposito di cifre riportate a casaccio negli
articoli, che il precedente governo ha tagliato (legge 133/08) circa 70 milioni di euro già
destinati alla ricostruzione del Belice, provocando l‘effetto paradossale e beffardo
dell’instaurarsi di contenziosi tra i cittadini aventi diritto e i comuni con sentenze che
condannano gli Enti Locali a pagare con propri fondi.
I Sindaci, ancora oggi chiedono risposte immediate e responsabili alle Istituzioni
tutte per chiudere questa pagina dolorosa è vergognosa e poter dedicare tutte le loro
energie allo sviluppo economico del territorio, ai Parlamentari Siciliani un accorato
appello e un incoraggiamento a continuare e far valere le ragioni dei Cittadini che
rappresentano.
l ccordinatore dei sindaci
Nicolò Catania

RADIO24 INTERVISTA L'ON. MARINELLO


Potete ascoltare l'intervista sull'emendamento presentato a proposito della ricostruzione del Belice e sull'emendamento sugli LSU, fatta da Radio24, la radio del quotidiano "Il sole24 ore"

http://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=121114-24mattino.mp3

CASSE: SCATTA L'ALERTA: MARINELLO ALZA LA VOCE


http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201211130956243612&chkAgenzie=ITALIAOGGI

Il piano di dismissione «a prezzo concordato» degli immobili degli enti previdenziali (pubblici e privatizzati) aleggia sui lavori a Montecitorio della legge di stabilità (5534-bis): nessuna misura è stata presentata, tuttavia parlamentari e vertici di istituti pensionistici ne confermano insistentemente l'esistenza. E sono pronti a dare battaglia, qualora il governo decidesse di inserire la misura con un blitz nel provvedimento finanziario.
A pochi giorni dalla proposta del ministro Andrea Riccardi di consentire l'acquisto delle case, versando una somma pari a 150 volte l'affitto mensile, in commissione bilancio alza la voce Giuseppe Marinello (Pdl): «Il dossier c'è e sta circolando, perciò ho posto formalmente la questione durante i lavori in Parlamento, chiedendo all'esecutivo di fare chiarezza sui contenuti. Non ho ottenuto risposta, i rappresentanti di Palazzo Chigi a cui mi sono rivolto sono rimasti silenti. Pertanto, ho motivo di credere che il testo sia pronto, ma nessuno abbia trovato, finora, il coraggio di depositarlo», riferisce in un colloquio con ItaliaOggi.
E, mentre altre fonti raccontano che il progetto è stato già respinto dai tecnici di ben tre ministeri (economia, welfare e infrastrutture) perché di difficile realizzazione, non si placa lo stato di agitazione indetto dalle casse dei professionisti. Secondo Andrea Camporese, presidente dell'Adepp, l'associazione che raggruppa 20 enti, e dell'Inpgi (giornalisti) «è impensabile. Basterebbe ricordare che si tratta di patrimoni che fanno capo ad amministrazioni diverse, affidati a società di gestione del risparmio, vigilati da leggi specifiche. Se la questione si risolve in una boutade bene, in caso si decida di andare avanti, il governo sappia che non arretreremo di un millimetro dalla nostra ferma opposizione», aggiunge, sottolineando che «siamo pronti ad agire in tutte le sedi, arrivando a rivolgerci perfino alla Corte costituzionale per scongiurare un simile intendimento».
Le conseguenze finanziarie sui conti sarebbero rilevanti, giacché una vendita «forzata» dei beni immobiliari «rischia di dimezzare le riserve accantonate in decenni. In città come Roma e Milano, dove è appostata una grande parte dei patrimoni», ragiona Camporese, «pensare di fissare forzatamente un prezzo di vendita pari a 150 volte l'affitto pagato significa ridurre almeno del 50% il valore medio di mercato».
Più duro Emilio Croce, numero uno dell'Enpaf (farmacisti), che giudica «inaccettabile» dopo i «sacrifici chiesti per garantire nel lungo periodo l'equilibrio dei conti previdenziali» (la sostenibilità dei bilanci innalzata a 50 anni dalla legge 214/2011, ndr), che l'esecutivo tecnico «possa cedere oggi a lusinghe e pressioni demagogiche».
Per Alberto Oliveti, alla guida dell'Enpam (medici), che invita a tenere le casse al di fuori della campagna elettorale, «svendere il patrimonio secondo i criteri ipotizzati ci costringerebbe a tagliare le pensioni future degli oltre 350 mila medici e dentisti attivi in Italia. E», conclude, «a patirne sarebbero soprattutto i giovani».

martedì 13 novembre 2012


Iera sera domenica 11 novembre, durante i lavori in Commissione Bilancio riguardante l'esame della Legge di Stabilità, è stato approvato l'emendamento 8.181 a firma dell'On. Giuseppe Marinello recante come oggetto: finanziamenti per la ricostruzione del Belice. 10 milioni di euro per l'anno 2013.
Il deputato del Pdl Giuseppe Marinello esprime soddisfazione per il risultato:
Considero questo un importante risultato alla luce del fatto che in una prima fase l'emendamento riguardante la ricostruzione del belice era stato considerato inammissibile proprio per le specificità della legge di stabilità che non prevede interventi localistici.
Il risultato è ancora più importante perché a differenza di tante altre analoghe situzioni che al più potranno ricevere qualche ristoro attraverso l'utilizzo di risorse allocate in un fondo unico per le calamità naturali, sono riuscito a far valere le ragioni della bontà del mio emendamento ed oggi l'argomento Belice viene riscritto per il 2013 nel Bilancio dello Stato,
Una volta approvato alla Camera il testo definitivo della Legge di stabilità auspichiamo che i colleghi del Senato, usufruendo dell'attuale positivo risultato riescano ad incrementare la somma oggi stanziata.

venerdì 9 novembre 2012

INACCETTABILI RITARDI DEL MINISTERO SULLE TV LOCALI


Il deputato del Pdl, e vice presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Giuseppe Marinello, ha presentato oggi una interrogazione denunciando i ritardi dei contributi statali. Ritardi che stanno avendo ripercussioni negative anche per l'occupazione del comparto.
La legge 23 dicembre 1998, n. 448 e successivamente il decreto ministeriale 2004, n. 292, indicano una serie di misure di sostegno per il settore televisivo locale, attraverso contributi che sono annualmente erogati dal ministero interrogato sulla base di graduatorie regionali redatte, con riferimento ai dipendenti occupati e ai fatturati conseguiti dalle imprese televisive locali interessate, dai Corecom - Comitati regionali per le comunicazioni, a seguito dei bandi di gara che lo stesso Ministero, deve emanare entro il 31 gennaio di ogni anno; queste misure di sostegno, che hanno contribuito nel corso degli anni alla crescita e allo sviluppo delle imprese televisive locali, in un'ottica volta a sostenere l'informazione locale di qualità, scrive Marinello, molto importanti nell'attuale fase di transizione in cui le imprese televisive hanno dovuto affrontare rilevanti investimenti per l'avvio del processo di digitalizzazione oltre che la crisi del mercato pubblicitario. I procedimenti per l'erogazione dei contributi statali, stanno subendo tuttavia, gravosissimi e inaccettabili ritardi, con evidenti ripercussioni anche per l'occupazione nell'ambito del comparto;
all'interrogante risultano infatti numerose domande di cassa integrazione in deroga richieste dalle imprese del settore che stanno avviando, tra l'altro, procedimenti per licenziamenti collettivi;
il Ministero, denuncia marinello nella sua interrogazione, nonostante tutti i Corecom abbiano redatto le rispettive graduatorie regionali sin dallo scorso mese di settembre, non ha tuttora provveduto alla pubblicazione del decreto di ripartizione tra i vari bacini d'utenza dello stanziamento relativo all'anno 2011;
Marinello, nella sua interrogazione, rileva come in caso di ritardo da parte di uno o più Corecom, è possibile da parte del ministero dello sviluppo economico, procedere attraverso criteri di ripartizione sotto forma di acconto; ed evidenzia come il Ministero dello sviluppo economico non abbia ancora provveduto neanche alla pubblicazione del decreto di ripartizione tra i diversi bacini d'utenza dei contributi relativi all'anno 2010, ulteriori ritardi da parte del Ministero, sono evidenziati nell'ambito della mancata emanazione del bando relativo alle misure di sostegno per l'anno 2012, nonostante la scadenza del 31 gennaio 2012. Il deputato saccense ha chiesto al Ministro per lo sviluppo economico i motivi per cui non si è ancora provveduto all'emanazione dei provvedimenti di sua competenza e quali iniziative intenda intraprendere per una rapida emanazione dei decreti ministeriali a favore del settore televisivo locale, i cui ritardi stanno determinando evidenti difficoltà economiche e finanziarie alle imprese interessate.

BUON LAVORO!

BUON LAVORO!

domenica 4 novembre 2012

IMU: BUONE NOTIZIE PER I CONTRIBUENTI

La dichiarazione Imu non dovrà più essere presentata entro novembre ma ci saranno 3 mesi di tempo a partire dalla pubblicazione del modello in Gazzetta. Lo prevede un emendamento di Giuseppe Marinello al dl sui costi della politica approvato ieri in Commissione Bilancio. Secondo quanto risulta dal Bollettino parlamentare "le parole: 30 novembre sono sostituite dalle seguenti: entro 90 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di approvazione del modello di dichiarazione IMU e delle relative istruzioni".

L'obbligo di dichiarazione non sussiste per le abitazioni principali ma, come viene spiegato nel modello (predisposto dal governo ma non ancora pubblicato in Gazzetta), "sorge nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle dichiarazioni Ici gia' presentate, nonche' nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono, comunque, conoscibili dal comune". 

La dichiarazione deve dunque essere presentata quando gli immobili godono di riduzioni dell'imposta (fabbricati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, fabbricati di interesse storico o artistico, immobili per i quali il comune ha deliberato la riduzione dell'aliquota, i fabbricati destinati dall'impresa costruttrice alla vendita, i terreni agricoli) e quando il Comune non e' in possesso delle informazioni necessarie per verificare il corretto adempimento dell'obbligo tributario. 

Il 31 ottobre scorso, il Ministro dell'Economia ha reso noto di aver firmato il decreto che approva il modello di dichiarazione che pero' al momento non e' ancora stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Nella stessa data il Tesoro ha confermato al 30 novembre 2012 il termine per la presentazione della dichiarazione.

giovedì 25 ottobre 2012

INTERVISTA SULLA MANOVRA FINANZIARIA


Marinello: «È recessiva e colpisce i deboli. La manovra dovrà cambiare»

Annamaria Gravino
«La legge di stabilità rischia di avere conseguenze recessive, può determinare un 2013 peggiore del 2012». Giuseppe Marinello, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, chiarisce quanto alto sia l’allarme del Pdl per la manovra. E spiega che «al di là dei saldi, che sono quello che sono, non vediamo alcun segnale verso le politiche di sviluppo che oggi sono assolutamente necessarie». Dunque, «mantenere i saldi invariati, ma cambiare».

Ma è un obiettivo davvero possibile?

Lo è, per esempio con un’accelerazione sulle privatizzazioni e sulle dismissioni. Erano una priorità, ma a forza di rimandarle sembrano scomparse dall’agenda Monti. Bisogna capire se questo Paese vuole veramente aggredire il debito pubblico e usare le risorse che ha a disposizione o meno.

Leggi l'intervista in versione integrale sul Secolo d'Italia del 25 ottobre

ROSARIO CROCETTA? UN ABUSIVO!


Problemi per il tribunale di Gela che, secondo una inchiesta parlamentare fatta dai deputati Giuseppe Marinello e Alessandro Pagano, sarebbe da includere nelle costruzioni abusive della Provincia perché sorgerebbe su un terreno di proprietà privata che dieci anni addietro è stato preso dal comune senza che ci sia stato un atto di esproprio.
 Secondo l'interrogazione presentata al Ministro della Giustizia ed al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il legittimo proprietario, Elio Calafiore, malgrado ben sette sentenze che hanno condannato il comune di Gela del candidato a presidente della Regione Rosario Crocetta, alla restituzione del bene ed al pagamento dei danni, ancora oggi si trova a pagare le tasse catastali, mentre il comune affitta a terzi altri locali dell'edificio.
I due deputati hanno chiesto al Ministro di verificare le irregolarità commesse nella realizzazione del Tribunale di Gela e, in base anche sentenze passate in giudicato, controllare le attività di tutti gli organi preposti alla progettazione ed alla realizzazione dell'opera.
Se il buon governo di Crocetta è questo, se non c'è legalità nemmeno nella costruzioni dei presidi giudiziari, ma si va avanti ad appropriazione di beni altrui, non osiamo immaginare quali danni potrebbe causare un modus operanti di questo genere al governo della Regione.

venerdì 19 ottobre 2012

CONVEGNO SUL PROGRAMMA TRIENNALE DELLA PESCA


Scopo dell'iniziativa quello di aprire il confronto politico istituzionale e con gli altri attori della filiera sulla esigenza di un profondo ripensamento dello strumento del programma triennale, di fatto unico strumento di programmazione a disposizione del settore. Un cambiamento dettato dalla portata della crisi emergenziale in atto e dai sempre più drastici mutamenti di scenario imposti da Bruxelles, che segnano di fatto la fine di un ciclo rispetto ai modelli del passato.
La strategia di urgente ristrutturazione e riposizionamento del sistema imprenditoriale della filiera ittica nazionale proposta da Lega Pesca punta su 5 obiettivi specifici:
Il rafforzamento dell’impresa ittica tramite l’espansione della multifunzionalità, sia attraverso una maggiore integrazione con la filiera della distribuzione e commercializzazione, sia attraverso la sinergia con altri settori produttivi, come il turismo e la ristorazione, e l'affidamento all’impresa ittica di servizi ambientali, come funzioni pubbliche collettive, per la tutela attiva dell'ambiente marino e il presidio sulle coste.
La ricerca di una maggiore semplificazione delle procedure amministrative, che oggi impegnano le imprese della pesca in estenuanti ed inutili attività per lo svolgimento di ordinarie attività produttive, costituendo fattore di crisi della competitività del sistema.
Il rafforzamento dell'assistenza tecnica e di servizi alle imprese, da attuare anche attraverso una delega di funzioni di competenza dello Stato a favore di enti ed associazioni di rappresentanza del settore della Pesca.
La revisione delle strategie e degli strumenti della comunicazione ed informazione istituzionale, come leva per promuovere l'adattamento del settore ai nuovi scenari e promuovere la nuova identità della filiera come risorsa multifunzionale del Paese.
Il rafforzamento dei programmi di ricerca volti a garantire la tutela e la gestione sostenibile delle risorse secondo i principi della "Crescita Blu", con particolare attenzione alla valorizzazione della piccola pesca, al miglioramento della selettività degli attrezzi, al il risparmio energetico e la riduzione di emissioni, all'innovazione in acquacoltura.
Gli strumenti innovativi proposti per l'attuazione di questa strategia si imperniano sul varo di uno specifico Fondo per l'imprenditoria ittica, finalizzato al miglioramento della competitività dell'impresa, con interventi mirati al raggiungimento di tutti gli obiettivi intermedi che concorrono al recupero della redditività; sull'articolazione di una Agenzia nazionale di servizi integrati per l'assistenza alle imprese cui raccordare l'attività dei centri servizi territoriali; sulla predisposizione di un canale tematico Web come piattaforma informativa di servizio e promozione della filiera.
Per la realizzazione degli interventi della programmazione, a fronte dei pesanti tagli già subiti (pari a - 77% degli stanziamenti per interventi negli ultimi dieci anni) Lega Pesca ritiene indispensabile il raddoppio delle attuali dotazioni (circa 17 milioni di euro per il 2012) per un fabbisogno annuale stimato non inferiore ai 35 milioni di euro.

lunedì 15 ottobre 2012

COERENZA DELLE NOSTRE IDEE, ONESTA' DELLE NOSTRE PROPOSTE.


Cari amici,
Il 28 ottobre si dovrà eleggere il nuovo Presidente della regione siciliana.
I candidati sono tanti, alcuni improponibili, altri senza esperienza, altri ancora convinti che la Regione Sicilia sia governabile come se fosse un condominio. Dubbi tanti, certezze poche.
Di certo c'è che l'unico candidato che può dare ai siciliani le garanzie di onestà, competenza, serietà e la giusta esperienza per governare una Regione che arriva dallo sfascio economico-politico e di credibilità messo in atto da Raffaele Lombardo, è Nello Musumeci.
Ed è inutile ricordare che gli ultimi due presidenti della Regione siciliana hanno dovuto rassegnare le dimissioni per motivi non certo politici. E'  anche per questo che bisogna cambiare!
Noi ci fidiamo di te” è lo slogan del candidato presidente Nello Musumeci, e di certo, nel panorama politico siciliano è l'unico che possa usare la parola “fiducia”.
Non ci si può fidare di un candidato “sognante” come Gianfranco Miccichè che ha nel “ribaltonismo” il suo credo politico e pur di stare al governo della Regione ha fatto da stampella ad un agonizzante governo Lombardo;
Non è affidabile Rosario Crocetta, sostenuto dal PD di Lumia e Cracolici che ha governato la Sicilia con Lombardo e sono attori principali del disastro siciliano.
Il governo della Sicilia ha bisogno di persone capaci, di un partito coerente come il Popolo della Libertà e di politici che hanno mantenuto nel tempo la loro integrità morale ed etica non cedendo alle seduzioni di chi, pur di governare, è disposto a cambiare casacca, coalizione o partito.
E per questo che chiedo un sostegno deciso al nostro partito ed ai nostri candidati.
-Non ci interessano coloro i quali si candidano “ad ogni costo” e pur di candidarsi  sono disposti a rinunciare alle proprie idee e cambiano partito come se fosse una cravatta;
-non ci interessano partiti e schieramenti che si scambiano i candidati come fossero i giocatori al calcio mercato
-non ci interessano quelli che si candidano come rivalsa personale.
Noi scegliamo la coerenza delle nostre idee, l'onestà delle nostre proposte, la serietà del nostro candidato Nello Musumeci.

venerdì 12 ottobre 2012

SALVAGUARDARE I LAVORATORI ATA E ITP

L'articolo 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124, stabiliva il trasferimento del personale ausiliario, tecnico amministrativo (ATA) e degli insegnanti tecnico-pratici (ITP) dai ruoli degli enti locali a quelli dello Stato, prevedendo l'inquadramento nelle qualifiche funzionali e nei profili professionali corrispondenti a quelli svolti alle dipendenze dell'ente locale di provenienza ed il riconoscimento ai fini giuridici ed economici dell'anzianità maturata nel ruolo di provenienza; in seguito è intervenuto l'accordo sindacati-ARAN che ha determinato, in difformità rispetto a quanto previsto dall'articolo 8, l'inquadramento del personale trasferito allo Stato non più attraverso il riconoscimento ai fini giuridici ed economici dell'anzianità maturata bensì attraverso il metodo, indubbiamente iniquo, del maturato economico, sulla base di quanto percepito nell'ente di provenienza alla data di entrata in vigore della legge n. 124 del 1999. Paradossalmente, l'accordo ha determinato l'obbligo dì restituzione di ingenti somme di denaro, che rappresentano oneri molto difficili da sostenere per le famiglie interessate.
Ad oggi la situazione è rimasta insoluta ed intanto ai lavoratori che avevano intentato e vinto le cause viene avanzata richiesta di restituzione delle somme percepite malgrado con la sentenza n. C-108/10 del 6 settembre 2011, la grande sezione della Corte di giustizia europea ha definitivamente confermato la correttezza delle richieste del personale sancendo l'illegittimità di un inquadramento comportante «un peggioramento retributivo sostanziale per il mancato riconoscimento dell'anzianità da loro maturata presso il cedente, equivalente a quella maturata da altri lavoratori alle dipendenze del cessionario»
Allora si chiede quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di risolvere in maniera definitiva la questione e riconoscere al personale ATA e agli ITP transitati dai ruoli degli enti locali allo Stato ex legge n. 124 del 1999 il giusto inquadramento spettante e l'anzianità maturata nel ruolo di provenienza.

mercoledì 10 ottobre 2012

SALVAGUARDARE I POSTI DI LAVORO DEL CENTRO SPAZIALE DI SCANZANO


Al Ministro dell'economia e delle Finanze
La società Telespazio, che rappresenta un'importante joint-venture tra Finmeccanica (67 per cento) e Thales(33 per cento) e si configura come tra i principali operatori a livello mondiale nel settore dei servizi satellitari, di osservazione della terra, di navigazione satellitare e di connettività integrata, avvalendosi tra l'altro di un patrimonio di esperienza di altissimo livello tra cui i centri spaziale del Fucino, del Lario, di Matera e dello Scanzano, riveste un ruolo strategico per l'economia italiana, che attraverso i distretti aerospaziali, occupa un ruolo importante per l'economia nazionale; in un processo di internazionalizzazione volto a favorire e sostenere le aziende italiane, al fine di creare le condizioni ottimali per gli investimenti nella ricerca e nella competitività, che rappresentano l'unica strada per sviluppare tecnologie in grado di competere con la concorrenza agguerrita dei Paesi emergenti, come confermato a più riprese anche dal Ministro interpellato, occorrono a giudizio dell'interpellante, politiche industriali adeguate e innovative indirizzate a potenziare e a salvaguardare importanti realtà imprenditoriali di comprovata eccellenza, quale la suesposta società ed i relativi centri spaziali operativi;

l'interpellante segnala che, all'interno del centro spaziale dello Scanzano situato in Sicilia, composto da 35 dipendenti e da 7 antenne i cui impianti risultano indispensabili, anche in considerazione della favorevole e strategica posizione geografica dello stesso centro, emerge una situazione di inquietudine e preoccupazione da parte del personale, a causa delle recenti dichiarazioni dell'amministratore delegato di Telespazio, che ha comunicato che il conto economico a partire dal 1° ottobre 2012, non risulterà soddisfacente rispetto alle attese previste; a mio giudizio, l'importanza del medesimo sito spaziale, appare strategica ed essenziale sia, come precedentemente riportato, per la sua posizione geografica favorevole e cruciale, in considerazione del fatto che il sito siciliano dello Scanzano situato nei pressi dell'omonimo lago artificiale, a circa 40 chilometri da Palermo, rispetto alle regioni oceaniche dell'Atlantico e dell'Indiano, consente la visibilità di gran parte dei satelliti delle due aree con condizioni operative ottimali, che nell'ambito delle potenzialità enormi che il centro spaziale può offrire sia nella telecomunicazione satellitare che nel telerilevamento e la meteorologia

Quali orientamenti nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa; se intendano confermare la situazione di criticità dal punto di vista finanziario che investe attualmente il centro spaziale dello Scanzano, come affermato dall'amministratore delegato di Telespazio ed esposto in premessa;

se sussistano immediati e reali rischi di chiusura o ridimensionamento dell'attività produttiva all'interno del medesimo sito siciliano e, conseguentemente, iniziative da parte di Telespazio volte ad una rivisitazione dell'organico dei dipendenti;

in caso affermativo, quali iniziative infine intendano intraprendere, per salvaguardare i lavoratori del Centro spaziale siciliano, la cui rilevanza in considerazione di quanto esposto in premessa, risulta indubitabile Telespazio e per la totalità dei distretti aerospaziali italiani  

sabato 6 ottobre 2012

ARRIVANO FONDI PER GLI ISTITUTI SCOLASTICI


E’ stato firmato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, di concerto con il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, il “Piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici” su indicazione della Commissione Bilancio alla Camera.
In provincia di Agrigento sono stati finanziati interventi in favore dei seguenti Istituti:
Scuola primaria paritaria “Immacolata di Lourdes” di Sciacca (170.000 euro)
Plesso comunale “Esseneto” di Agrigento (150.000 euro)
Scuola materna “Maria SS del Mirto” di Villafranca Sicula (60.000 euro)
In un momento in cui assistiamo a tanti squallidi trasformismi, noi continuiamo a lavorare nell’esclusivo interesse del nostro territorio. Gli importi finanziati, per un totale di 380.000 europermetteranno la messa in sicurezza di questi Tre Istituti scolastici nella nostra provincia di Agrigento cui seguiranno altri interventi finanziati con apposita delibera CIPE

mercoledì 3 ottobre 2012

UNA NOTA DEL NOSTRO PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI

Berlusconi: Garantisco il risanamento nello spirito del '94

"La presidente del Lazio, Renata Polverini, si é assunta personalmente responsabilità che sono di sistema e riguardano tutte le classi dirigenti in ogni partito. Un gesto libero e di consapevolezza morale. Ora é necessario intervenire con estrema decisione, con coraggio e severità: la politica in Italia rischia di morire nel discredito in conseguenza di comportamenti collettivi e individuali intollerabili al senso comune e alla coscienza pubblica. Nessuno può chiamarsi fuori. Tutti i gruppi nel Consiglio regionale del Lazio erano corresponsabili: maggioranza e opposizione.

Bisogna abrogare il sistema di finanziamento di gruppi e partiti così come l’abbiamo conosciuto. Si sono fatti dei passi in questa direzione, a livello centrale, ma non basta. Le finanze pubbliche regionali e locali devono subire un esame senza indulgenze, e si deve procedere all’abrogazione di ogni erogazione impropria e alla messa in opera di controlli indipendenti che nessuna norma legislativa a tutela dell’indipendenza delle istituzioni può ostacolare.

L’autonomia della politica é una cosa seria, non si difende consentendo comportamenti indecenti.
Su questo garantisco, a nome mio personale e della squadra che entrò in politica nel 1994 per cambiare l’Italia, un impegno di risanamento senza incertezze. Occorre un forte rinnovamento per tornare alla politica come servizio e non come fonte di guadagno per i singoli".
Lo ha affermato in una nota il presidente del Pdl, Silvio Berlusconi.

giovedì 27 settembre 2012

POCHI FONDI PER LE FORZE ARMATE E DI POLIZIA


I commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, prevedono per il triennio 2011-2013, rispettivamente, il divieto di superare il trattamento economico ordinariamente spettante per l'anno 2010, anche con riferimento all'assegno funzionale, al trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, agli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, previsti per il personale delle forze di polizia ed armate, e il congelamento degli effetti economici delle progressione di carriere, dei meccanismi retributivi per classi e scatti e degli adeguamenti annuali per il personale dirigente delle forze di polizia e delle stesse forze armate; in sede di conversione in legge del predetto decreto, all'articolo 8, comma 11-bis, in virtù della specificità del comparto sicurezza, è stato istituito un fondo di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012, destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle forze di polizia e delle forze armate, interessato alle disposizioni di cui al citato comma 21 dell'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010, l'articolo 1 del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, oltre ad incrementare il predetto fondo di 115 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2011-2012, ha previsto una dotazione di 115 milioni di euro per l'anno 2013, e contestualmente ha esteso la destinazione del medesimo fondo al finanziamento di assegni una tantum in favore dello stesso personale alla corresponsione delle relative indennità bloccate dall'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21 del richiamato decreto-legge n. 79 del 2010, i fondi disponibili per l'anno 2011 sono stati sufficienti a coprire tutte le esigenze del personale che hanno maturato i requisiti per la corresponsione delle indennità «congelate» nello stesso 2011, mentre le somme disponibili del sopra citato fondo sono del tutto insufficienti per gli anni 2012 e 2013.
I Deputati Giuseppe Marinello e Gioacchino Alfano chiedono al Ministro dell'Interno quali iniziative il Governo intenda assumere per incrementare il fondo destinato alla compensazione degli effetti negativi del blocco economico previsti dai commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010

martedì 25 settembre 2012

BERLUSCONI: NON CONSEGNERO' IL PAESE ALLA SINISTRA


L'intervista del direttore del Giornale Alessandro Sallusti al Presidente Silvio Berlusconi


Presidente Berlusconi, partiamo dagli inizi. La discesa in campo. Come avvenne?

"Scendemmo in campo con Forza Italia e, in due mesi, con degli alleati, la Lega al Nord e Alleanza nazionale al Sud, avemmo la responsabilità di governare il Paese. Governammo per nove mesi, poi si scatenò la magistratura, mi mandarono un avviso di garanzia proprio in un momento di visibilità mondiale. Ero a presiedere a Napoli un vertice internazionale promosso dalle Nazioni Unite sulla criminalità internazionale. L’avviso di garanzia mi venne trasmesso tramite il Corriere della Sera, pur essendo invece una cosa che doveva essere assolutamente riservata. Piombò come un colpo di clava su di noi e Scalfaro chiamò Bossi e gli disse: “Il tuo compagno di cordata è caduto nel burrone. Se non ti liberi da lui finirai nel burrone anche tu”. Bossi gli credette, la maggioranza venne meno, noi ci dimettemmo. Lì Casini e Fini, che sono dei professionisti della politica e non guardavano al bene dell’Italia ma solo a se stessi, decisero di non dare vita a un governo di transizione. E quindi andammo alle elezioni ancora divisi da Bossi".


E alle urne vinse il centrosinistra...

"Consegnammo per cinque anni il Paese alla sinistra. Ci fu Prodi, Amato, ci furono quattro governi diversi in cinque anni che cancellarono anche quello che avevamo fatto di buono in nove mesi. Poi noi vincemmo le Regionali costringendo D’Alema alle dimissioni e nel 2001 ottenemmo un grande risultato che ci permise di governare dal 2001 al 2006".

Cosa successe in quella strana notte dello spoglio elettorale del 2006? Ce lo racconta?

"Facemmo una grande campagna elettorale e stavamo vincendo, venne da me il ministro dell’Interno Pisanu a mezzanotte dicendo: “Abbiamo vinto per 300mila voti”. Poi si fermarono le comunicazioni da alcune regioni, Campania e Calabria, e la sinistra prevalse per 24mila voti. Trasformarono in voti per loro tutte le schede bianche. Vinsero, ma con una coalizione composita, e durarono meno di due anni per cui noi nel 2008 andammo alle elezioni e vincemmo alla grande, e abbiamo governato fino al 14 novembre dell’anno passato".

In totale quasi dieci anni a Palazzo Chigi.

"E in questi quasi dieci anni di governo io ho l’orgoglio di dire che abbiamo fatto tante cose giuste pur con i limiti che dà a un governo questa Costituzione. Abbiamo fatto circa quaranta riforme. Impostato dall’Alta velocità a tantissime opere pubbliche. Avevamo dato l’avvio ai lavori per il ponte sullo Stretto, ma la sinistra, con Di Pietro ministro, ha cancellato il nostro lavoro di cinque anni in cinque minuti, dicendo che non era un’opera prioritaria e lo fece perché è un’opera targata Silvio Berlusconi".

I cantieri e le grandi opere. Poi?

"Grazie alle nostre riforme i ragazzi hanno un anno di libertà, prima c’era la leva obbligatoria. Non si fuma più nei locali pubblici, mezzo milione d’italiani ha smesso di fumare e sono calati i casi di cancro ai polmoni. Poi la riforma dell’università e della scuola. Una lotta alla criminalità mai messa in campo: inventammo il poliziotto, il carabiniere di quartiere usando i soldati, che stavano inattivi nelle caserme, nei quartieri periferici delle grandi città. La patente a punti ha portato nell’anno successivo a 91.700 incidenti in meno".

E uscendo dai confini nazionali, cosa vede?

"In politica estera abbiamo fatto miracoli: l’Italia non contava niente, era in ginocchio in Europa di fronte alla Germania e alla Francia. Io in ginocchio non mi sono mai messo di fronte ai leader di questi due Paesi. Molte volte ho usato il diritto di veto in Europa. Abbiamo rafforzato l’amicizia con moltissimi Paesi, con i Paesi africani del Mediterraneo, Egitto, Tunisia, Libia, Libano, e questo ha fatto un grande bene alle nostre imprese che sono praticamente raddoppiate come presenza durante il nostro governo".

Come ha fatto?

"Già nel ’94, nei vari Paesi, chiedevo agli ambasciatori: quante sono le esportazioni italiane qui? Zero. Quante imprese ci sono qui? Zero. Quante sono le imprese di qui che hanno aperto sedi in Italia? Zero. Convocai tutti gli ambasciatori in Italia e dissi: “Voi siete la mano operativa nei vari Paesi dell’industria italiana; da questo momento basta andare ai cocktail con i vostri colleghi, siete coloro che devono aiutare le imprese italiane a diffondere i loro prodotti, cercare dei soci per le imprese italiane, cercare investitori per farli venire in Italia, cercare cittadini che vengano a fare i turisti in Italia. E oggi posso dire che gli ambasciatori, i consoli italiani fanno questo ed è stato un cambiamento epocale".

Lei è stato accusato in politica estera di praticare la politica del ’cucù’.

"Ho fatto non la politica del “cucù”, o delle pacche sulle spalle, come mi hanno accusato di fare, ma ho stabilito con i miei colleghi un’amicizia non solo cordiale ma affettuosa. Per cui è facilissimo trattare le cose direttamente al telefono".

Ma la storia del cucù di Trieste alla Merkel da dove nasce?

"La Merkel aveva avuto il “cucù” da Vladimir Putin, che me l’aveva raccontato, e io quindi l’ho bissato per la facilità di rapporto che avevo con la Merkel che, oltre tutto, è una mia compagna di partito".

Da dove nascono invece gli attriti con Sarkozy?

"Avevamo un rapporto molto buono ma a un certo momento ce l’aveva con me dopo la nomina di Draghi alla Bce. Io avevo ottenuto il suo voto su Draghi, dopo tutti gli altri colleghi europei, perché pretendeva una continuazione del suo presidente francese, ma gli facemmo capire tutti che non era il caso. Lui chiese giustamente che il nostro Bini Smaghi si dimettesse per consentire l’elezione di un francese. Io garantii. Ma Bini Smaghi oppose una resistenza forsennata. Resistette, resistette, resistette e alla fine si dimise in tempo perché io potessi mantenere la promessa. Ma Sarkozy si rivolgeva a me come se io non avessi mantenuto la parola. Addirittura una volta ci incontrammo fuori dal Consiglio europeo, gli tesi la mano e lui la scartò. Una persona in cui l’arroganza vince sull’intelligenza. E i francesi l’hanno capito".

Uno dei grandi temi di oggi è l’Europa, e la crisi dell’euro. Da dove nasce?

"Facendo l’Europa, i Paesi sovrani hanno ceduto all’Europa un loro fondamentale diritto, il diritto a stampare moneta, l’abbiamo dato alla Banca centrale europea e i Paesi che hanno ereditato dal passato dei debiti importanti, incutono timore negli investitori perché il fatto di non stampare moneta ha esposto e espone il debito sovrano alla possibilità di un default, alla possibilità di un fallimento".

E il debito italiano è altissimo...
"Noi abbiamo il 120% del debito rispetto al Pil, il Giappone ha il 238%, ma riesce a collocare i titoli del debito pubblico all’1%, come mai? Perché chi investe è sicuro che al momento del rimborso avrà i suoi soldi perché la banca giapponese può stampare nuova moneta. Svaluta la moneta nel suo complesso, ma la svalutazione è di cifre piccolissime. Chi può stampare moneta non crea ipotesi di rischio, paura, timore negli investitori".

Ma il ruolo di Berlino è decisivo in questo senso.
"La Germania, invece, per il timore dell’inflazione che le deriva dalla Repubblica di Weimar, non consente che la Bce si assuma il rischio dei debiti pubblici dei Paesi e che batta euro in più. E questo è un mattone che pesa sullo sviluppo europeo in una maniera tragica".

Chi può far diminuire lo spread?

"L’Europa. Ed è nato un nuovo ente europeo: l’Esm, cioè il fondo d’aiuto per contrastare lo spread. Ma ha delle regole che difficilmente lo faranno funzionare, perché bisogna avere la maggioranza dell’80% degli Stati. Se Germania, Finlandia, Polonia non sono d’accordo, non si fa nulla. Quindi è più che altro un qualcosa fatto intravedere ma sulla cui reale capacità e possibilità di funzionare esistono dei dubbi grandissimi".

Ci sarà pure un aspetto positivo.

"L’unica cosa positiva è che Draghi ha detto che stamperà moneta per acquistare titoli del debito pubblico quando questi non trovassero investitori privati. Lo spread da 535 è calato a 335, ma è una cosa provvisoria. Non si sa se l’Esm potrà funzionare e chi ne usufruirà dovrà sottostare alle indicazioni per la riduzione del proprio debito pubblico".

Come le norme sul Fiscal compact?

"Il Fiscal Compat impone ai Paesi che hanno più del 60% del debito pubblico di ridurre del 5% all’anno il debito stesso. L’Italia dovrebbe ridurre il suo debito di 40-50 miliardi ogni anno, cosa assolutamente impossibile. Anzi, sarebbe possibile se l’economia fosse in crescita, ma se si aumentano pressione fiscale e tasse non si sostiene la crescita e si va verso una recessione indefinita".

Invece come dev’essere l’Europa?

"Solidale, deve sostenere i Paesi debitori senza imporre delle regole che, anziché favorire la crescita, favoriscono la recessione e quindi l’aumento dei debiti".

Lei è sempre stato contrario al Fiscal compact...

"Quando c’è stato da votare io ho messo il veto dell’Italia e si è interrotta per due ore la riunione. E l’ho detto a Juncker: “L’Italia non può accettare questa riduzione forzata del debito applicando regole che vengono imposte dalla Germania come Stato egemone”. Perché il Pil misurato è solo il Pil emerso, ma l’Italia ha purtroppo un sommerso, soprattutto al Centro e al Sud, che si avvicina all’80%. Si sarebbe dovuto calcolare il nostro Pil globale. E la nostra economia non può essere considerata solo per il debito, ma anche per il risparmio privato, delle famiglie e delle aziende".

Gli italiani sono un popolo di risparmiatori, non è così?
"Le famiglie italiane sono risparmiatrici, l’82% ha una casa di proprietà. Noi abbiamo 2mila miliardi di debito, ma il nostro attivo è fatto di quasi 9mila miliardi. Fatto di depositi in banca, investimenti in azioni, capitali delle nostre imprese, risparmi dei nostri cittadini, proprietà immobiliari. Noi, sommando il Pil emerso e sommerso e guardando per il debito e attivo, siamo la seconda nazione dall’economia più solida in Europa subito dopo la Germania. E non a caso il tenore di vita delle famiglie italiane è considerato il primo in Europa".

Quindi cosa prevedeva l’accordo raggiunto sul Fiscal compact?

"Abbiamo trovato con Juncker una formula che è stata aggiunta al testo che diceva: si devono guardare le particolarità di ogni singolo Paese facendo riferimento al Pil emerso al debito pubblico sommato alle attività del Paese. Lì si è creato il contrasto con Germania e Francia, succube di Berlino".

Qual è il primo punto di programma per un suo futuro governo?

"Come abbiamo abrogato l’Ici così abrogheremo subito l’Imu, perché la casa è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di fondare la propria sicurezza del futuro. E invece voi sapete che la sinistra come primo punto del suo programma ha l’imposta patrimoniale anche sui piccoli appartamenti".

Perché si è dimesso?

"Perché in quel momento esisteva una pressione terribile contro di noi che dava tutte le colpe dell’alto spread al mio governo. Restare al governo sarebbe stato fonte di nuove speculazioni e non avremmo potuto resistere con la maggioranza che c’era rimasta. Abbiamo avuto il tradimento da gente che era stata eletta con il simbolo del Pdl e con sotto “Berlusconi presidente”. Si sono portati di là 36 parlamentari. E alla fine abbiamo avuto il tradimento di altri cinque personaggi per ciascuno dei quali io avrei messo la mano sul fuoco. C’era rimasta una manciata di voti di preferenza, ma continuava l’azione dell’opposizione nei confronti di nostri. Allora ho preferito fare un atto di responsabilità".

Ma lei è sempre stato dipinto come un dittatore...

"La sinistra mi aveva illustrato come il fondatore di un regime, come un dittatore, come un despota: ho dato atto, prova di non essere questo, e con senso dello Stato e senso di responsabilità mi sono opportunamente tirato indietro".

E perché ha scelto di restare in silenzio?

"Da allora non ho fatto più un’intervista né alla televisione né ai giornali. Ma voi avete visto tante frasi di Berlusconi sui giornali: nessuna è mia. I giornali hanno preso l’abitudine di titolare anche mettendo tra virgolette delle frasi attribuite a me che io non ho mai detto né tanto meno pensato. Purtroppo non ci si può salvare da questo. I primi due mesi ho fatto 22 agenzie di smentita. Totalmente inutili. Poi ho smesso e sono stato zitto. Vi chiederete perché sono qui oggi".

Siamo curiosi...

"Non sono andato nemmeno ad Atreju. Per cui oggi è la prima volta. Ho pensato che qui avrei incontrato tante persone che la pensano come me e che sono fedeli alla nostra idea di democrazia e libertà dalla fondazione del Giornale. E siccome il Giornale è stata la principale e forse l’unica bandiera di libertà che è sventolata in Italia dal ’92-’93 e anche prima con Indro, ho pensato che se ancora ci sono degli abbonati al Giornale che hanno ritenuto di riunirsi tutti insieme per venire qui anche per sentire questa conversazione, per incontrare Silvio Berlusconi, io dovevo a loro, e quindi a voi un ringraziamento per questo vostro gesto di vicinanza e di fedeltà ed è per questo che sono ultrafelice di essere oggi qui con voi".

Per non inventare virgolettati ci dica cosa pensa di Angelino Alfano.
"È una persona speciale. Di tutti i politici in campo è il migliore. È una persona di grande e profonda intelligenza, di grandissima lealtà, di grandissimo amore per l’Italia. Io gli voglio bene come a un figlio, sono sicuro di essere ricambiato di un amore filiale verso colui che lui considera il suo padre nel servizio ai cittadini. È 35 anni più giovane di me e ha portato e porterà un’ondata di freschezza, di gioventù, di novità, nella vita politica italiana".

Anche a sinistra con Renzi si vede una novità...

"Si è verificato un fatto positivo con Renzi. Ha cominciato un giro d’Italia con degli interventi che sotto la sigla del Partito democratico portano avanti esattamente le nostre idee. Questo ci fa piacere, perché se accadesse un miracolo e cioè che Renzi vincesse le primarie e fosse lui il leader del Pd si verificherebbe in Italia questo miracolo: che finalmente il Partito comunista italiano che ha tante volte cambiato nome ma non ha mai cambiato modo e concezione diventerebbe un partito socialdemocratico. Quindi tanti auguri a Matteo Renzi".

Quale sarà il suo ruolo?

"Beh, io ho nominato un successore, l’ho presentato come segretario del partito. Alfano è stato nominato all’unanimità perché ha la stima di tutti".

Poi cos’è successo?

"È successo che le cose in Italia si sono complicate. È nato il governo Monti. Noi abbiamo dato il nostro voto e la nostra fiducia perché riteniamo che il governo oggi abbia il consenso dell’opinione pubblica internazionale. Monti certamente ha questo grande merito, dopo che invece il precedente governo e in particolare la mia figura è stata insidiata dal comportamento della Merkel e di Sarkozy".

Ora a Parigi c’è Hollande...

"Purtroppo la Francia è caduta nelle mani della sinistra e Hollande sta cercando di mantenere la promessa elettorale per cui chi guadagna più di un milione verrà tassato del 75 per cento. Morale, moltissimi francesi stanno cercando di cambiare residenza andando in Svizzera, in Belgio, in Canada, nei Paesi francofoni".

Il panorama politico attuale è confuso. È spuntato anche Grillo...

"È uno straordinario attore comico. È sempre stato bravissimo. Io l’ho avuto in televisione. Lo conosco e ho grande stima per l’attore comico Grillo. E cosa sta facendo adesso? Sta facendo esattamente lo stesso mestiere che faceva prima. Ha qualcuno che gli scrive il copione e lui recita con un’adesione totale al copione in tutte le città d’Italia. Io ho visto tre interventi di Grillo, a Gorizia, a Verona, a Palermo. Assoluta identità di tutti gli argomenti. Non solo. Identità delle battute; quelle che sembrano battute inventate, le stesse. Ha detto a Gorizia e a Palermo: “Guarda, non abbiamo più nemmeno gli occhi per piangere, guarda che scarpe hai tu, non c’hai nemmeno le stringhe”. E poi su Monti che dice: “Vedo una luce in fondo al tunnel”, lui: “No presidente, non è una luce, è un rapido che viene avanti e ci sta investendo”".

Nei sondaggi il gradimento di Grillo è alto. Come mai?

"Io spero che gli italiani che dicono di votare Grillo, che nei sondaggi sono arrivati al 12%, capiscano chi è Grillo. Un attore comico da applausi. Che vedano come non ci si improvvisa capaci di gestire una città, una Provincia, una Regione, un Paese. Guardate cosa succede a Parma, un disastro".

Ma la gente forse vuole una politica diversa...

"Capisco le ragioni di chi vuole una politica che non sia portata avanti da professionisti della politica che non pensano al bene comune ma solo alla loro carriera politica, alla loro ambizione politica. E che quindi vogliono giustamente facce nuove. Ma non quelle facce lì, con quei propositi scritti sulla sabbia come quelli di Grillo".

Quindi cosa propone?

"Noi dobbiamo cominciare da adesso a raccontare agli italiani come si deve votare. Perché se gli italiani vanno verso un voto così frazionato, avremo un governo che non potrà fare nulla. Perché la nostra Costituzione dà potere al Parlamento, al capo dello Stato, alla Corte Costituzionale; non al governo. Il presidente del Consiglio non può cambiare un ministro. Per far dimettere quel ministro deve dimettere tutto il governo. E poi c’è il problema della Corte Costituzionale che non intralcia l’attività legislativa".


Come mai?

"Perché la Corte Costituzionale è formata oggi da 11 membri di sinistra e da 4 del centrodestra. Tre successivi presidenti della Repubblica della sinistra anziché usare la loro prerogativa di nominare cinque membri per equilibrare, come dice lo spirito delle Costituzione, hanno messo lì cinque uomini appartamenti all’area della sinistra. Quindi la Corte Costituzionale oggi non è un’istituzione di garanzia tra le parti, ma è un organismo politico della sinistra che abroga tutte le leggi che non piacciono alla sinistra".

Faccia qualche esempio.

"Per esempio una legge che anche parte della sinistra aveva votato, quella che dice che un cittadino italiano sottoposto a processo e assolto in primo grado non possa essere più richiamato nel girone infernale delle Corti d’Appello e in Cassazione perché con questo gli si rovina la vita per anni. Gli si rovina la vita familiare, gli affetti, la vita sociale, economica, è una persona che non è più uguale alla persona di prima. È una cosa logicissima e civile come succede in tutte le grandi democrazie a partire dagli Stati Uniti d’America. Ma questa Corte Costituzionale ha abrogato anche una legge così giusta e così civile".

La sua proposta quale sarebbe?

"Bisogna cambiare la Costituzione. Per cambiare la Costituzione bisogna avere una maggioranza, ma non una maggioranza composita, bisogna avere la maggioranza di un singolo partito. La Costituzione deve essere cambiata, perché il primo ministro, come i suoi colleghi dei Paesi occidentali, abbia la possibilità di nominare e revocare i ministri, perché possa a suo giudizio usare il decreto legge immediatamente efficace giudicando lui sulla necessità e l’urgenza di un determinato provvedimento. E i disegni di legge vanno esaminati da un solo ramo del Parlamento in un termine massimo di 90 giorni".

Sul presidente della Repubblica qual è la sua proposta?

"L’elezione non va lasciata ai segretari dei partiti, ma il capo dello Stato dev’essere eletto direttamente dai cittadini".

Cosa sarà del suo futuro politico, ritorna in campo?

"Io non sono mai uscito dal campo, in questi mesi ho sempre lavorato dalle 7 di mattina alle 2 di notte nella politica e nella mia formazione politica. Il mio futuro dipende dalla legge elettorale. Se sarà proporzionale io potrò avere un certo ruolo, se la legge elettorale sarà qualcos’altro ancora, con sistemi che mi paiono molto democratici e produttivi perché danno la possibilità di governare, allora potrò decidere quale dovrà essere il ruolo di Silvio Berlusconi che si sente ancora caricato della responsabilità di non consegnare la sua Patria, il suo Paese che ama, alla sinistra".

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...