martedì 21 febbraio 2012

LO STRANO CASO DELLA GTL E DEI 26 MILIONI DI EURO

Da circa un anno 400 risparmiatori italiani sono rimasti vittime di una appropriazione indebita sulla piazza finanziaria di Dubai, alla quale non si riesce a porre rimedio né per il tramite dei normali canali finanziari, né per via giudiziaria o diplomatica; in sostanza gli investitori avevano affidato una complessiva somma di 26 milioni di euro alla società GFOREX spa di Milano che la investiva sulla piazza di Dubai utilizzando una piattaforma telematica e i servizi di trading forniti dalla società GTL
A decorrere dal 18 marzo 2011 il broker GTL ha impedito a GFOREX di accedere alla suddetta piattaforma, bloccando di fatto tutte le operazioni di trading. I 26 milioni di euro sono così rimasti nelle casse della GTL; la società GFOREX ha quindi avviato una azione legale nei confronti di GTL, sia attraverso uno studio legale di Dubai, che ha proposto denunzia alla locale procura, sia alla procura di Milano. Il rappresentante legale della GTL, Riaz Mohammad, di origine pakistana, non si è mai presentato alle convocazioni dell'autorità giudiziaria di Dubai, tuttavia nei suoi confronti non risulta emesso alcun provvedimento ingiuntivo o restrittivo;
della vicenda è stato interessato, senza esito, anche il consolato italiano a Dubai. Sono rimaste senza risultato, a quanto consta all'interrogante, anche le richieste di sostegno alle istanze degli investitori, informalmente avanzate nei confronti del Ministero degli affari esteri italiano e della locale ambasciata italiana;
secondo alcune informazioni raccolte, la GTL garantirebbe parte delle liquidità della borsa di Dubai e forse questo fatto potrebbe essere la causa della particolare protezione di cui godrebbe il signor Riaz, che continua ad operare sulla piazza di Londra, ha aperto una società consorella della GTL alle Isole Vergini e investe, a quanto è dato sapere, in Australia;
nel periodo decorrente dal marzo 2011, la GFOREX è stata dichiarata fallita dal tribunale di Milano. Il curatore fallimentare, avvocato Giorgio Zanetti, ha ricevuto una proposta dai legali del finanziere Riaz, consistente nell'anticipo di una piccola somma e nella restituzione del capitale in 4-5 anni. La proposta è stata giudicata inaccettabile dai risparmiatori;
della vicenda si è avuto riscontro in alcuni articoli sul Corriere della Sera, con l'unico risultato di una minaccia di querela da parte della GTL, se il Ministro interrogato non ritenga opportuno un intervento a livello diplomatico, volto a far sì che il Governo degli Emirati Arabi intervenga nella vicenda e sia sensibilizzato sui possibili effetti negativi che tale vicenda potrebbe avere sulla fiducia e sulla credibilità finanziaria di cui gli Emirati godono.

giovedì 16 febbraio 2012

UN BELL'ARTICOLO DI FELICE CAVALLARO PER CAPIRE COME STA IL PD IN SICILIA

In vista delle elezioni di maggio per il sindaco di Palermo, il Centro sinistra andrà ai gazebo il 4 marzo. Ma è come se si andasse ai materassi. Con una guerra tutta interna al Pd. A Bersani tanti hanno chiesto di dire una cosa di sinistra per la Sicilia e lui ha candidato Rita Borsellino come sindaco in pectore. Ma c’era un suggeritore, lo stesso Vendola che ha vinto a Genova. L’aveva indicata per primo, assecondato senza convinzione dal segretario del Pd siciliano, Giuseppe Lupo, pur cosciente che la scelta equivaleva a mollare il Terzo polo e il governo regionale di Raffaele Lombardo sostenuto da un altro pezzo del partito, quello di Giuseppe Lumia e Antonello Cracolici.
SCANDALO FINANZIAMENTI- Gli stessi che per Palermo si sono affrettati a contrapporre un secondo «esterno», un dipietrista allevato nella scuderia di Leoluca Orlando, il trentenne Fabrizio Ferrandelli. Adesso in gara come un altro trentenne con storia, invece, tutta interna al Pd, Davide Faraone, deputato regionale, deciso a correre contro i «vecchi» con la benedizione del gran capo dei rottamatori, proprio Matteo Renzi in arrivo sabato a Palermo dove ha già mandato il suo guru, Giorgio Gori, per mettere pepe alla campagna elettorale del dopo-Cammarata in una città soffocata da rifiuti e disoccupazione. Ed è proprio Faraone ad alzare i toni accusando Bersani: «E’ scandaloso e scorretto che il mio partito da Roma finanzi la campagna elettorale di Rita Borsellino». Bordata rimbalzata su una tiepida smentita di Antonio Misiani, il tesoriere Pd.
CANDIDATI MOLTIPLICATI- Se a Genova Bersani s’è lamentato di aver perso le primarie perché il Pd aveva due candidati, qui le cose si complicano. Quasi si raddoppia. Perché la Borsellino, pur europarlamentare in quota Pd, non perde occasione per dire che lei il suo gruppo ce l’ha, «Un’Altra storia». Ma proprio dalle animosità interne a quest’altra scuderia si smarca una delle grandi elettrici della Borsellino, Antonella Monastra, attivissima consigliere comunale, pronta anche lei a correre per le primarie del 4 marzo. Meno di tre settimane e si va quindi ai gazebo. Una sorta di epilogo alla OK Corral dopo il referendum invocato da Enzo Bianco, Bernardo Mattarella e Mirello Crisafulli contro i «filogovernativi» per fare cadere Lombardo. Mossa contrastata con la mozione di sfiducia contro Lupo, presentata da 188 big del partito guidati da Lumia e Cracolici. Ma proprio lunedì sera Lupo una soddisfazione se l’è presa in direzione provinciale a Palermo con l’approvazione di una relazione a suo favore. Una boccata d’ossigeno per potere lavorare fino al 4 marzo per la Borsellino e per la sua poltrona.
CENTRODESTRA AL PASSO- Un quadro confuso. Forse meno confuso di quello del Pdl. Ancora più spaccato e incerto su candidature che hanno bruciato nomi «eccellenti» come quelli dei rettori Roberto La Galla e Gianni Puglisi. Un partito sfilacciato, lontano dal famoso «61 a 0», adesso impegnato con Alfano e Schifani a tentare di convincere il presidente dell’Assemblea regionale Francesco Cascio a proporsi in prima persona. Anche perché un suo giovane fan, il trentenne presidente del Coni Massimo Costa è stato candidato dal Fli del finiano Fabio Granata e piace tanto a Lombardo quanto al ribelle neo autonomista Gianfranco Micciché.
ROMPICAPO MIGLIAVACCA- Al di là dei patimenti del Centrodestra, resta un rompicapo nel Pd la tortuosa partita siciliana affidata a Maurizio Migliavacca, il coordinatore della segreteria nazionale che da due anni media e rinvia, placa e redarguisce, va e viene dall’isola senza riuscire a mettere d’accordo le anime dilaniate da quello spaccapartiti che è diventato Lombardo fra ribaltoni e giravolte. Col risultato che Lumia e Cracolici s’aggrappano al fuoriuscito Idv, mentre Lupo con Sergio D’Antoni e altri big s’affidano alla Borsellino. Lasciando al giovane Faraone, all’ambasciatore di Matteo Renzi, la compiaciuta soddisfazione di presentarsi come «l’unico candidato iscritto al Pd, ma anche l’unico non sostenuto dalle due cordate, né da Bersani né dai suoi avversari siciliani». E visto che ad aiutarlo c’è Gori («Si occupa di tutto, dal volantinaggio alla regia degli eventi») eccolo coniare lo slogan di giornata pensando a Genova: «Sono io il Doria di Palermo, un Doria tesserato del Pd».
SFIDUCIA AL SEGRETARIO- Migliavacca storce il naso, come Bersani che assicura di non essere preoccupato: «Lo sono gli altri. Non noi». E sulla Borsellino: »Una figura molto significativa per battere la destra e dare un’amministrazione seria e pulita a Palermo». Ma entrambi speravano nel rinvio di referendum e sfiducia a dopo il voto. Smentiti dalla sopraggiunta conferma della convocazione del parlamentino Pd per l’11 marzo, una settimana dopo le primarie. I filogovernativi, implacabili, vanno alla conta contro Lupo, forti delle 188 firme già raccolte fra i 364 membri. Cinque in più di quanti ne bastano per far cadere il segretario. Che spera nei gazebo e nei materassi del 4 marzo.
Felice Cavallaro - Corriere della Sera -16 febbraio 2012

CONTINUA LA BATTAGLIA PER SCONGIURARE LE TRIVELLAZIONI A LARGO DI SCIACCA

Conferenza stampa ieri pomeriggio del comitato stoppa la piattaforma per relazionare sulle nuove richieste che la multinazionale inglese Northern Petrolium ha presentato chiedendo di effettuare ricerche petrolifere a 12 miglia vicino Sciacca. Una prima istanza, denominata «d30 G.R-. NP è ubicata nel Canale di Sicilia, a sud-ovest di Porto Empedocle ed Agrigento,». La seconda richiesta, denominata «d29 G.R-. NP» interessa il Canale di Sicilia, a sud di Sciacca e ad ovest di Porto Empedocle, nella Zona «G». La distanza dalla costa siciliana varia da un minimo di 19 chilometri fino ad un massimo di 32 chilometri (circa 17.3 miglia marine). L'area ha una superficie di 153, 5 chilometri quadrati.
Una zona che presenta diverse criticita': vicinanza alla costa, trivellazioni in acque profonde, vicinanza al vulcano Empedocle, zona di pesca e di riproduzione di numersoe specie ittiche di importanza commerciale.
Il comitato Stoppa alla Piattaforma, sebbene ieri sera fossero solo in cinque, ha voluto attenzionare queste due richieste e intende mobilitarsi per bloccare queste autorizzazioni, contro le quali, l'1 febbraio scorso il deputato saccense Giuseppe Marinello con una interpellanza urgente al ministro dell'ambiente e della tutela del mare ne evidenziava la gravita'.
Da parte della Nothern petrolium però, si legge nel loro sito ufficiale, queste due richieste di trivellazioni non hanno alcun impatto sulle riserve naturali e comunque hanno già presentato una nuova relazione per ridisegnare la zona di interesse e rientrare nella zona scoperta dal Decreto legislativo 128/10 entrato in vigore il 26 agosto 2010. firmato dall'allora ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Perché un decreto legislativo c'è e le società petrolifere devono rispettarlo.
L'unica cosa sicura, considerato che i permessi non sono stati rilasciati, è che dei rischi sismici e vulcanici, negli studi presentati della Northern Petroleum Ltd., non c'è traccia.

mercoledì 8 febbraio 2012

MA IL PORCELLUM NON ERA DA CAMBIARE?

Tele Radio Sciacca

Luciano Violante dice no ad una riforma elettorale nella quale vengano reintrodotte le preferenze. ''Siamo assolutamente contrari – ha detto il responsabile Riforme del Pd – al ritorno alle preferenze, perche' aumentano i costi della politica e premiano chi usa le clientele''.

Vedendo i giornalisti poco dopo l'incontro con i rappresentanti del Pdl, l'ex presidente della Camera ha sottolineato: ''con il Pdl abbiamo un accordo di fondo per una legge che riduca la frammentazione parlamentare. Abbiamo parlato anche di riforme costituzionali, in particolare della riduzione del numero dei parlamentari e del superamento del bicameralismo paritario''.

Le considerazioni su queste dichiarazioni di Violante le lasciamo a voi.

giovedì 2 febbraio 2012

SOSPENDERE LE ISTANZE DI RICERCA DELLA NOTHERN PETROLEUM

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza 2-01342
presentata da
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO 
mercoledì 1 febbraio 2012, seduta n.580



  Dopo il rigetto dei permessi di ricerca nel banco di Pantelleria i petrolieri ci riprovano con due permessi di ricerca a Sud di Sciacca e Porto Empedocle. La società proponente è la Northen Petroleum, che ha presentato due istanze. La prima è ubicata nel Canale di Sicilia, a sud-ovest di Porto Empedocle ed Agrigento. La distanza dalla costa siciliana varia da un minimo di 19,7 chilometri ed ha una superficie di 334.5 chilometri quadrati. La seconda è ubicata nel Canale di Sicilia, a sud di Sciacca e ad ovest di Porto Empedocle, nella Zona «G». La distanza dalla costa siciliana varia da un minimo di 19 chilometri (circa 10.3 miglia marine) fino ad un massimo di 32 chilometri (circa 17.3 miglia marine) e l'area ha una superficie di 153, 5 chilometri quadrati.
Le due richieste, secondo il deputato Giuseppe Marinello che ieri ha presentato una interpellanza al Ministro dell'ambiente e della tutela del mare, presentano notevoli criticità, sollevate peraltro anche delle amministrazioni di Sciacca e Porto Empedocle. Prima fra tutte la presenza di una forte attività sismica e vulcanica nella zona marittima interessata. A circa 26 miglia nautiche dalla costa di Sciacca e a 39 da Pantelleria, si trovano le bocche vulcaniche dell'Empedocle, ma dei rischi sismici e vulcanici, negli studi presentati della Northern Petroleum Ltd., non c'è traccia.
Ulteriori problemi, scrive Marinello nella sua interpellanza, derivano dalla presenza di una corrente di risalita che porterebbe gli eventuali fanghi ed oli sversati direttamente sulle coste di Sciacca, danneggiando l'economia turistica locale e le aree protette della riserva naturale orientata Foce del Fiume Platani e della riserva naturale orientata di Torre Salsa.

In conclusione, la società petrolifera ha chiesto due permessi di ricerca proprio di fronte la costa saccense, non tenendo conto che nell'estate del 2010 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva vietato le prospezioni petrolifere nelle aree costiere del Mediterraneo e in tutte le aree che presentino particolare pericolosità geologica e chiede di sospendere le istanze di ricerca della Northern Petroleum Ltd., nel canale di Sicilia, sino alla definizione di una nuova normativa nazionale.

mercoledì 1 febbraio 2012

CHE FINE HA FATTO IL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO?

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un continuo flusso di informazioni discrepanti, se non antitetiche, circa la sorte del progetto infrastrutturale strategico del Ponte sullo Stretto di Messina, in balia di vicende alterne e costanti “stop & go” che disseminano preoccupazioni e confondono circa le reali intenzioni e le contestuali decisioni che si intendono assumere. L’opera è una delle priorità del riscatto del Sud poiché servirà ad attrarre notevoli flussi turistici, a continuare l’alta velocità da Salerno fino alla Sicilia, ed anche per la logica dell’intermodalità dei trasporti che la realizzazione dell’opera comporterà. Una rete moderna ed efficiente di infrastrutture, di linee ferroviarie ad alta velocità, di più vie del mare, di porti adeguatamente ristrutturati, di aeroporti più dinamici, ed altro per abbassare gli attuali costi di trasporto dando maggiore competitività al Sud che diventerebbe la vera “cerniera” tra l’Europa e le altre economie emergenti, un collante tra due realtà che avranno nei prossimi decenni un ruolo strategico nell’economia mondiale. Infatti, sotto il profilo prettamente economico, il progetto di costruzione del ponte sullo Stretto deve essere qualificato quale investimento produttivo, con ricadute positive, e con un costo complessivo che sarà solo in parte a carico del settore pubblico italiano poiché è stata già prevista l’opportunità di ricorrere al “project financing” per la gran parte dell’opera, esercitando una profonda capacità di attrattiva sui privati dotati di lungimiranza e visione strategica.

Adducendo una valutazione circa le innegabile ricadute positive, occorre sottolineare che non solo si stima una crescita enorme dei flussi turistici da qui al 2020 favorendo altresì la mobilità all’interno del Mezzogiorno e, in prospettiva, con il resto del mondo, ma che ne beneficerà anche il mercato del lavoro prevedendo l'impegno di circa quarantamila unità lavorative per la realizzazione dell'opera, e contestualmente attivando un circolo virtuoso per tutto l'indotto legato alla costruzione la riduzione dello scarto infrastrutturale in considerazione della circostanza che l’Italia soffre un gap di questa natura con il resto del continente europeo.
E’ necessario considerare l’opera strategica, assumendo una prospettiva multisettoriale e multifunzionale, poiché il Ponte non è solo il Ponte automobilistico, non è solo Ponte dell'alta velocità ferroviaria per le merci e maggiori flussi turistici, ma l'utilità economica è legata alle grandi opportunità che si aprirebbero per l’intera area dello Stretto, un volano di crescita economica e sociale.
Inoltre va rilevato che il progetto definitivo della società Stretto di Messina, comprende le nuove importanti opere deliberate dai Comuni interessati dalla costruzione del ponte, come ad esempio il progetto di fermate ferroviarie intermedie tra Reggio e Messina che consentirà la concreta attuazione di una moderna rete di trasporti metropolitani dello Stretto, rappresentando un ulteriore valore aggiunto per il territorio, mentre per ciò che concerne gli aspetti correlati alla sicurezza antismica delle opere a terra, nel progetto definitivo sono state recepite ed implementate tutte le previsioni recate dal nuovo Testo unico delle costruzioni, infatti l'expert panel, organo scientifico a supporto della società Stretto di Messina, formato da esperti del settore, ha già rilasciato pareri ampiamente favorevoli relativi alle tematiche aeroelastiche, geotecniche, sismiche e ambientali.

Al fine di offrire un quadro più chiaro ed esaustivo circa l’evoluzione e lo stato di avanzamento del progetto, è opportuno riferirsi ad una sorta di excursus cronologico delle vicende e delle fasi alterne che hanno procrastinato l’opera, occorre considerare che già dal 2001 vi è stato un sostegno politico bipartisan alla proposta di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

Nel 2003 venne ulteriormente modificato il progetto preliminare, rappresentante l'esito finale di oltre vent'anni di studi e di ricerche specifiche portate avanti dalla concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del ponte ovvero la Società Stretto di Messina S.p.A., una società per azioni il cui capitale sociale è detenuto dall’Anas quale azionista di maggioranza con quota pari all’81,8%, e di cui anche la dalla Regione Siciliana è socia per una quota del 2,5% .

Nell’ottobre 2005, durante il Governo Berlusconi, l'Associazione Temporanea di Imprese Eurolink S.C.p.A., capeggiata da Impregilo S.p.A. vinse la gara d'appalto come contraente generale per la costruzione del ponte con un'offerta di 3,88 miliardi di euro ed il 27 marzo 2006, Impregilo S.p.A. firmò ufficialmente il contratto per la progettazione finale e la realizzazione dell'opera. Seguirono le firme delle altre ditte ma con l'insediamento del nuovo Governo Prodi, il 10 aprile successivo tutto l'iter si bloccò nuovamente e nel 2007 era in procinto di ritirare l'appalto e annullare il contratto con la Impregilo, pur esponendosi al pagamento di una penale di oltre 500 milioni di euro, ma l'allora Ministro dei Trasporti Antonio Di Pietro, insieme all'opposizione di centrodestra, si oppose al proposito procedendo poi ad accorpare la Società Stretto di Messina all'ANAS, riducendo il numero dei suoi dipendenti, ed evitando sia il pagamento delle penali alle società appaltanti per la mancata esecuzione dei lavori, sia la perdita di decenni di studi e progetti e la risoluzione dei contratti d'appalto rimasti invece tuttora validi.

Il nuovo Governo Berlusconi, succedutosi nel maggio del 2008, nel gennaio 2009 il riconfermava il suo impegno a realizzare l'opera, ed il 2 ottobre dello stesso anno, la Società Stretto di Messina S.p.A. impartiva al Contraente generale l’ordine di inizio dell'attività di progettazione definitiva ed esecutiva.

I primi cantieri, relativi ai lavori propedeutici, sono stati avviati il 23 dicembre 2009 e consistono nella deviazione dell'esistente tratta ferroviaria tirrenica in corrispondenza di Cannitello, poco a nord di Villa San Giovanni, onde evitare le interferenze con il futuro cantiere della torre del ponte con analoghi lavori propedeutici sulla costa siciliana intrapresi nei mesi successivi.

E’ essenziale ricordare che, sempre nel 2009, sono intervenute due deliberazioni del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica(CIPE), e nello specifico la prima in data 6 novembre, la numero 102/2009, recante il “Programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443/2001) - Ponte sullo Stretto di Messina - (CUP C11H03000080003) - Presa d’atto della relazione del commissario straordinario e contributo ex articolo 4, comma 4- quater , legge n. 102/2009, successivamente interviene la seconda deliberazione, la numero 121/2009, del 17 dicembre 2009 sulle “Assegnazioni di fondi in vista della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina (CUP C11H03000080003), con la quale sono stati assegnati, a valere sulle disponibilità del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, [...] e che con la legge finanziaria 2010 sono stati stanziati ulteriori € 470 milioni a favore di Anas da destinare alla sottoscrizione degli aumenti di capitale previsti per Stretto di Messina S.p.A., successivamente ridotti a € 423 milioni dal D.L. 78/2010”.
Il 1º aprile 2010 è stata avviata la progettazione definitiva della parte sospesa dell'opera, ed il 20 dicembre 2010 la Società Stretto di Messina ha ricevuto dal contraente generale Eurolink il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina e degli oltre 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari. Si tratta di oltre ottomila elaborati progettuali che confermano tutte le impostazioni tecniche ed i costi di costruzione del progetto preliminare redatto dalla Società Stretto di Messina ed approvato nel 2003 dal CIPE.

Il 29 luglio 2011, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha comunicato l'avvenuta approvazione del progetto definitivo da parte del Consiglio di Amministrazione della Società Stretto di Messina.

Secondo una logica coerente con quanto esposto, le tappe conseguenti, scandite dalla Legge obiettivo, avrebbero dovuto prevedere l'apertura della Conferenza dei servizi, con l'approvazione, entro febbraio 2012, del progetto definitivo da parte del CIPE e il contestuale avvio della gara per il reperimento dei finanziamenti, la stesura del progetto esecutivo e l'apertura dei cantieri principali, prevista a partire dalla metà del 2012, non è quindi chiara la “ratio” che soggiace alla discutibile decisione di rinunciare definitivamente all’opera, ed appare ancor più grave che solo attraverso i mezzi di comunicazione si possano reperire informazioni più o meno dettagliate, rispondenti alla realtà e alle eventuali decisioni assunte.

E’ indubbia la situazione di generale confusione, derivante dalla recente notizia che il 20 gennaio scorso durante la seduta del Cipe, è stato definito l'elenco dei precedenti finanziamenti Fas Infrastrutture da revocare ovvero 6,3 miliardi su 11 totali, in attuazione dei tagli disposti dalle manovre di luglio e agosto, dirottando contestualmente verso interventi minori 1.624 milioni di euro assegnati nel 2009 alla Società Ponte di Messina, a ciò si aggiunga che il disorientamento è acuito non solo dal comunicato termine della riunione con il quale non si accenna a eventuali definaziamenti, stilando solo l'elenco dei nuovi interventi, ma anche dalle dichiarazioni contrastanti del viceministro delle Infrastrutture Mario Ciaccia, il quale ha testualmente affermato che “Il Ponte sullo Stretto è allo studio. Stiamo riflettendo su quale possa essere la sua collocazione nell'insieme delle risorse strategiche che dispone il Paese”.

Pur apprezzando le decisioni adottate in quattro settori-chiave per lo sviluppo del Paese, tra cui le azioni di contrasto al rischio idrogeologico, per le quali è stato stanziato il finanziamento di 679,7 milioni di euro (di cui 352 milioni messi a disposizione dalle Regioni sui Programmi attuativi regionali e 262 milioni attraverso i Programmi attuativi interregionali), sul Ponte si rincorrono notizie e smentite, mentre l’Esecutivo continua a tacere.

In ragione di tutto ciò, gli interpellanti chiedono di:

- Apprendere in maniera definitiva ed inequivocabile la posizione che il governo intenda assumere in merito alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina;

- Rivedere la decisione di escludere il ponte sullo Stretto di Messina dalle grandi opere da finanziare e realizzare;

- Conoscere se e quali azioni si intendano intraprendere al fine di portare a compimento il progetto, in mancanza del quale sarebbe inutile il Corridoio 1 Berlino-Palermo che si troverebbe sospeso una volta giunto in Calabria, rendendo la Sicilia una realtà sempre più marginalizzata nello scacchiere del trasporto europeo;

- Predisporre la Valutazione di impatto ambientale al fine di reperire le risorse.
Interrogazione presentata dai deputati Giuseppe Marinello, Antonino Salvatore Germanà, Vincenzo Garofalo, Enrico La Loggia, Vincenzo Gibiino, Vincenzo Fontana, Antonino Foti, Dore Misuraca, Pietro Cannella, Gabriella Giammanco, Basilio Catanoso, Antonino Minardo

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...