venerdì 30 marzo 2012

OPERATIVITA' DELLA DIA PENALIZZATA: ATTIVARE I CONCORSI

La normativa della direzione investigativa antimafia (DIA) attribuisce a questo organismo investigativo interforze una competenza monofunzionale di contrasto alle organizzazioni mafiose, nelle loro diverse declinazioni;  trattasi di un ufficio centrale che opera sull'intero territorio nazionale, al di fuori delle articolazioni gerarchiche, strutturali e territoriali del dipartimento;  la piena operatività della DIA è stata fortemente penalizzata anche dal mancato rispetto delle previsioni normative; 
In particolare, ad esempio, nonostante la normativa istitutiva - preveda - per la copertura della pianta organica - un concorso unico nazionale riservato ad operatori con specifiche competenze in materia di contrasto alla criminalità organizzata, al fine di garantire l'accesso a persone altamente qualificate, attualmente il reclutamento avviene solo a chiamata diretta del personale, impoverendo così il livello professionale degli operatori; 

La carenza di organico è perenne, considerato un organico attuale di circa 1300 persone a fronte di compiti che richiederebbero almeno 2500 unità; 

a fronte di una crescente complessità delle attività di contrasto delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, vi è stata di contro una costante riduzione dei fondi, passati dei 28 milioni di euro nel 2001 ai 9 milioni di euro nel 2012; 

alle già note difficoltà di coordinamento e cooperazione con la polizia giudiziaria, si aggiunge la creazione di organismi che duplicano l'attività della direzione investigativa antimafia (GICEX; GICER; GITAV) con poteri di indagine meno incisivi e posti, anziché sotto la direzione investigativa antimafia, sotto la direzione centrale di polizia criminale. 

se il Governo non ritenga di dare piena attuazione alla normativa istitutiva della direzione investigativa antimafia, ad esempio il reclutamento del personale attraverso il previsto concorso nazionale; 

quali iniziative il Governo intenda assumere per combattere seriamente l'infiltrazione nel tessuto economico sociale delle organizzazioni criminali, dotando la direzione investigativa antimafia delle necessarie risorse finanziarie per compiere appieno le missioni di contrasto alle mafie; 

quali politiche si intendano attuare per evitare iniziative o provvedimenti estemporanei che vanno nella direzione opposta a quelle delle imprescindibili esigenze di un coordinamento efficiente. 

giovedì 29 marzo 2012

GLI STRANI MOVIMENTI DELL'ASSESSORE RUSSO SULLA BANCA DEL CORDONE DI SCIACCA

Interrogazione a risposta scritta 4-15531
    mercoledì 28 marzo 2012, seduta n.613
Con decreto assessoriale del 9 maggio 1997, n. 22073, la regione siciliana ha istituito la banca del sangue cordonale di Sciacca;
un successivo decreto del 28 ottobre 1999, n. 30449, identifica il servizio di medicina trasfusionale degli «Ospedali Civili riuniti Giovanni Paolo II» di Sciacca quale centro di riferimento regionale per la banca di sangue cordonale; dopo un biennio di interruzione dell'attività, la banca ha ripreso il suo funzionamento nel 2008, dopo essere stata sottoposta ad ispezione da parte del centro nazionale sangue (CNS) il quale ha richiesto alcune azioni correttive al fine di inserire le unità di sangue cordonale nel registro internazionale, rendendole quindi disponibili per il trapianto; nel 2009 la regione siciliana ha stanziato 1.500.000 euro per finanziare due progetti tesi alla realizzazione delle azioni correttive indicate dal centro nazionale sangue e alla ripresa delle attività di raccolta, affidandone l'attuazione al responsabile facete funzione (ff), dell'unità operativa complessa (UOC) di medicina trasfusionale da cui dipende la banca di sangue cordonale;

Nel settembre 2010, il direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale di Agrigento è stato costretto a commissariare la banca di sangue cordonale di Sciacca, nominando un commissario ad acta, il dottor Attilio Mele (dirigente del Servizio 6 del dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell'assessorato della salute) per la realizzazione del progetto di riqualificazione programmato dal CNS e non realizzato dal precedente responsabile;
Nel luglio 2011, a seguito dello svolgimento di un regolare concorso pubblico viene nominato direttore dell'unità operativa complessa di medicina trasfusionale e della banca di sangue cordonale il dottor Filippo Buscemi, il cui curriculum evidenzia notevole preparazione e competenza in materia di cellule staminali;
Tale nomina è perfettamente in linea con quanto previsto dalla vigente normativa in materia, di cui alla legge 21 ottobre 2005, n. 219 (la quale stabilisce, tra l'altro, che l'attività di caratterizzazione, crioconservazione e gestione delle cellule staminali da sangue cordonale sia realizzata nelle strutture trasfusionali) e di cui all'Accordo tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano recante «Linee guida per l'accreditamento delle Banche di sangue da cordone ombelicale», sancito il 20 aprile 2011, il quale stabilisce che la Banca del cordone ombelicale è, una articolazione organizzativa del servizio trasfusionale e che il direttore del servizio trasfusionale sovrintende alle attività della banca ed è responsabile della sua organizzazione complessiva;

dal luglio 2011 il dottor Buscemi ha avviato tutte le azioni correttive richieste dal centro nazionale sangue e funzionali alla realizzazione della riqualificazione della banca di sangue cordonale di Sciacca, svolgendo la sua opera in totale coerenza con le indicazioni espresse dallo stesso centro nazionale sangue e dal servizio 6 del dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (DASOE) dell'assessorato della salute, in modalità condivise con il dottor Attilio Mele, dirigente dello stesso servizio 6 del DASOE e commissario ad acta della banca di sangue cordonale;

il decreto assessoriale n. 198 del 6 febbraio 2012, firmato anche dallo stesso dottor Mele, specifica all'articolo 3 punto 2 che «(...) riconosciuta l'esigenza di dover assicurare continuità gestionale al progetto di riqualificazione della Banca, il responsabile dei progetti finanziati da questo Assessorato nell'anno 2009 viene identificato come Responsabile della Banca cordonale di Sciacca ed opera in regime di autonomia gestionale e finanziaria al fine del raggiungimento degli obiettivi del presente decreto.»;

come successivamente specificato con atto del 14 marzo 2012, firmato dal dottor Mele, si identifica il responsabile dei progetti già finanziati dall'ente regionale, «quale responsabile della Banca del sangue cordonale di Sciacca e della sua organizzazione complessiva»;

il citato decreto assessoriale n. 198 del febbraio 2012 appare in palese contrasto con la normativa nazionale vigente in materia, la quale tra l'altro viene da esso richiamata;

In Italia non esiste alcuna Banca del sangue cordonale in regime di autonomia gestionale e finanziaria, in quanto tutte appartengono ad una medicina trasfusionale e solo in pochi casi - per situazioni preesistenti al 2005 - appartengono ad altre unità operative e in tutte le banche il direttore del servizio trasfusionale è il direttore della banca che ad esso afferisce;  nelle motivazioni del decreto assessoriale n. 198 non si rilevano inadempienze nell'operato del dottor Buscemi che possano giustificare l'esautoramento dalla direzione della banca, anzi è da sottolineare che dal luglio 2011 i costi di gestione della struttura sono diminuiti notevolmente; l'assessore alle politiche per la salute della regione siciliana, Massimo Russo, rispondendo allo specifico quesito postogli sul tema in sede di audizione della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi regionali, ha confermato il sostanziale «smembramento» della banca del sangue cordonale di Sciacca dal servizio trasfusionale a cui appartiene, motivandolo con la decisione di rilanciare le progettualità della banca cordonale stessa;  l'azione dell'assessore alla sanità Massimo Russo, nominato quale assessore tecnico dal presidente della regione, si connota ad avviso degli interroganti sempre più per interventi dall'inequivocabile impulso politico  

Se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti relativi alla banca del sangue cordonale di Sciacca e quali iniziative - nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle prerogative attribuite alle regioni in materia sanitaria dalla normativa vigente - intenda prendere per evitare una duplicazione degli incarichi che potrebbe essere in contrasto con gli obiettivi di razionalizzazione della spesa sanitaria regionale che la Sicilia si è formalmente impegnata a perseguire nell'ambito della realizzazione del piano di rientro dal deficit sanitario.
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=51857&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA%27

mercoledì 28 marzo 2012

L'ASSESSORE RUSSO E LA LISTA DI DIRIGENTI

Interrogazione parlamentare del 27 marzo 2012
Con l'accordo sottoscritto il 31 luglio 2007 tra il Ministero della salute ed il Ministero dell'economia e delle finanze per l'approvazione del piano di contenimento e riqualificazione del servizio sanitario regionale 2007/2009 cosiddetto «Piano di rientro», la regione siciliana ha intrapreso un percorso per il risanamento dal deficit, con l'introduzione di un sistema di misure prevalentemente orientate alla riduzione dei costi ed alla razionalizzazione delle risorse, che ha consentito di contenere la spesa entro livelli definiti;

con il piano di rientro si è inteso, quindi, sviluppare una programmazione più efficace e vincolata delle risorse disponibili, prevedendo non solo un forte controllo dell'andamento della spesa sanitaria, ma anche la rimozione delle cause strutturali di inadeguatezza ed inappropriatezza costituenti pesanti vincoli per il sistema sanitario regionale (SSR), attraverso opportuni interventi organizzativi e gestionali;

la regione siciliana si è formalmente impegnata nel percorso di realizzazione degli obiettivi del piano di rientro, con l'emanazione della legge 14 aprile 2009, n. 5, di riordino del servizio sanitario regionale, che ha posto le basi per la riforma dell'assetto organizzativo e di governo del sistema: essa costituisce, infatti, il fondamento normativo per rinnovare in modo incisivo le modalità con cui la sanità è articolata, gestita ed erogata nella regione in quanto incide sull'assetto organizzativo del sistema, sulla sua modalità di programmazione, sul riequilibrio dell'offerta tra la rete ospedaliera ed il territorio ed introduce chiari meccanismi operativi di governo e controllo delle attività sanitarie e delle relative risorse;

Purtroppo gli sforzi indirizzati ad una gestione virtuosa delle risorse dedicate alla sanità sono in questo momento minacciati da pratiche poco trasparenti che sarebbero state adottate per la formazione - in vista delle prossime elezioni amministrative nell'Isola - delle liste dei partiti che sostengono il Governo regionale ed - in particolare - per la formazione della lista del presidente della giunta regionale in carica;

l'attuale assessore alla Sanità sarebbe stato incaricato di formare, sulla base di criteri che suscitano più di una perplessità, una lista a Palermo che coinvolgerebbe una pluralità di dirigenti della sanità regionale o aspiranti tali;

tutto ciò appare ancora più grave se si pensa che la normativa vigente affida l'attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario regionale e la vigilanza sulle modalità con le quali esso è effettuato al presidente della giunta regionale, Lombardo, in qualità di commissario ad acta, affiancato da funzionari del Ministero della salute;

c'è il rischio concreto che tali pratiche mettano a repentaglio il raggiungimento dell'obiettivo di risanamento del debito sanitario regionale, in quanto comportano lo storno di risorse finanziarie pubbliche ad esso dedicate;

in questi anni i cittadini siciliani hanno dato il loro apporto all'opera di risanamento della sanità regionale, sopportando pesanti sacrifici in vista della realizzazione di una sanità più efficiente ed appropriata nella loro regione

quali iniziative ritengano opportuno intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle prerogative attribuite alle regioni in materia sanitaria dalla normativa vigente, affinché il piano di rientro dal deficit sanitario regionale - che la regione siciliana è impegnata formalmente a realizzare - sia portato a termine con successo, evitando - altresì - che i cittadini siciliani siano privati del diritto costituzionalmente sancito alla salute.
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=51783&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA%27

martedì 27 marzo 2012

LETTERA-DENUNCIA: LA SANITA' IN SICILIA COL MARCHIO MPA

A margine della Conferenza stampa svoltasi oggi ad Agrigento avente per oggetto: Formazione liste Amministrative 2012 – sanità e dintorni, si trasmette in allegato la lettera – denuncia sottoscritta dagli onorevoli del Popolo della Libertà Salvatore Iacolino, Vincenzo Fontana, Giuseppe Marinello e Nino Bosco sul ruolo che sembra emergere dai vertici della Regione, dell’Assessorato alla Salute, delle Aziende Sanitarie Provinciali ed Aziende Ospedaliere nel reclutamento “orientato” del personale del Sistema Sanitario Regionale  verso candidature sotto il marchio del Movimento per l’Autonomia e le liste collegate. L’odierna iniziativa di denuncia rappresenta la “Fase uno” di un procedimento sul quale si auspica la massima trasparenza per impedire che il bene stesso della Salute possa essere messo pesantemente in gioco e garantire libere e democratiche competizioni elettorali che garantiscano scelte poste in essere in autonomia dal cittadino nel proprio esclusivo interesse.
Egregio Presidente,

Sappiamo tutti che in un sistema democratico rappresentativo, dove il potere dello Stato si fonda sulla volontà dei cittadini espressa dai propri eletti negli Organi elettivi, ognuno ha il diritto di esprimere i propri rappresentanti e di proporsi liberamente esso stesso come espressione del popolo.

Rammentiamo bene che vi sono alcune cause, previste dalla legge, che rendono impossibile quest'ultima possibilità, specie per taluni cittadini già investiti di funzioni pubbliche, che non possono essere eletti se non rinunciano alla loro carica: in questo modo si é voluto impedire che la loro posizioni li favorisse.

Sappiamo in pochi (forse), che proprio la titolarità di incarichi, l’attesa incentivata di incarichi o ancora, il presiedere a talune funzioni all'interno degli Enti Sanitari della Regione, sembrerebbe essere divenuto elemento "determinante" per la scelta dei soggetti aventi titolo all'elettorato passivo nel quadro delle prossime elezioni amministrative, soprattutto nelle liste che fanno capo ai partiti che sostengono il Suo Governo ed, in particolare, il Suo partito e le liste ad esso collegate.

Registriamo, invero, significative indicazioni in tal senso (sembrerebbe, inoltre, che l'assessore Massimo Russo sia stato incaricato della formazione di una propria lista a Palermo). É quanto mai necessario rammentare, invece, che le elezioni costituiscono uno strumento indefettibile nella scelta democratica dei rappresentanti e nell'instaurazione del rapporto tra questi ultimi e gli elettori.
Pensiamo che, se in luogo della intima e libera condivisione di un progetto politico, qualunque esso sia, la formulazione delle liste si basi nel reclutamento “orientato” degli eleggibili perché (ma non solo) dipendenti del SSR, intervenendo sulla loro volontà con la prospettazione di effetti sulla carriera piuttosto che sulla partecipazione a commissioni come quelle per l'accertamento delle invalidità civili, in una logica che sembra avvicinarsi ad una forma di indebita subordinazione, le competizioni elettorali non assolvono più a quello che rappresenta il loro ruolo fondamentale, ovvero di scelta, in primis, del partito politico e dell'indirizzo governativo e, solo successivamente, la libera individuazione dei rappresentanti popolari.

Riteniamo, pertanto, di dovere richiamare l'attenzione delle autorità competenti, in primis della S.V., su quanto sembrerebbe stia accadendo, per garantire- in questa delicatissima fase preelettorale- da parte della S.V., dell'Assessorato Regionale alla Salute e delle Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione, la massima estraneità a forme di propaganda elettorale o di possibile induzione all'affiliazione, in particolare, di personale dipendente a questa o a quella forza politica,con il ricorso a modalità di indirizzo del personale dipendente verso un “orientato” esercizio dei propri diritti elettorali (attivi e passivi).

Auspichiamo il massimo del rigore e dell'impegno di tutti – ed a tal fine ci rendiamo disponibili a collaborare in tale opera di vigilanza - a garanzia di tali diritti costituzionali che sono e devono restare libero patrimonio di ogni operatore della sanità in quanto cittadino.

Perché é il bene stesso della Salute a poter essere messo pesantemente in gioco, confidiamo nella sua passione per libere e democratiche competizioni elettorali che garantiscono scelte poste in essere in autonomia dal cittadino nel proprio esclusivo interesse.

Il Ministero della Salute ed i Collegi sindacali - che leggono per conoscenza - sono invitati a garantire il rispetto delle regole richiamate.

Agrigento, 26 marzo 2012

Il Popolo delle Libertà
(Deputazione Agrigento)
On. Salvatore Iacolino, On. Vincenzo Fontana, On, Giuseppe Marinello e on Nino Bosco. 

giovedì 15 marzo 2012

CARO PRESIDENTE MONTI... RISPOSTE PER LA SICILIA

Sono 50 i parlamentari di tutti gli schieramenti politici (tranne la Lega Nord) ad avere sottoscritto la lettera che oggi è stata inviata al Presidente del Consiglio Mario Monti per chiedere un incontro finalizzato a mettere in pratica poche, semplici ed efficaci azioni per rilanciare l’economia siciliana.  Nel testo indicano alcuni punti su cui  il governo, per quanto nelle sue competenze, può intervenire presto e in maniera efficace. Non nuovi interventi assistenziali, ma provvedimenti capaci di innescare investimenti e sviluppo.
"Questa è la risposta che la politica deve dare alle richieste di associazioni di categoria, prima fra tutte Confindustria, sindacati e forze sociali, gente comune, lavoratori, rese evidenti dalle manifestazioni delle scorse settimane. La Sicilia può giocare un ruolo fondamentale per rilanciare lo sviluppo del Paese  ma occorre l’impegno di tutti. E la forte adesione a questa iniziativa testimonia come di fronte alle questioni importanti non c’è spazio per le divisioni o le appartenenze. La Sicilia ha voglia di riscatto.

In particolare, i parlamentari firmatari nella lettera individuano i seguenti temi: "Ci siamo confrontati – scrivono - sul nodo essenziale dei trasporti, da quello ferroviario a quello aereo, sino all'attraversamento dello stretto di Messina; sui problemi degli incentivi agli investimenti industriali (anzitutto il credito d'imposta); sulle accise per i derivati del petrolio e l'attuazione dell'articolo 37 dello Statuto; sull'agricoltura e la necessità di monitorare il rapporto con la grande distribuzione; sulla cultura, i beni culturali ed il turismo legato alla storia della nostra terra".
Deputati e senatori chiedono di incontrare il presidente Monti e di trovare "una modalità attraverso la quale seguire stabilmente ed in modo efficace i passi avanti, gli ostacoli, il completamento delle azioni avviate", scrivono nella lettera. I parlamentari chiedono al governo di indicare un referente al suo interno, un ministro o un sottosegretario, con cui relazionarsi stabilmente sulle azioni individuate e sullo status dei provvedimenti.
A firmare il documento sono stati i seguenti parlamentari.
I senatori
: Enzo Bianco (Pd), Benedetto Adragna (Pd), Bruno Alicata (Pdl), Antonio Battaglia (Pdl), Sebastiano Burgaretta (Pdl), Maria Giuseppa Castiglione (Pid), Roberto Centaro (Grande Sud), Mirello Crisafulli (Pd), Antonio D'Alì (Pdl), Gianpiero D'Alia (Udc) , Mario Ferrara (Grande Sud), Giuseppe Firrarello (Pdl), Salvo Fleres (Grande Sud), Vincenzo Galioto (Udc), Costantino Garraffa (Pd), Giuseppe Lumia (Pd), Domenico Nania (Pdl), Nino Papania (Pd), Giovanni Pistorio (Mpa), Anna Serafini (Pd), Nino Strano (Fli), Simona Vicari (Pdl), Carlo Vizzini (Psi).

I deputati
Giuseppe Marinello (Pdl)Carmelo Briguglio (Fli), Angelo Capodicasa (Pd), Basilio Catanoso (Pdl), Marco Causi (Pd), Daniela Cardinale(Pd), Roberto Commercio (Mpa), Giuseppe Fallica (Grande Sud), Vincenzo Fontana (Pdl), Vincenzo Garofalo (Pdl), Antonino Germanà (Pdl) , Pippo Gianni (Pid), Enzo Gibiino (Pdl), Fabio Giambrone (Idv), Fabio Granata (Fli), Enrico La Loggia (Pdl), Riccardo Franco Levi (Pd),  Ignazio Messina (Idv), Gianfranco Miccichè (Grande Sud), Antonino Minardo (Pdl),Alessandro Pagano (Pdl), Giuseppe Palumbo (Pdl), Antonino Russo(Pd), Marilena Samperi (Pd), Alessandra Siragusa (Pd), Salvo Torrisi (Pdl).

L'eurodeputato Giovanni La Via (Pdl).

giovedì 8 marzo 2012

TROPPE CRITICITA' ALL'OSPEDALE DI SCIACCA

Una serie di criticità, verificate personalmente”. Inizia così una lettera a firma del deputato Giuseppe Marinello, inviata, questa mattina, al commissario dell'Asp di Agrigento, Salvatore Messina, sulla situazione che si vive al Giovanni Paolo II di Sciacca.
La medicina d'urgenza gestisce circa 28 mila accessi l'anno, con tre/quattro ore di attesa per i codici gialli, dalle quattro alle cinque ore per i verdi e dalle sie alle otto ore per i codici bianchi. Inizia così, una lettera a firma dell'onorevole Giuseppe Marinello, vice presidente alla camera della commissione bilancio, tesoro e programmazione, sulla situazione che si vive all'interno dell'ospedale di Sciacca. Destinatario della missiva, è proprio il numero uno dell'azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Salvatore Messina. Al mattino sono in servizio due medici per il pronto soccorso e uno per l'osservazione breve (otto i posti disponibili) – scrive Marinello – mentre il turno pomeridiano e notturno è garantito da due soli medici per il pronto soccorso. Qualora si dovesse rendere necessario il trasferimento di un paziente presso un'altra struttura, poiché non è prevista la reperibilità per i trasferimenti, il reparto resta con un solo medico in servizio. Anche l'unità di ortopedia – aggiunge Marinello – sta assumendo una dimensione preoccupante, in quanto i due medici che sono andati in pensione circa sei mesi fa, non sono mai stati sostituiti, mentre il reparto di cardiologia è soggetto ad un sovraccarico di lavoro che ne rende estremamente gravosa la gestione. Credo che questo basti – conclude Marinello rivolgendosi al commissario Messina – per stimolare la sua attenzione e cercare di porre rimedio a queste criticità.  

sabato 3 marzo 2012

INTERVENTO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 23 FEBBRAIO

LEGISLATURA 16^ SEDUTA 591 DI GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2012

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ricorrono in questi giorni i primi 100 giorni del Governo Monti con un bilancio che giudichiamo sostanzialmente positivo per quel che riguarda alcune delle cose fatte. Alcuni risultati vanno evidenziati: il sostanziale blocco della crescita del debito, l'allentamento delle spinte speculative dei mercati con il conseguente raffreddamento dello spread e una riforma delle pensioni, che seppur dura e contenente elementi che andrebbero rivisti e attenuanti, contribuisce sensibilmente alla tenuta dei conti e che è stata accolta sin qui quasi senza proteste.
Lascio soltanto immaginare ai colleghi la campagna mediatica al grido di macelleria sociale e le manifestazioni oceaniche architettate dai sindacati se disposizioni del genere le avesse proposte il Governo precedente.
Ma per venire ad oggi, con il nostro voto, approviamo definitivamente l'annuale decreto-legge cosiddetto milleproroghe. Ricordo a me stesso che, quando il Presidente Monti annunciò tale decreto-legge, ebbe a dire che il nome milleproroghe era ormai improprio in quanto l'Esecutivo aveva selezionato solo poche proroghe che apparivano indispensabili, all'incirca un'ottantina.
Ebbene, ricordo al Governo che la verità non va spesso a braccetto con la storia. Giova ricordare che nel «milleproroghe» del Governo Berlusconi per il 2011, le proroghe inizialmente proposte erano 76; poi via via, durante l'iter dei lavori parlamentari e dei lavori d'Aula, quel provvedimento e questo provvedimento si sono ampliati, si sono arricchiti, fino ad arrivare a circa 170-180 proroghe. Niente di nuovo dunque.
Ricordo anche che oggi su questo provvedimento è stata posta la fiducia, la sesta complessivamente e la quarta in quest'Aula. E devo dire che qualche collega ha correttamente fatto osservare come tutto ciò sia sostanzialmente sottaciuto.
Devo ricordare che, a fronte del «milleproroghe» dell'anno scorso, il Presidente della Repubblica aveva giustamente preso carta e penna denunciando la presenza di norme strane e denunciando anche il troppo frequente ricorso alla fiducia, in quanto comprimente pesantemente il dibattito e in quanto veniva sostanzialmente minato il rapporto di leale collaborazione tra Governo e Parlamento. Eppure, anche questo Governo procede nell'incalzare della crisi per decreto-legge. Ormai solo i trattati internazionali e la legge comunitaria seguono un percorso ordinario. Anche la legge di semplificazione, che doveva essere presentata come disegno di legge, è stata, invece, inoltrata sotto forma di decreto-legge.
Sostanzialmente, quindi, anche per ricordare a me stesso e per ribadire la verità delle cose, è giusto fare questi passaggi che ci portano comunque ora ad esprimere un giudizio positivo su quanto sin qui fatto dal Governo e sul provvedimento sul quale esprimeremo un voto positivo.
Infatti, dobbiamo segnalare che questo provvedimento si è sostanzialmente arricchito e vi è una serie di norme. Ne voglio ricordare qualcuna, anche per capire di cosa stiamo parlando: la norma che riguarda l'assunzione di 835 funzionari per l'attività amministrativa dell'Agenzia delle entrate, la proroga della stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili coinvolti in percorsi di stabilizzazione già avviati, le disposizioni per quei lavoratori in congedo per assistere i figli con gravi disabilità e, infine, il conseguimento del requisito contributivo per il raggiungimento della pensione.
Sono inserite anche delle disposizioni dirette a potenziare il programma triennale della pesca con una spesa prevista, per il 2012, di ulteriori 6 milioni di euro.
E devo anche ricordare una norma di particolare rilevanza, ossia la proroga del sostegno, anche se per un solo anno, in favore dei cittadini italiani espulsi dalla Libia nel 1970, così come devo anche ricordare il lavoro svolto, specie in questo ramo del Parlamento, alla Camera dei deputati, in favore dei lavoratori cosiddetti esodati. Anche questi hanno avuto una risposta, seppur parziale. Ma, a tal proposito, devo sottolineare che ci saremmo aspettati dal Governo un maggiore coraggio in favore di tali lavoratori, specie di quei dipendenti di aziende totalmente partecipate dallo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). E mi riferisco, in particolare, a quella parte di lavoratori che guardano anche oggi con preoccupazione al loro immediato futuro, ad esempio una parte dei cosiddetti esodati di Poste italiane i quali, seppure a fronte di un continuo e concreto impegno della loro azienda - sottolineo ancora una volta totalmente partecipata dallo Stato - aspettano ancora oggi coerenti risposte.
Ci saremmo aspettati che venisse affrontata la questione dei lavoratori della scuola, così come andava accolta la richiesta avanzata dall'ANCI in favore della proroga dei termini per l'accorpamento dei piccoli comuni.
In ultimo, siamo parzialmente delusi per la totale chiusura nei confronti dell'eventuale proroga della legge n. 185 del 2008 contenente misure a favore del settore ippico, oggi completamente al collasso. Tale atteggiamento, nel particolare, causerà una crisi economica e occupazionale grave, mentre altri settori dei giochi e delle scommesse, come ad esempio quelli delle slot-machine, trasudano denaro.
Questa è una brutta pagina ma sono convinto che il Governo nell'immediatezza riuscirà a riparare, anche perché dobbiamo ricordare che tali competenze coinvolgono la sfera del Ministero dell'economia e delle finanze e ricordo a me stesso che proprio quel dicastero è nelle dirette responsabilità del Premier.
In ogni caso, valutiamo complessivamente in maniera positiva il provvedimento perché lo riteniamo utile e necessario e confermiamo pertanto il nostro appoggio al Governo.
Tuttavia, dobbiamo fare alcune precisazioni perché oggi, via, via ci avviamo verso una fase sempre più politica in cui le misure che saranno adottate non incideranno più direttamente su conti e deficit, in relazione ai quali l'Europa ci chiede risposte concrete, immediate, ma si muovono in un'area, quella dello sviluppo, in cui i Paesi comunitari sono lasciati liberi di agire.
Questo è, quindi, più propriamente, uno spazio politico, uno spazio in cui il Governo tecnico ha bisogno di un forte raccordo con i partiti e con le maggioranze parlamentari. In questa direzione affiancheremo il Governo al fine di continuare quell'opera di ammodernamento e di risanamento del Paese da noi iniziata, ponendo una particolare attenzione, in linea con le caratteristiche delle nostre politiche, a quella coesione sociale che consideriamo un valore irrinunciabile che va mantenuto a qualsiasi costo.
I nostri colleghi della sinistra e dell'Italia dei Valori probabilmente sorrideranno, ma voglio loro ricordare che durante la crisi dei subprime, nel 2008, mentre negli Stati Uniti e in taluni Stati europei le famiglie perdevano la casa non essendo più in grado di pagare i mutui a tasso variabile, in Italia il Governo approntava idonee misure sia sul fronte dei mutui che su quello del sostegno alle banche.
Siamo stati anche contestati per aver proposto lo scudo fiscale, ma ricordo a me stesso che abbiamo fatto rientrare ingenti risorse che non avremmo, probabilmente, mai più visto; che queste risorse sono oggi oggetto di tassazione; che lo scudo è stato copiato da altri Paesi europei e infine che quasi tutte le entrate che ne sono derivate sono state utilizzate per finanziare ammortizzatori sociali.
Tra l'altro, sia ben chiaro che abbiamo la coscienza pulita; è ormai ben chiaro a tutti come l'aggressione mediatica contro il nostro Paese e contro il presidente Berlusconi sia stata organizzata da potenti lobby internazionali interessate a contrastare, tra l'altro, la politica di sicurezza energetica del nostro Paese e che hanno tentato di destabilizzare l'Italia eterodirigendo una campagna propagandistica senza precedenti, basata su menzogne, falsità e diffamazione.
Nulla di nuovo, colleghi, basta ricordare a noi stessi Il giorno della civetta di Sciascia dove lettere anonime, scandali e motivi passionali venivano sapientemente utilizzati per stornare le vere ragioni degli eventi e i veri responsabili degli stessi.
Dobbiamo, quindi, dare atto al grande senso di responsabilità di chi, pur in presenza di una maggioranza parlamentare, mai venuta meno nelle Camere, si è fatto da parte offrendo, per il bene del Paese, la leale e fattiva collaborazione propria e di tutto il Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Certamente, tale appoggio e tale sostegno non sono, evidentemente, a scatola chiusa; occorre dare segnali forti al Paese per rilanciare lo sviluppo: occorrono segnali alla piccola e media impresa; bisogna favorire gli investimenti, specie quelli strutturali, interrompendo la litania di misure depressive; occorre affrontare la problematica dei ritardi con cui la pubblica amministrazione onora i propri debiti nei confronti dei fornitori; occorre favorire il credito e, a tal proposito, individuare misure che separino il credito dalla finanza. Infatti, non si può riservare la massima severità ai cittadini normali e poi pensare tranquillamente che al mondo della finanza internazionale tutto debba essere permesso. È inammissibile che la BCE finanzi le banche con pacchetti di centinaia di miliardi di euro, mentre per rilanciare il credito a queste si permette di utilizzarli per rientrare nei parametri di Basilea 3 o per acquisire titoli ad alto rendimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Così come dobbiamo stare molto attenti in sede comunitaria. Va bene sposare alcune linee di indirizzo e alcune politiche però, attenzione, e lo dico proprio a un Governo totalmente filoeuropeista: non sempre gli interessi dell'Italia sono quelli dell'Unione europea. Faccio alcuni esempi: stiamo trattando in questi giorni l'ingresso della Croazia nell'Unione e lo stesso sarà fatto per la Slovenia; ma al di là di recriminazioni storiche che appartengono, tutto sommato, al passato, come le diatribe sui risarcimenti dovuti, sarà opportuno ricordare che, se non mettiamo mano all'articolo 18 e se non leviamo di mezzo la burocrazia inutile, tutto il Veneto produttivo varcherà la frontiera.
Ricordo anche che il Parlamento europeo ha appena approvato un accordo euromediterraneo con il Marocco che consentirà l'accesso illimitato dei prodotti ortofrutticoli ed ittici di quel Paese, di fatto mettendo in ginocchio il Mezzogiorno d'Italia.
Allora dico al Governo che noi con attenzione continueremo questo percorso di leale sostegno, il nostro voto di oggi, così come il voto di fiducia espresso nella mattinata, stanno a dimostrarlo.
 La collaborazione continuerà, ma continuerà nell'interesse del Paese e seguendo le direttrici della nostra politica (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

venerdì 2 marzo 2012

IL FUTURO PREVIDENZIALE DEI DENTISTI

Ulteriori contatti con il Ministro e con il Ministero, dichiarazioni di sciopero e forti azioni in parlamento (prezioso il lavoro del nostro collega On. Giuseppe Marinello) per modificare o almeno attenuare la norma, hanno indotto il Ministro a dichiarare, anche in sedi formali (il parlamento) che possono essere usati anche i proventi del patrimonio.

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...