giovedì 28 gennaio 2016

LETTERA APERTA SULLA FAMIGLIA AGLI AMMINISTRATORI


Lettera aperta a tutti gli Amministratori
Per la Famiglia

La Famiglia è un valore che non può essere disperso e rappresenta un dato costitutivo della nostra cultura e della nostra società. Per questo va difeso e tutelato specie in un momento come questo in cui è evidente l'attacco alle nostre tradizioni ed alle nostre radici.

 Area popolare come ha più volte precisato non è contraria ad una regolamentazione dei rapporti all'interno della coppia, ma questo non può avvenire a discapito di quel patrimonio della nostra società che è la Famiglia naturale. Su questo non faremo passi indietro e siamo pronti a ricorrere anche al referendum per difendere le nostre radici culturali.
Intanto, invitiamo tutti i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali a registrarsi all’apposito form dedicato alle adesioni istituzionali per la difesa della famiglia e del diritto dei bambini di avere una mamma e un papà.


Giuseppe Marinello

mercoledì 27 gennaio 2016

BELICE; LA COMMISSIONE AMBIENTE AL SENATO VUOLE FARE INCHIESTA

"La commissione Ambiente ha formalmente chiesto al presidente del Senato di assegnarle un'indagine conoscitiva che, oltre a fare chiarezza, riesca ad individuare le ragioni che a 48 anni dal sisma impediscono alle popolazioni della Valle del Belice di vivere in condizioni di normalità". 

   "Questa mattina -  spiega - la commissione, nella sua composizione dell'Ufficio di presidenza, ha audito il sindaco di Partanna, Nicola Catania, coordinatore dei sindaci della Valle del Belice, al fine di avere una disanima chiara di quelle che sono le problematiche ambientali ed abitative che affliggono il territorio e che risultano ancora senza alcuna soluzione".
  "Da qui si è ritenuto opportuno chiedere al presidente Grasso l'assegnazione di un'indagine alla Commissione, che attraverso
verifiche sul posto ed audizioni dei soggetti interessati possa fare chiarezza, individuando anche eventuali responsabilità, sulle ragioni che impediscono ancora a quasi cinquant'anni di distanza dal sisma che colpì l'intera della Valle del Belice, di ritornare alla normalità" conclude.

martedì 26 gennaio 2016

PRESENTATO DDL SULLA RIMOZIONE E RICICLAGGIO DEI RELITTI MARINI

Ogni anno 20 navi di grandi dimensioni (cosidette 'maggiori', quelle per la navigazione d'altura) vengono abbandonate nei porti italiani. A queste si aggiungono 150 relitti e 31 mila imbarcazioni da diporto abbandonate per un fiume di 42 mila
tonnellate di vetroresina. E' per risolvere questa situazione, anche da un punto di vista della sicurezza ambientale e sanitaria oltre che economica, che stato messo a punto un disegno di legge ad hoc ('Disposizioni in materia di rimozione e riciclaggio dei relitti navali e delle navi abbandonate nei porti nazionali') a prima firma del presidente della commissione Ambiente al Senato Giuseppe Marinello, che lo ha presentato a Palazzo Madama. 
 Il ddl costituito da 10 articoli. 
Obiettivo principale prevedere una specifica procedura di smantellamento dei relitti salvaguardando l'ambiente e la sicurezza della navigazione. 
 ''Sono centinaia i relitti di navi affondate e imbarcazioni che generano una situazione di degrado e pericolo - osserva Marinello - in particolare viene data una definizione di relitto e di nave abbandonata; viene fatta una mappatura, si istituisce un osservatorio sui relitti ed prevista l'istituzione di un Consorzio ad hoc per la rimozione finanziato con un contributo all'attracco. Poi prevista la modifica dell'articolo 73 del codice della navigazione e l'introduzione del 73-bis''.

giovedì 21 gennaio 2016

ASP: IN SICILIA COLLEGI SINDACALI SCADUTI

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05059


Atto n. 4-05059

Pubblicato il 13 gennaio 2016, nella seduta n. 559

MARINELLO , TORRISI , PAGANO , COMPAGNA - Ai Ministri della salute e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
ai sensi dell'articolo 3-ter, comma 3, del decreto legislativo n. 502 del 1992, come da ultimo modificato dall'articolo 1, comma 574, della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità per il 2015), il collegio sindacale delle ASL e delle aziende ospedaliere dura in carica 3 anni ed è composto da 3 membri di cui uno designato dal presidente della Giunta regionale, uno dal Ministro dell'economia e finanze e uno dal Ministro della salute;
è, comunque, risaputo che i collegi sindacali delle aziende sanitarie, delle aziende ospedaliere e delle aziende ospedaliere universitarie della Regione Siciliana sono da tempo ormai scaduti, e, tuttavia, continuano ad operare i collegi straordinari nominati dalla medesima Regione ai sensi dell'articolo 19, comma 2, del decreto legislativo n. 123 del 2011, contravvenendo pertanto alle modifiche introdotte dalla norma citata, i cui contenuti, peraltro, sono stati condivisi dalle Regioni all'atto della stipula del nuovo patto per la salute 2014-2016, che all'articolo 13 aveva già previsto, nell'ottica della razionalizzazione e dello snellimento della pubblica amministrazione, la riduzione da 5 a 3 componenti dei medesimi collegi;
è dato, inoltre, di sapere che sia il Ministero della salute che il Ministero dell'economia e finanze hanno da tempo provveduto alle designazioni di rispettiva competenza ai fini dell'auspicata costituzione dei collegi nella nuova composizione,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dell'incresciosa situazione di stallo in cui versano gli organi di controllo delle aziende sanitarie in Sicilia;
se non ritengano opportuno, pertanto, intervenire direttamente presso la Regione con atti di competenza affinché sia assicurata al più presto la piena operatività degli organi collegiali, al fine di dare compiuta applicazione al novellato articolo 3-ter, comma 3, del decreto legislativo n. 502 del 1992.

CONSORZIO DI BONIFICA AGRIGENTO3: COLPEVOLE DISTRAZIONE DELLA REGIONE



mercoledì 13 gennaio 2016

STEPCHILD: INTERVISTA A CESARE MIRABELLI, PRESIDENTE EMERITO DELLA CONSULTA

Mirabelli: stepchild 
anti-costituzionale
Un garbuglio giuridico, prima ancora che politico, dal quale si può uscire con due mosse: stralciare il controverso capitolo sullastepchild adoption per trattare la materia nella sede più appropriata, ovvero la riforma delle adozioni; riscrivere il testo depurandolo dai continui rimandi al diritto matrimoniale, per togliere il velo d’ipocrisia che lo avvolge e renderlo finalmente aderente al dettato della Corte Costituzionale in tema di unioni civili. Lo spirito di quel pronunciamento, infatti, è quello di attribuire un riconoscimento alle unioni tra persone dello stesso sesso, tenendole però ben distinte dalla famiglia fondata sul matrimonio e sancita dalla Costituzione. Così Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta, torna a riflettere sul ddl (ex) Cirinnà che il 26 di questo mese approderà in aula al Senato. E ne mette in evidenza tutti i dubbi di costituzionalità. 


Presidente, ora il dibattito è concentrato esclusivamente sul nodo della stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner da parte di uno dei componenti di una coppia omosessuale. Si rincorrono polemiche e proposte.Vede qualche tesi convincente?Il problema è che non si tratta dell’unico nodo da sciogliere, ma del coronamento di un’impostazione che assimila, in un certo senso identifica, l’unione civile al matrimonio. La previsione dell’adozione del figlio del partner rinvia non a caso alla legge del 1983 sulle adozioni dei minori. 


L’argomentazione più utilizzata dai sostenitori di questa pratica è che la tutela del minore deve venire prima di tutto. 
Dissento, lo spirito non è quello di tutelare il minore. Attraverso questo sistema, infatti, si consente sì l’adozione del figlio, anche adottivo, che una delle due persone già aveva, ma anche l’adozione del figlio che l’altro partner in qualche modo 'si procura'. 


Per esempio con la pratica della maternità surrogata, ovvero l’utero in affitto. 
Esatto. Perciò, guardando le cose nella loro vera sostanza, senza veli ideologici né di altra natura, chiedo: che cosa si vuole? L’interesse del minore o permettere a una coppia omosessuale di 'procurarsi' un figlio? 


Tra le ipotesi di queste ore c’è
 quella di consentire la stepchildsoloper i figli nati prima dell’entrata in vigore della legge. 
È una soluzione che potrebbe determinare altri tipi di difficoltà, a cominciare dalla disparità di trattamento davanti alla legge, in violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Direi, piuttosto, che la soluzione migliore è quella di verificare e valutare quale potere di rappresentanza e di cura il partner non genitore ha effettivamente nei confronti del minore. Purtroppo mi sembra che nell’attuale contesto politico non ci sia alcuna voglia di approfondire e trovare strade adeguate, senza ricorrere a schemi già esistenti. Si sostiene addirittura che il partner non possa, attualmente, andare a prendere a scuola il figlio dell’altro componente della coppia... Siamo seri e cerchiamo di evitare ipocrisie: l’obiettivo reale è soddisfare l’interesse dei due partner di 'completare', in qualche modo, la loro unione solidale e affettiva con un bambino che sia considerato loro figlio. 


E se decidesse il giudice civile di volta in volta, in base alle situazioni particolari, come accade nelle separazioni tra coniugi?Non mi sembra una buona idea. Occorrerebbe piuttosto stabilire linee ben precise, anche considerando che il giudice civile mostra assai spesso la vocazione di fare lui il legislatore. Anzi, qualche volta s’impegna in uno sprint per battere sul tempo il legislatore o per spingerlo a prendere decisioni in una determinata direzione. La soluzione migliore sarebbe stralciare questo punto dal disegno di legge e inserirlo, in maniera meditata, nel contesto proprio, ovvero la disciplina delle adozioni. Tra l’altro, ciò consentirebbe la verifica a 360 gradi di quelle che sono le situazioni e l’interesse del minore. Ora, invece, la presenza stessa nel testo sulle unioni civili rivela chiaramente che il tema è trattato nell’interesse degli adulti. 


C’è chi ipotizza di sostituire la stepchild con una forma rafforzata di affido. Sarebbe in linea con la Costituzione? 
Certamente non lo sarebbe se, come nella versione attuale, si scrive 'unione civile' e si legge 'matrimonio'. Se invece vi fosse una differenza concreta, regolare la questione diversamente non sarebbe lesivo del principio costituzionale di uguaglianza. La Corte Costituzionale, del resto, ha affermato che è doveroso disciplinare questo tipo di formazione sociale, ma che questa non rientra nello schema del matrimonio previsto dall’articolo 29 della Carta. 


Quindi l’affido rafforzato, in mancanza dello stralcio, sarebbe il male minore? 
Un momento, anche qui bisogna essere estremamente chiari. L’affido del minorenne in genere è una situazione transitoria determinata dalla difficoltà della famiglia di svolgere il proprio ruolo. Ma nel caso dei figli di uno dei partner di un’unione civile, non stiamo parlando di minori in stato di abbandono o bisognosi di un ulteriore paternità o maternità. La situazione cambia quando il genitore muore e il bambino, che ha un rapporto consolidato con l’altro componente della coppia, deve trovare una tutela. Tuttavia in questo caso lo strumento è già previsto dalla legge: se vi è un rapporto stabile e duraturo precedente alla perdita del genitore, potrà esserci anche l’adozione. Però si tratta di un caso particolare, con i limiti che questa adozione prevede. 


Più in generale, il ddl sulle unioni civili contiene numerosi rinvii alle norme sul matrimonio. 
Pur depurato da alcune espressioni dirette del precedente testo della medesima Cirinnà, è davvero un’operazione continua di rimando al matrimonio. 


Ma abbiamo appena detto che la Consulta non ha sentenziato in questo senso... 
Diciamo che il ddl si allontana molto dal dettato della Corte Costituzionale. E dalla previsione della Costituzione. 


Come tornare al rispetto di questi due requisiti? 
Sarebbe il caso di riscrivere la legge in materia più appropriata, senza demonizzare assolutamente le unioni solidaristiche affettive, senza giudicare in nulla l’atteggiamento delle persone, ma anzi attribuendo il rilievo che la Costituzione richiede. Sono formazioni sociali che vanno appropriatamente disciplinate, stabilendo norme in materia patrimoniale, di reciproca assistenza, di successione ereditaria. Ma per fare tutto questo non c’è bisogno di inventare un matrimonio con un’etichetta diversa.
http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/Unioni-civili-testo-ipocrita-e-lontano-dalla-Costituzione-.aspx

UN INTERESSANTE ARTICOLO DI NAOR GILON

Conoscendo l’esperienza di Massimo D’Alema in politica estera, dovrei essere sorpreso dalle sue dichiarazioni riguardo a Israele, così come riportate sul vostro quotidiano ieri (nella sua intervista «All’estero non siamo più protagonisti. Arabia e Israele da alleati a problemi»). Tuttavia, conoscendo le sue vedute unilaterali nei confronti di Israele e il fatto che queste distorcano la sua percezione della realtà, non sono rimasto sorpreso. 
Da molti anni esiste nel signor D’Alema un’ossessione che vede in Israele l’origine di tutti i problemi del Medio Oriente e del mondo, a tal punto che egli è disposto a vedere in alcune organizzazioni terroristiche degli alleati per l’Occidente preferibili alla democrazia israeliana. Già dopo l’orribile attacco terroristico a Parigi, D’Alema mise in relazione il terrorismo estremista islamico con il conflitto israelo-palestinese. Anche nell’intervista di ieri D’Alema correla il conflitto con l’atteggiamento negativo del mondo arabo verso l’Occidente. Nel migliore dei casi si tratta di un approccio naif, nel peggiore dei casi di una posizione ideologica anti-israeliana. L’odio di settori del mondo musulmano nei confronti dell’Occidente (e dei suoi stessi popoli), e certamente l’orribile terrorismo contro l’Occidente, non è correlato al conflitto israelo-palestinese. Si tratta invece di un’ideologia omicida e sanguinaria, che vede nello stile di vita occidentale (democrazia, liberalismo, capitalismo) un assoluto contrasto al suo mondo di valori, e per queste persone Israele è chiaramente un tutt’uno con le democrazie occidentali contro cui bisogna combattere. 
Purtroppo non è così per D’Alema. L’ex premier vede in Israele «un alleato problematico» dell’Occidente, anziché vedervi ciò che è: una parte integrante dell’Occidente e una barriera all’espansione dell’estremismo e del fanatismo verso l’Occidente, un faro di libertà, democrazia e diritti nel Medio Oriente. Per tutto ciò Israele merita forse sostegno? Non secondo D’Alema. Al contrario, il signor D’Alema continua anzi con l’ossessione di vedere proprio in Israele il punto focale dei problemi e ad esso preferisce dei regimi «famosi» per essere illuminati e paladini di democrazia e diritti umani, come quello iraniano. Secondo il suo approccio, «il nemico del mio nemico è mio amico», anche se l’amico è Hezbollah, un’organizzazione terroristica sanguinaria, secondo la definizione della stessa Ue. Sono certo che nell’intervista, alla domanda sulla sua visita di solidarietà di allora in Libano, accompagnato da un uomo di Hezbollah, sia sfuggito alla sua memoria il fatto che l’organizzazione terroristica avesse lanciato migliaia di missili sui centri abitati israeliani, che Hezbollah ha assassinato degli israeliani in suolo europeo nell’attentato di Burgas in Bulgaria nel 2012, che l’organizzazione è responsabile di attentati contro ambasciate israeliane in tutto il mondo e della morte di decine di persone, e che la stessa organizzazione ha compiuto dei sanguinosi attentati contro obiettivi americani in Libano. Hezbollah non si limita a compiere omicidi politici e a imporre il proprio potere in Libano mediante il terrorismo, ma già da tempo è coinvolto anche nella guerra in Siria.Purtroppo l’ossessione anti-israeliana emerge anche nella deformazione della realtà riguardo alle relazioni con l’Iran. 
È chiaro a tutti che, senza le pressioni internazionali, l’Iran non sarebbe mai nemmeno giunto a dei colloqui con l’Occidente, e non si sarebbe pertanto raggiunto un accordo. Non si tratta di un interesse soltanto israeliano: è prima di tutto un interesse occidentale quello di non permettere che la bomba atomica finisca nelle mani di un regime sciita estremista. Anche il riferimento a Rouhani come a un «riformista» cozza con i fatti: sotto Rouhani il numero delle esecuzioni capitali in Iran è giunto al culmine, sotto Rouhani l’Iran conduce una politica di destabilizzazione dei Paesi del Medio Oriente, sotto Rouhani sono attivate in Iraq delle milizie sciite che perseguitano le minoranze, sunnite e cristiane. Ma perché guardare in faccia la realtà? Per D’Alema è sufficiente l’ossessione contro Israele per spiegare tutto .
http://www.corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2016/01/13/16/dalema-e-israele-unossessione-unilaterale_U43140934658142iwC.shtml

SULLE UNIONI CIVILI A RISCHIO IL RAPPORTO COL GOVERNO

Unioni civili: molto a rischio rapporto governo-Ncd
"Le Unioni Civili non sono una priorità immediata. Se qualcuno nel Pd parla di emergenza da risolvere si vada a rileggere il significato della parola emergenza. Ncd disposto a discutere su tutto, ma niente imposizioni, specie su un tema come questo, altrimenti a rischio l'alleanza di Governo". 
"Il Ministro Alfano ha già dettato una linea chiara: diciamo sì al rafforzamento dei diritti patrimoniali per le coppie composte anche da persone dello stesso sesso, ma diciamo un no a caratteri cubitali alla piena equiparazione con il matrimonio ed all'adozione. Il Pd ne tenga conto",

giovedì 7 gennaio 2016

UNIONI CIVILI: PRONTI AL REFERENDUM

 "La famiglia un valore che non può essere disperso e rappresenta un dato costitutivo della nostra cultura e della nostra società. Per questo va difeso e tutelato specie in un momento come questo in cui evidente l'attacco alle nostre tradizioni ed alle nostre radici". 
"E' impensabile che l'attuale testo presentato in Aula di disciplina delle unioni civili possa essere approvato senza alcuna modifica. Come ha ribadito Angelino Alfano indispensabile statuire il divieto di utero in affitto, disponendo addirittura il reato per questa pratica, ed eliminando tutti quei riferimenti che comportino l'omologazione tra unioni civili e matrimonio. In particolare l'adozione per le coppie omosessuali. 
Area popolare come ha più volte precisato non contraria ad una regolamentazione dei rapporti all'interno della coppia, ma questo non può avvenire a discapito di quel patrimonio della nostra società che è la famiglia naturale. 
Su questo Area popolare non farà passi indietro ed pronta a ricorrere anche al referendum per difendere le nostre radici culturali".

GIORNALE DI SICILIA


martedì 5 gennaio 2016

DIECI MILIONI PER IL BELICE: UN LAVORO ANDATO A BUON FINE

Voglio esprimere la mia soddisfazione per quest’ulteriore e concreto segnale per  le popolazioni dell’area del Belice che finalmente hanno una risposta concreta alle loro giuste istanze.
Il provvedimento che stanzia 10 milioni di euro, come si ricorderà era frutto di un mio emendamento approvato in sede di conversione del DL76, cosiddetto nell’agosto del 2013 da destinare alle bonifiche ambientali per  lo smaltimento di amianto ed eternit nei comuni della Valle del Belice interessati dal terremoto del 1968.  
A due anni di distanza, finalmente, le somme sono state ripartire nel “Programma di interventi finalizzato alle bonifiche ambientali connesse allo smaltimento dell’amianto e dell’eternit derivanti dalla dismissione dei baraccamenti costruiti nei Comuni della Valle del Belice”
S. Margherita Belice      1.700.000 euro
Menfi                             1.096.300
Gibellina                        1.005,663
Partanna                        1.300.000
Poggioreale                      300.000
Salaparuta                        300.000
Camporeale                     400.000
Vita                                  250.000
S.Ninfa                         1.979.366
Montevago                   1.068.700 compresi i fondi per la Bonifica ambientale e riqualificazione dell'area urbana di insediamento dei villaggi Bergamo, Tempo e Trieste e i Lavori per la riqualificazione della Chiesa e dell'ex Poliambulatorio siti nella ex baraccopoli Bergamo.


Esprimiamo il nostro rammarico per l’enorme ritardo con il quale la regione Sicilia ha provveduto ad espletare tutti gli adempimenti e ringraziamo l’assessore Maurizio Croce che ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo”.

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...