lunedì 30 maggio 2016

L'ACCORDO DI PARIGI E LE OPPORTUNITA' PER LE IMPRESE ITALIANE


    Un progetto di rete guidato da Sicindustria che mette insieme venti piccole e medie imprese manifatturiere dell'Isola pronte a raccogliere le opportunita' di business offerte dall'accordo di Parigi sul clima, firmato lo scorso dicembre. Ad annunciarlo stamattina in occasione del seminario "L'accordo di Parigi: le attivita' di cooperazione e le opportunita' per le imprese italiane", organizzato da Sicindustria, partner di Enterprise Europe Network, in collaborazione con il ministero dell'Ambiente, e' stato Giorgio Cappello, vicepresidente degli industriali siciliani con delega all'Energia e all'Ambiente e presidente regionale della Piccola Industria di Confindustria.
 "In Sicilia - ha detto Cappello - abbiamo know how e capacita' ingegneristiche che ci invidiano in tutto il mondo ed e' da questo che dobbiamo partire". Ci sono venti imprese siciliane pronte a investire in Paesi dove Sicindustria sta gia' lavorando, come Tanzania, Kenya, Burundi, Uganda, Ghana e Senegal. Per riuscirci e' allo studio un sistema di rete d'impresa che vedra' Sicindustria come capofila. "Di certo - ha aggiunto Cappello - mai come in questo momento si pone la necessita' di fare squadra, esplorare e stabilire nuove relazioni, costruire ponti con il mondo della ricerca, a partire dai centri di ricerca e le Universita', come facciamo d'altronde da anni anche attraverso la rete Enterprise Europe Network, di cui Sicindustria e' partner".
 "Dopo la firma di accordi internazionali come quello di Parigi - ha sottolineato Barbara Degani, sottosegretario al ministero dell'Ambiente - c'e' la necessita' di cambiare il nostro modello di sviluppo e il cambiamento puo' essere una grande opportunita' per le imprese. Nei prossimi anni ci sara' un rinnovamento economico e sociale di grande portata e, in questa partita, la Sicilia puo' giocare un ruolo di primo piano grazie alle sue enormi potenzialita' nel green e nel biologico, due delle direttrici fondamentali dei modelli di sviluppo futuri"
 Il seminario e' servito anche a fare il punto sulle politiche di aiuto avviate dal ministero dell'Ambiente in ambito internazionale per aiutare le pmi che operano nei settori delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. A tal proposito, il direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, Francesco La Camera, ha ricordato come il ministero dell'Ambiente abbia gia' siglato in tutto circa 20 accordi di cooperazione internazionale con 30 Paesi in tutto il mondo incentrati su quattro ambiti in particolare: la tutela delle risorse idriche, la tutela del suolo, la gestione dei rifiuti e la decarbonizzazione e la qualita' dell'aria. In Africa ad esempio, ha spiegato La Camera, sono sei gli accordi gia' siglati con Algeria, Botswana, Ghana, Lesotho, Marocco e Tunisia; sono invece in corso di negoziazione accordi di cooperazione in materia ambientale anche con Etiopia, Gibuti, Mozambico, Namibia, Somalia, Sudafrica e Swaziland.
 "L'attivita' svolta sin qui dalla Commissione Ambiente - ha detto in chiusura il presidente della commissione Ambiente e Territorio del Senato, Giuseppe Marinello - ha trattato, approfondendoli, molti temi inseriti nel cosiddetto 'collegato ambientale' e contenuti anche nei dati acquisiti, mediante consultazione pubblica, sul pacchetto 'economia circolare', presentati in Senato lo scorso 17 maggio. Nell'ambito della Consultazione si sono svolte 21 audizioni informali in ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, mentre 30 sono stati i portatori di interesse che hanno risposto ai questionari, 17 sono le memorie depositate in audizione e 8 i documenti trasmessi, per un totale di 55 contributi, tra cui quello di una start up siciliana, la Green Rail, selezionata tra le dieci start up piu' innovative. La consultazione pubblica promossa dal Senato e' stata apprezzata quale best practice dagli altri Parlamenti dell'Unione europea e in termini lusinghieri si e' espresso anche il Commissario europeo per l'Ambiente, Karmenu Vella. Cio' a dimostrazione della capacita' della buona politica di generare meccanismi virtuosi di rappresentativita'. Insomma, una prima prova brillantemente superata. Ora la partita si spostera' a Bruxelles"
(AGI) Mrg 301335 MAG 16

giovedì 26 maggio 2016

VALORIZZAZIONE E SALVAGUARDIA DELLE SPECIE ERBACEE SICILIANE

Il territorio agricolo siciliano è caratterizzato da un’ampia variabilità per fattori fisici (morfologia, altitudine), climatici, e pedologici. Ciò, unitamente alla diversità nelle tradizioni colturali locali e nelle preferenze e gusti dei consumatori locali, ha portato, nel corso dei secoli, ad una ampia diversificazione genetica delle specie tradizionalmente coltivate. Sino al secondo dopoguerra, tale diversità è stata mantenuta dagli stessi agricoltori attraverso la moltiplicazione delle popolazioni locali tramandate di generazione in generazione.
Successivamente, il diffondersi delle nuove varietà selezionate per rispondere alle esigenze di un’agricoltura sempre più intensiva ha causato l’abbandono degli agro‐ecotipi o la drastica riduzione delle superfici loro dedicate; ciò di conseguenza ha portato alla perdita di parte della preziosa variabilità accumulatasi nella millenaria storia dell’agricoltura siciliana.

L’avvio di attvità sistematiche di raccolta, caratterizzazione e conservazione delle risorse genetiche del territorio isolano ancora reperibili presso gli agricoltori o presso le banche di germoplasma appare oggi imprescindibile; tali risorse infatti da una parte costituiscono un patrimonio immediatamente utilizzabile attraverso la valorizzazione della tipicità dei prodotti agricoli e dall’altra rappresentano un serbatoio di geni adattativi e di resistenza che potranno risultare preziosi per le future necessità dell’umanità attraverso programmi di miglioramento genetico.

Se ne parlerà domani a S. Stefano Quisquina con inizio alle ore 10 nella sede della fondazione “A e S Lima Mancuso” durante l'Incontro conclusivo del progetto “Salvaguardia e valorizzazione di popolazioni e varietà siciliane di specie erbacee di interesse agrario” organizzato dall'Università degli studi di Palermo in collaborazione col Ministero delle politiche agricole.
Ospiti, fra gli altri, il Professore Stefano Colazza, Direttore del Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali (SAF) Università degli Studi di Palermo, Rosa De Gregorio – Servizio I Dipartimento Agricoltura – Ass. reg. agricoltura,sviluppo rurale e pesca mediterranea ed il senatore Giuseppe Marinello presidente della Commissione Ambiente al Senato.

mercoledì 25 maggio 2016

RAEE@SCUOLA: PREMIAZIONE DEI COMUNI VIRTUOSI

Mercoledì 25 maggio 2016 alle ore 11.30, presso la Sala Conferenze della sede ANCI NAZIONALE a Roma, si terrà la conferenza stampa nazionale di presentazione dei risultati della quarta edizione del progetto RAEE@scuola. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e dal Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si è svolta da ottobre 2015 a maggio 2016, con la finalità di insegnare agli studenti delle classi IV e V elementare e delle secondarie di 1° grado dei 48 Comuni aderenti, selezionati su tutto il territorio, la corretta modalità di gestione e smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).
Interventi:
Giuseppe Francesco Maria Marinello, Presidente Commissione Ambiente del Senato della Repubblica
Filippo Bernocchi, Delegato ANCI Energia e Rifiuti;
Viviana Solari, Coordinatrice Progetto RAEE@scuola;
Giancarlo Dezio, Presidente del CdC RAEE;
Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente della Camera dei Deputati; 
Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento Ministero Istruzione; 
Barbara Degani, Sottosegretario Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Saranno consegnate delle targhe ai 10 Comuni più “virtuosi”
Il progetto RAEE@scuola4 è la quarta edizione di un importante progetto di educazione ambientale che vuole insegnare a bambini e genitori cosa sono i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e come vanno gestiti correttamente. L’obiettivo è comunicare ai più piccoli perché essi si facciano promotori di buone pratiche nei confronti delle famiglie: fratelli, genitori e nonni. Questa quarta edizione è la naturale prosecuzione di un percorso virtuoso avviato negli scorsi anni e, comprendendo per la prima volta anche gli alunni delle scuole medie inferiori, si propone di incrementare i positivi risultati già ottenuti, rendendo inoltre sempre più diretta e continuativa l’interazione fra i soggetti interessati al tema RAEE (cittadini, centri di raccolta, CdC RAEE). Lo scopo ultimo è rendere le scuole non solo luoghi di apprendimento della corretta gestione, ma quando possibile, veri e propri centri permanenti di raccolta.

lunedì 23 maggio 2016

COP21: CONVEGNO ORGANIZZATO DA ASSORINNOVABILI

Sono già passati sei mesi da COP21, ma la politica energetica italiana non è cambiata! Occorre agire subito per rispettare gli accordi sul clima sottoscritti a Parigi.
Cosa deve cambiare? Le risposte al convegno organizzato da assoRinnovabili in programma martedì 24 maggio a Roma, al Tempio di Adriano (piazza di Pietra) dalle 10.00 alle 13.00. 
Aprirà i lavori Agostino Re Rebaudengo, Presidente assoRinnovabili. 
Per meglio comprendere il contesto: la ricerca di Althesys “Il Global Cost dell’energia e gli effetti dello sviluppo delle rinnovabili”, realizzata da Alessandro Marangoni, lo studio “La svolta dopo l’Accordo di Parigi – Italy Climate Report 2016”, curato da Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, e lo speech di Guido Saracco dell’Istituto Italiano di Tecnologia “La CO2 come opportunità: la ricerca italiana per un futuro sostenibile”.
Il convegno proseguirà con la tavola rotonda moderata da Michele Renzulli del TG1, alla quale parteciperò insieme a Enrico Borghi, Commissione Ambiente della Camera, Lucia Bormida, Vice Presidente Assoelettrica, Basilio Catanoso, Commissione Agricoltura della Camera, Gianni Girotto, Commissione Industria del Senato, Rossella Muroni, Presidente Legambiente, e Carlo Pignoloni, Responsabile Europe Enel Green Power.

mercoledì 18 maggio 2016

PROTEZIONE DELL'AMBIENTE E RICERCA AMBIENTALE: IL MIO INTERVENTO IN AULA

Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
Discussione del disegno di legge


Signora Presidente, il disegno di legge all'esame dell'Assemblea è stato approvato all'unanimità alla Camera dei deputati e testimonia l'importanza del tema e della necessità di addivenire a soluzioni condivise. È proprio per questo motivo che la Commissione 13a al Senato non ha voluto apportare alcuna modifica al testo licenziato dalla Camera, tranne l'introduzione di una clausola di invarianza finanziaria della quale sinceramente, a nostro parere, non c'era esplicitamente bisogno, ma che, in ottemperanza ai Regolamenti e anche alla legge, siamo stati costretti ad inserire.
Il tema delle Agenzie ambientali è piuttosto datato perché, in effetti, nasce all'indomani del referendum del 18 aprile 1993, che vide l'83 per cento degli italiani votare «sì» riguardo all'ipotesi di enucleare le mansioni di controllo sull'ambiente dalle strutture delle organizzazioni sanitarie al fine di esaltarne la specificità e, quindi, con la consapevolezza di quanto fosse importante, già a quel tempo, un controllo reale sull'ambiente, con tutte le implicazioni che derivano e derivarono da quella intuizione.
Infatti, è precisamente da quel momento che ha avuto inizio un percorso di natura normativa, organizzativa ed operativa a conclusione del quale si è costituito un sistema di Agenzie, che annovera 10.000 persone, impegnate su tutto il territorio nazionale in opera di prevenzione sanitaria e in campo ambientale.
A seguito degli esiti del referendum, fu promulgata la legge n. 61 del 1994, che conteneva disposizioni sulla riorganizzazione dei controlli ambientali, sull'istituzione dell'Agenzia nazionale e indicava anche che Regioni e Province autonome si dotassero, attraverso proprie leggi, di Agenzie regionali. Le leggi regionali sono state promulgate in un arco temporale piuttosto lungo, durato circa dieci anni, fino al 2006 e per molte Agenzie e Regioni, dopo la prima legge istitutiva, vi sono già stati significativi aggiornamenti normativi.
Ma bisogna riconoscere come ciascuna Regione, nella propria autonomia, ha lavorato e legiferato in maniera diversa, istituendola propria Agenzia ambientale, in modo sicuramente non omogeneo su tutto il territorio nazionale, per cui il panorama nazionale risulta essere composito, con Agenzie che hanno diversi compiti, diverse funzioni, diverse organizzazioni e anche diverse dimensioni.
Questo crea non solo una disomogeneità teorica sul territorio nazionale, ma anche una certa distonia che, in un certo qual modo, crea difficoltà a cittadini e imprese. Basti pensare a grandi imprese, che lavorano su tutto il territorio nazionale che si trovano a impattare, Regione per Regione, con regolamenti, procedure e iter procedimentali completamente diversi l'uno dall'altro.
È altrettanto vero, però, che le problematiche operative, che costituiscono il fulcro di quasi tutte le Agenzie, e i controlli sulle fonti di emissione e i monitoraggi sullo stato dell'ambiente presentano, viceversa, problematicità omogenee a cui bisogna dare risposte univoche, qualsiasi sia il territorio dove vivono i cittadini.
Vi sono, dunque, alcuni aspetti del complesso lavoro di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema che dovranno essere chiariti, a partire dalla necessità di garantire una definizione di sistema agenziale che oggi non può che essere un sistema organizzativo in grado di dare risposte tecniche efficaci a costi minimizzati.
Le attese più forti sono sul cambiamento e sulla stabilizzazione del ruolo e delle funzioni delle Agenzie ambientali, ruolo che deve cambiare perché oggi sta cambiando il modo di essere della pubblica amministrazione. Deve cambiare poiché deve consolidare l'importante aspetto tecnico di ciascuna Agenzia a supporto della prevenzione sanitaria e ambientale; deve cambiare poiché la sensibilità dei cittadini, nelle materie ambientali e di prevenzione della salute collettiva, intesa come bene primario da tutelare, è sempre crescente e ha bisogno di risposte chiare e trasparenti, oltre che tecnicamente ineccepibili.
Pertanto, l'articolato del disegno di legge provvede all'istituzione di un Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (il cosiddetto Sistema nazionale), di cui fanno parte l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e le Agenzie regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano per la protezione dell'ambiente.
Il Sistema nazionale concorre al perseguimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, della riduzione del consumo di suolo, della salvaguardia e promozione della qualità dell'ambiente, della tutela delle risorse naturali e della realizzazione del principio "chi inquina paga". Peraltro, la norma è in assoluta coerenza con quella modifica approvata, proprio qui in Senato, nell'iter parlamentare della riforma costituzionale, che ha voluto inserire proprio l'ambiente tra i beni sottoposti a tutela costituzionale come interesse primario per il Paese.
Il Sistema nazionale ha una pluralità di compiti ben definiti, tra cui il monitoraggio dello stato dell'ambiente e della sua evoluzione, il controllo dei fattori di inquinamento delle matrici ambientali e delle "pressioni sull'ambiente", l'attività di ricerca, di trasmissione ai diversi livelli istituzionali e di diffusione al pubblico dell'informazione ambientale, il supporto tecnico-scientifico per l'esercizio di funzioni amministrative in materia ambientale, la partecipazione ai sistemi nazionali e regionali preposti agli interventi di protezione civile, sanitaria e ambientale, nonché la collaborazione con gli organismi aventi compiti di vigilanza e ispezione, l'attività di monitoraggio degli effetti sull'ambiente derivanti dalla realizzazione di opere infrastrutturali, le funzioni di supporto tecnico allo sviluppo e all'applicazione di procedure di certificazione di qualità ecologica dei prodotti e dei sistemi di produzione.
Il provvedimento definisce inoltre le funzioni di indirizzo e coordinamento tecnico dell'ISPRA, finalizzate a rendere omogenee, sotto il profilo tecnico, le attività del Sistema nazionale e trasferisce alla stessa ISPRA le funzioni degli organismi collegiali già operanti presso il Ministero dell'ambiente, per i quali era stato avviato un procedimento di riordino.
Si attribuisce inoltre alle Agenzie regionali e provinciali la personalità giuridica di diritto pubblico e l'autonomia tecnico-scientifica, amministrativa e contabile. Le Agenzie svolgono le attività istituzionali obbligatorie necessarie a garantire il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali nei rispettivi territori di competenza. Credo che questo sia un concetto fondamentale, perché proprio questi livelli essenziali costituiscono quel livello minimo omogeneo che deve valere su tutto il territorio nazionale e che il Sistema nazionale è pertanto tenuto a garantire, anche al fine del perseguimento degli obiettivi di prevenzione collettiva previsti dai livelli essenziali di assistenza sanitaria. L'ISPRA dovrà infatti programmare le principali linee di intervento finalizzate ad assicurare il raggiungimento di questi livelli essenziali sull'intero territorio nazionale e garantire l'approvazione del programma che costituisce il documento di riferimento per la definizione dei piani e delle attività delle singole Agenzie.
Al fine di uniformare a livello nazionale le modalità di analisi dei dati, si è ritenuta opportuna la creazione di una rete nazionale di laboratori accreditati, tenuti ad applicare i metodi ufficiali di analisi approvati dal Sistema nazionale, al fine di armonizzare i sistemi di conoscenza, monitoraggio e controllo delle matrici ambientali. Il Sistema nazionale è - sì - tenuto a ricorrere in via prioritaria alla rete nazionale dei laboratori interni, ma, sapendo quanto sia notevole la mole di lavoro, ha anche la possibilità di rivolgersi, alla bisogna, ai laboratori esterni, che devono però rispondere a quei criteri di omogeneità che, come ho detto, valgono su tutto il territorio nazionale
Per finanziare l'attività dell'ISPRA si prevede la concessione di un contributo statale che si configura come integrativo rispetto alla dotazione ordinaria, quantificato periodicamente in relazione alle previsioni del piano annuale delle attività. Tutto questo consente all'ISPRA e alle Agenzie l'assunzione di personale e l'acquisizione di beni strumentali per le finalità della legge e nei limiti delle risorse finanziarie indicate.
Appare evidente, quindi, che la strada che il disegno di legge in esame intende percorrere è quella di un'uniformità di mansioni da compiere in trasparenza e nel raggiungimento di un livello davvero efficiente di monitoraggio e salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini, propositi, questi, che soltanto un'univoca normazione è in grado di assicurare.
Il tutto è coerente con tutti i passi che abbiamo percorso in questa legislatura in tema di tutela dell'ambiente (dalle norme sul dissesto idrogeologico, alle disposizioni volte a salvaguardare il consumo del suolo, al testo sui reati ambientali, al collegato ambientale) e la celerità che in Commissione abbiamo assicurato all'esame del provvedimento e, mi auguro, l'analoga celerità in Assemblea stanno a dimostrare il nostro reale intendimento.
Signora Presidente, mi sia consentita un'ultima notazione. Questa legge è sicuramente una buona legge. A mio avviso, tuttavia, approvato questo provvedimento, bisognerà fare un ulteriore passo in avanti, cercando di capire e intuire quali siano i settori della ricerca che non ha più senso che stiano dentro l'ISPRA o il Sistema nazionale delle Agenzie e debbano confluire in un grande sistema della ricerca pubblica, che può essere garantito dalle università e dal CNR. La scissione tra sistema delle Agenzie e sistema della ricerca può sicuramente garantire una migliore efficienza del sistema delle Agenzie.

martedì 17 maggio 2016

ECONOMIA CIRCOLARE: RELAZIONE: I RISULTATI

La consultazione pubblica del Senato
sul pacchetto "Economia circolare"

Sala Caduti di Nassiriya, martedì 17 maggio 2016, ore 11


Onorevole Presidente, Autorità, egregi Colleghi, gentili Ospiti

Il dossier sull'economia circolare rappresenta una delle priorità dell'azione dell'Unione europea, anche alla luce del recente accordo internazionale raggiunto alla Conferenza delle Parti di Parigi, lo scorso dicembre.

Il contenimento dell'uso delle risorse ambientali e il loro impiego sostenibile nelle migliori condizioni di efficienza produttiva rappresentano elementi cruciali nell'ambito della strategia internazionale volta al contenimento dell'incremento medio della temperatura globale entro il limite di 1,5 gradi centigradi.

In tale contesto, il paradigma dell’economia circolare si contrappone quello all'approccio tradizionale dell'economia lineare, basato su un modello che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo e, alla fine, il suo conferimento in discarica, quando non il suo abbandono.

Tale approccio risulta ormai obsoleto e comporta un elevato spreco di risorse con un forte impatto ambientale.

Il modello dell'economia circolare mira invece a perseguire modalità di sviluppo più etiche, poiché rispettose dell'ambiente e di ciò che sarà il lascito alle future generazioni: un modello economico nel quale le risorse vengono utilizzate all’insegna di criteri sostenibili sotto il profilo ambientale, mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse e riducendo al minimo la produzione dei rifiuti, all'insegna della circolarità dell'impiego dei fattori produttivi.

Le misure del pacchetto propongono quindi un  approccio integrato, che va ben oltre il focus sui rifiuti, e includono azioni volte a promuovere l’economia circolare in ogni fase della catena del valore, dalla produzione alla riparazione e ai prodotti secondari, coinvolgendo tutti gli attori, sia dal lato della produzione che del consumo.

Ciò nella consapevolezza che l’aspetto ambientale dell'economia non è un semplice risvolto di un processo di trasformazione produttiva, ma costituisce l'altra faccia della medaglia ed è, al contempo, il contesto in cui lo stesso processo di trasformazione si inserisce.

Il dossier dell’economia circolare è all’ordine del giorno della Commissione ambiente del Senato da circa un anno e mezzo. Sono già state approvate due risoluzioni di indirizzo al Governo e di orientamento del dialogo politico con le Istituzioni europe: la prima approvata nel 19 novembre 2014;la seconda nel luglio 2015.

Il 2 dicembre 2015, la Commissione europea ha presentato la comunicazione e le quattro proposte di modifica della direttiva, che oggi costituiscono il pacchetto"economia circolare".

Nell'ambito dell'esame del pacchetto"economia circolare", la Commissione ambiente del Senato ha avviato - sulla base delle disposizioni regolamentari vigenti - una procedura di consultazione pubblica, i cui risultati vengono oggi discussi. Il fine di questa consultazione è quello di rappresentare gli interessi nazionali nell'ambito del dialogo politico e nel processo decisionale europeo.

Si è quindi proceduto ad acquisire informazioni e valutazioni delle parti interessate su ciascuna delle proposte in esame, per l'elaborazione del contributo da trasmettere alla Commissione europea.

La consultazione si è articolata, da un lato, in un ciclo di audizioni in Commissione con il deposito di contributi da parte dei soggetti auditi e, dall'altro, nella somministrazione di  questionari sui cinque documenti di cui si compone il pacchetto. La consultazione è rimasta aperta - dal 1° febbraio al 31 marzo 2016 - ai contributi di tutti coloro che intendessero partecipare al processo decisionale europeo con osservazioni sul merito delle proposte legislative.

I cittadini, le autorità pubbliche, le imprese, le Università, i centri di ricerca e tutti gli altri soggetti governativi e non governativi interessati sono stati invitati, a seguito della pubblicazione di un Bando sul sito web della Commissione ambiente, a esprimere le proprie riflessioni su alcune questioni relative al contenuto e all'impatto previsto del piano di azione e di ciascuna delle quattro proposte di direttiva.

Nell'ambito della consultazione, si sono svolte 21 audizioni informali in Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, mentre 30 sono stati i portatori di interesse che hanno risposto ai questionari, 17 sono le memorie depositate in audizione e 8 i documenti trasmessi, per un totale di 55 contributi.

La natura dei contributi è risultata articolata poiché hanno partecipato soggetti ed enti sia pubblici che privati; sia rappresentativi di interessi collettivi che portatori di interessi di categoria. In particolare:

·        2 Regioni (Emilia Romagna e Lombardia)
·        10 Fondazioni, Università, Centri studi, Società di consulenza
·        25 Federazioni e Associazioni rappresentative di categorie produttive
·        9 Consorzi
·        2 Associazioni di consumatori
·        5 Imprese private
·        2 Cittadini.


I contributi pervenuti sono stati analizzati per essere presi in considerazione in sede di predisposizione della risoluzione che - una volta approvata dalla Commissione ambiente del Senato - sarà trasmessa alla Commissione europea nel quadro del dialogo politico e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati in sede di Consiglio dell'Unione europea.

Va, in proposito, sottolineato che le consultazioni pubbliche svolte a livello nazionale non si sovrappongono a quelle promosse dalla Commissione europea, ma le integrano e le arricchiscono con la valutazione dell'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori.

Una volta approvata la risoluzione, è intenzione della Commissione che mi onoro di presiedere di rappresentare, in audizione a Brussel dinnanzi alla Commissione ambiente del Parlamento europeo, presieduta dall’onorevole LA VIA, i contenuti di quanto elaborato in sede nazionale, al fine di trasmettere il senso della presenza istituzionale e la riconoscibilità della posizione nazionale, oltre la semplice trasmissione materiale della risoluzione.

Nel merito dei contenuti occorre sottolineare che il contributo nazionale all'insieme di misure contenute nel pacchetto dell'economia circolare consentirà all'Italia di esprimere contenuti qualificati - per conoscenze tecnologiche e sensibilità ambientale - in grado di supportare il processo di circolarizzazione dell'economia.

La complessa revisione operata dalle proposte di modifica delle direttive incide su una pluralità di norme nazionali in materia di rifiuti. La ridefinizione degli obiettivi per la gestione dei rifiuti dovrà essere attentamente recepita nella normativa nazionale ai diversi livelli istituzionali ed essere integrata nei sistemi nazionali di gestione dei rifiuti, finendo per incidere positivamente  sull'assetto del territorio.

Dalle risposte pervenute nell’ambito della consultazione sono emersi i seguenti profili di criticità:
·        attenzione non adeguata al tema della raccolta differenziata, che non viene resa obbligatoria;
·        esigenza di maggiore chiarezza nelle definizioni, con particolare riferimento a quelle di "rifiuti urbani", "sottoprodotti" ed "end of waste";
·        necessità di maggiore chiarezza, in relazione ai profili attuativi, sul ruolo dei soggetti coinvolti nell'economia circolare, soprattutto in relazione alla responsabilità estesa del produttore e ai costi di gestione.

Inoltre, con riferimento ai profili applicativi in ambito nazionale delle proposte del pacchetto, sono state evidenziate le seguenti criticità:
·        mancanza di sistemi adeguati di gestione dei rifiuti;
·        scarsa operatività del Sistri;
·        carente applicazione della normativa vigente;
·        assenza di indirizzi chiari per l'azione degli operatori di settore;
·        obsolescenza di alcune disposizioni;
·        limitazione della raccolta differenziata a cinque categorie di rifiuti, con risultati non omogenei a livello territoriale;
·        scarsa chiarezza del quadro informativo, tale da ingenerare difficoltà per i cittadini nella gestione dei rifiuti.

Come ho accennato, la trattazione del dossier dell'economia circolare ha inoltre costituito l'occasione per la sperimentazione pur nell'attuale assetto istituzionale e regolamentare - di nuove procedure volte a dare consistenza alle previsioni della riforma costituzionale - che assegna al Senato un ruolo di collegamento tra le istanze locali e regionali e le istituzioni europee.

In ciò valorizzando il ruolo di indirizzo politico della Commissione permanente, che ha costituito una piazza ideale (nel senso dell’agorà greca) in cui rappresentare in maniera trasparente le istanze dei portatori di interesse.

In occasione della Conferenza interparlamentare "Energia, innovazione ed economia circolare", tenutasi a L'Aja il 3 e 4 aprile 2016, la consultazione pubblica promossa dal Senato è stata apprezzata quale best practice dagli altri Parlamenti dell'Unione europea  e intermini lusinghieri si è espresso anche il Commissario europeo per l'Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella.

Ciò a dimostrazione della capacità della buona Politica di generare meccanismi virtuosi di rappresentatività, in grado di esprimere in maniera integrata i diversi livelli istituzionali, attraverso un sistema di facilitazione verticale che permette di rappresentarne le istanze, grazie a procedure partecipate e democratiche.


lunedì 16 maggio 2016

ECONOMIA CIRCOLARE: SI PRESENTANO I RISULTATI DELLA CONSULTAZIONE PUBBLICA

Il prossimo 17 maggio, alle ore 11, avrà luogo presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama la conferenza di presentazione dei risultati della Consultazione pubblica sul Pacchetto "economia circolare", presentato dalla Commissione europea il 2 dicembre 2015.
Su tali proposte legislative, la Commissione Ambiente ha svolto una consultazione pubblica per acquisire informazioni e valutazioni delle parti interessate, che si è conclusa il 31 marzo.
La consultazione è stata aperta a quanti desiderano partecipare al processo decisionale europeo con osservazioni sul merito delle proposte legislative. I cittadini, le Regioni, le imprese, le Università, i centri di ricerca e tutti gli altri soggetti governativi e non governativi interessati sono stati invitati a esprimere - su un questionario on line - le proprie riflessioni sul contenuto e sull'impatto del piano di azione e di ciascuna delle quattro proposte di direttiva.
I contributi pervenuti sono stati elaborati dagli Uffici del Senato e saranno presi in considerazione ai fini della risoluzione che sarà trasmessa alla Commissione europea nel quadro del dialogo politico e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati in sede di Consiglio.
La consultazione pubblica promossa del Senato è stata apprezzata quale best practice dal Commissario europeo per l'ambiente Karmenu Vella e dagli altri Parlamenti dell'Unione europea, in occasione della Conferenza interparlamentare tenutasi a l'Aja il 3 e 4 aprile.
Va, in proposito, sottolineato che le consultazioni pubbliche svolte a livello nazionale non si sovrappongono a quelle della Commissione europea, ma le integrano e le arricchiscono con la valutazione dell'impatto delle politiche dell'Unione europea sul territorio nazionale.

Nel corso dell'evento interverranno per un indirizzo di saluto il Presidente del Senato, on. Pietro Grasso e il Sottosegretario all'ambiente, on. Silvia Velo. Seguirà la presentazione dei risultati della consultazione da parte del Presidente della Commissione ambiente, sen. Giuseppe Marinello. A seguire interverranno i relatori in Commissione sugli atti comunitari,  sen. Mario Morgoni, sen. Laura Puppato, sen. Stefano Vaccari, nonché l'on. Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e on. Franco Iacop, Presidente della Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome concluderà l'on. Giovanni La Via, Presidente della Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare  del Parlamento europeo.

mercoledì 11 maggio 2016

UNIONI CIVILI: IL TESTO E' PIENO DI LACUNE


"Il testo sulle Unioni Civili che il Governo vuole approvare e' assurdo e pieno di lacune che creeranno enormi problemi di attuazione della legge. Chiedere il voto di fiducia su una questione cosi' controversa e divisiva, che incide sulle le coscienze dei parlamentari, e' un atto politicamente inopportuno se non addirittura autolesionista per il Governo.
C'e' il rischio che il voto di fiducia su questa materia gli faccia perdere tanti voti e non solo al referendum."
 "Avevo gia' scritto al Presidente Grasso che questa norma non calcola le ricadute economiche di un equiparazione dei coniugi dello stesso sesso. Ha ragione l'arcivescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi che definisce la fiducia sul testo come un bavaglio al Parlamento, una limitazione alla democrazia: evidentemente le spinte di piccole e ben definite lobby contano piu' degli interessi delle famiglie quelle vere"

venerdì 6 maggio 2016

L'UOMO E L'AMBIENTE: IL MIO INTERVENTO

CONFERENZA SULL’AMBIENTE

“L’uomo e l’ambiente: sfide globali, tutela e prospettive”

Scuola Ufficiali Carabinieri


Roma, 6 -7 maggio 2016

Saluto con particolare apprezzamento l'iniziativa che l'Arma dei Carabinieri e il Corpo forestale dello Stato hanno promosso a testimonianza del reciproco impegno per la tutela dell'ambiente.
La Conferenza di oggi assume un ruolo particolarmente significativo poiché rappresenta un momento di riflessione strategica per il percorso di accorpamento, del Corpo forestale nell'Arma dei Carabinieri, al fine di  realizzare nuove sinergie di competenza e di professionalità volte a tutelare in maniera sempre più efficace e puntuale l'ambiente.
Ambiente che rappresenta - assieme a quello artistico, e della creatività italiana - uno dei patrimoni fondamentali da trasmettere alle nuove generazioni.
Il Corpo forestale - ricordo incidentalmente - ha svolto storicamente un ruolo di assoluta preminenza nel settore della sicurezza in materia ambientale, non solo in ambito agro-forestale, in grado di esprimere le professionalità tecnico-scientifiche necessarie per costituire il punto di riferimento anche per le altre Forze di polizia.
Il Corpo infatti attua la sua primaria mission istituzionale di polizia dello Stato specializzata nella difesa del patrimonio agroforestale italiano e nella tutela dell'ambiente, del paesaggio e dell'ecosistema, declinandola attraverso una molteplicità di attività ascrivibili essenzialmente alla salvaguardia della biodiversità, alla prevenzione e repressione dei reati agro-alimentari-ambientali, alla protezione dei boschi dagli incendi ed alla salvaguardia del territorio.
In tale contesto, intendo innanzitutto sottolineare che una visione accorta dell'impiego del grande patrimonio conoscitivo e delle specifiche metodologie di lavoro e di indagine del Corpo forestale, nell'ambito del processo di riorganizzazione dei corpi di Polizia preposti alla tutela ambientale, suggerisce di mantenere gran parte delle peculiarità organizzative e funzionali dello stesso Corpo forestale, che devono essere sapientemente innestate nei presidi territoriali dell'Arma dei Carabinieri e nella sua organizzazione funzionale, nell’ottica di addivenire ad una razionalizzazione e ad un potenziamento dell’efficacia delle forze di polizia all'uopo preposte.
Un'operazione di accorpamento che venga così condotta consentirà sicuramente al nostro Paese di disporre di un complesso di forze investigative e di repressione dell'illecito ambientale sempre più rispondente alla necessità di contrastare la criminalità organizzata in campo ambientale.
A fianco di questa importante innovazione che interessa le Forze di polizia del nostro Paese, colgo l'occasione per rappresentare in questa circostanza l'imminente approvazione del disegno di legge di riforma del sistema delle agenzia ambientali, il disegno di legge n. 221 del 2015 - cd. "Collegato ambientale" - che reca norme di immediato impatto sulla amministrazione degli Enti locali e sul comportamento di cittadini e imprese.
Un intero Capo della legge n. 221 è dedicato alla strategia per lo sviluppo sostenibile.
In questi giorni sono all'esame conclusivo degli Uffici tecnici del Ministero dell'ambiente i decreti attuativi che disciplinano, tra l'altro, la tariffazione sociale di taluni servizi essenziali allo sviluppo, rispetto ai quali - in certe aree del Paese - si realizzano ancora forme di sfruttamento da parte della criminalità organizzata a danno dei più deboli.
In Senato, peraltro, sta per essere definito il percorso legislativo che condurrà alla istituzione di una Commissione monocamerale d'inchiesta sulla ricostruzione de l'Aquila e intensa è stata ed è l'attività di indagine conoscitiva e di indirizzo al Governo su temi quali le problematiche ambientali relative allo stabilimento dell'ILVA di Taranto e della Siderurgia Triestina di Servola a Trieste; le problematiche ambientali connesse alla prospezione, ricerca, coltivazione ed estrazione di idrocarburi liquidi in mare, con particolare riferimento alle conseguenze sulle coste nazionali; quelle connesse alla realizzazione di impianti di trattamento a caldo dei rifiuti, anche con riferimento agli impianti di pirogassificazione e di pirolizzazione; o quelle che interessano stabilimenti per la produzione di energia.
Fatta tale premessa, occorre riflettere sulla considerazione che la sostenibilità dello sviluppo deve essere riferita, da un lato, al contesto ambientale in cui l'uomo vive e svolge tutte le sue attività, dall'altro, allo sfruttamento delle risorse ambientali finalizzato più strettamente al processo produttivo.
I due aspetti sono in parte sovrapponibili ed in parte consequenziali, secondo un meccanismo di circolarità per cui lo sfruttamento esagerato delle risorse determina danni immediati e irreparabili al patrimonio naturale.
Sotto il primo profilo, quello strettamente naturale, assicurare la sostenibilità dello sviluppo significa fare in modo che l'impiego degli elementi produttivi non generi elementi inquinanti o non incida sull'assetto del territorio pregiudicandolo.
Sotto il profilo strettamente economico della sostenibilità dei processi produttivi, il problema si pone sulla necessità di  impiegare fattori della produzione in grado di rigenerarsi in tempi coerenti con i processi produttivi, che devono contenere al massimo le emissioni inquinanti.
In tale contesto assumono rilievo i canoni dell'economia circolare intesa come modello economico nel quale le risorse vengono utilizzate all'insegna di criteri sostenibili sotto il profilo ambientale, mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse e riducendo al minimo la produzione dei rifiuti, noto come "Pacchetto dell'economia circolare".
Le Istituzioni europee hanno tracciato una strategia in tema di sviluppo sostenibile delle risorse grazie ad un piano d'azione e ad un pacchetto di riforma delle principali direttive in materia di rifiuti.
A questo riguardo, la Commissione che mi onoro di presiedere ha avviato una consultazione pubblica che si è conclusa lo scorso 31 marzo, che è stata aperta a cittadini, Regioni, imprese, Università, centri di ricerca e soggetti governativi e non governativi invitati a esprimere - su un questionario on line - riflessioni sul pacchetto di direttive ed il prossimo 17 maggio si svolgerà, in Senato, la Conferenza di presentazione.
A conclusione di tale processo, la Commissione ambiente del Senato approverà una risoluzione, entro la fine del mese di maggio, che sarà trasmessa alla Commissione europea nel quadro del dialogo politico e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati in sede di Consiglio.
Imprese e consumatori sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile delle risorse, poiché a questi si richiedono modelli di consumo sostenibili come sostenibili devono essere i modelli produttivi  e di offerta che le prime devono adottare.
Parimenti all'impostazione di un sistema economico nel suo complesso sostenibile, deve però porsi un'azione delle Forze dell'ordine che siano poste nelle migliori condizioni di prevenire e reprimere la criminalità ambientale poiché le tipologie di reato e le modalità per eludere la normativa di settore sono sempre in costante evoluzione.

In tal senso, formulo i migliori voti augurali perché le sinergie che l'Arma dei Carabinieri e il Corpo forestale sapranno dispiegare nel processo di riorganizzazione delle strutture preposte alla tutela ambientale consentano di sviluppare le migliori potenzialità e di conseguire gli obiettivi più ambiziosi.

giovedì 5 maggio 2016

CONVEGNO ALLA SCUOLA UFFICIALI CARABINIERI

L’uomo e l’ambiente: sfide globali, tutela e prospettive

Scuola Ufficiali Carabinieri

Roma, 6 -7 maggio 2016


L’equilibrio fra uomo e ambiente è argomento di massima rilevanza nel dibattito internazionale odierno, dal momento che investe il futuro del nostro pianeta e, con esso, la nostra stessa sopravvivenza.
La recente conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici ha reso evidente l’ineluttabilità di affrontare le sfide globali che si profilano all’orizzonte, nella consapevolezza che solo uno sforzo sinergico dell’intera comunità mondiale potrà garantire la protezione del nostro delicato ecosistema e uno sviluppo sostenibile per l’umanità.
A conferma del ruolo dell’Arma nel contrasto ai reati ambientali, la Commissione Europea ha affidato a un Consorzio internazionale guidato dall’Italia, e per essa dai Carabinieri, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente, della Guardia Civil spagnola e della Environmental Guard Romena, il progetto TECUM (Tackling environmental crimes through standardised methodologies) che, partendo dai risultati della Presidenza italiana del Consiglio UE del 2014, si prefigge l’esecuzione di un’operazione coordinata a livello europeo di contrasto al traffico illecito di rifiuti gestito dalla criminalità, anche mediante la diffusione dei risultati conseguiti e lo svolgimento di campagne mediatiche.
E’ in questo quadro che l’Arma dei Carabinieri e il Corpo forestale dello Stato - interessati a un prossimo percorso di accorpamento, mediante l’assorbimento di funzioni e personale del secondo nell’Arma, attraverso criteri e modalità condivise, per la realizzazione di una straordinaria sinergia di competenze e professionalità, capaci di dar vita a un nuovo polo di eccellenza in materia di sicurezza ambientale - hanno promosso una Conferenza internazionale sull’Ambiente, in programma alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, in Roma, a testimonianza del reciproco impegno per la tutela dell’ambiente.
La Conferenza vedrà la partecipazione dei Ministri italiani interessati, di prestigiosi relatori, individuati in alte cariche istituzionali nazionali e dell’UE, nonché rappresentanti di enti governativi stranieri e di organismi internazionali che operano a favore della tutela dell’ambiente - quali CITES, FAO, EUROJUST, EUROPOL, INTERPOL, IPCC, NATO, UNEP, UNODC e WWF - docenti universitari ed esperti di settore di larga fama.
Sarà articolata su 3 panel tematici, incentrati, rispettivamente, su:
-       scenario internazionale di riferimento, nell’ambito del quale saranno descritti, fra l’altro, i rapporti fra etica e ambiente, i modelli di sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici e la protezione della foreste, della fauna e della flora in pericolo;
-       scenario nazionale, nel corso del quale, nella prima fase saranno dibattute - in una Tavola rotonda cui parteciperanno anche i presidenti delle più importanti associazioni ambientaliste italiane - le priorità in materia di tutela ambientale del nostro Paese, mentre nella seconda saranno illustrati - da parlamentari, illustri ricercatori e giuristi - gli strumenti normativi  atti a garantire una sempre più efficace protezione della natura;
-       strategie operative di tutela dell’ambiente e possibili prospettive di sviluppo nell’azione di contrasto ai reati ambientali, la cui trattazione sarà affidata ad alti rappresentanti della magistratura italiana e degli organismi comunitari e internazionali impegnati nel contrasto, a livello globale, dei reati ambientali.

martedì 3 maggio 2016

UNA BELLA GIORNATA AL CENTRO REGIONALE RECUPERO TARTARUGHE!



Il centro regionale di monitoraggio e recupero tartarughe diventa di referenza nazionale. 
Con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il Centro è stato istituito dal ministero della Salute. Un traguardo importante per l’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale della Sicilia che lunedi scorso ha liberato nella caletta di Sant’Erasmo, al Foro Italico, una tartaruga della specie Caretta caretta chiamata Lilo - dal nome della bambina hawaiana del film Walt Disney Lilo & Stitch - dotata, per la prima volta in Sicilia, di un localizzatore satellitare. 
Un sofisticato meccanismo tecnologico prodotto negli Stati Uniti che permetterà, per un anno e mezzo, ai biologi marini di conoscere gli spostamenti delle Carette carette, studiarne i flussi migratori, capire
quali sono le temperature ideali per la loro sopravvivenza e le rotte che preferiscono. 
E' stata una bella giornata.

domenica 1 maggio 2016

CONGRESSO SIAP AD AGRIGENTO

Il 30 aprile alle ore 10 presso la sala ‘Giglia’ della Provincia regionale di Agrigento si è celebrato l’VIII° Congresso provinciale del SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia).
Ha aperto i lavori il segretario provinciale uscente Michele Nocca presentando all’auditorio la sua corposa relazione spunto per il successivo dibattito;  numerosa la partecipazione non soltanto di appartenenti al comparto ma anche di associazioni della società civile impegnate sul territorio.
Numerosi ed autorevoli gli interventi:  il Sen. Giuseppe Marinello, Presidente Commissione Ambiente al Senato; l’On. Angelo Capodicasa; il Questore, dott. Mario Finocchiaro; il dott. Giovanni Giudice, Dirigente Divisione Anticrime; il dott. Andrea Morreale, Dirigente Polizia Stradale; il dott. Valerio Landri, direttore della Caritas. Hanno portato il saluto i segretari provinciali degli altri sindacati di categoria ed i segretari provinciali del SIAP di alcune province siciliane. Ha concluso i lavori il segretario nazionale SIAP, Luigi Lombardo. Numerosi gli auguri di proficui lavori pervenuti tra cui quelli del Cardinale Monsignor Montenegro; quelli del Ministro degli Interni On. Angelino Alfano; e quelli del Presidente della Commissione regionale antimafia, On. Nello Musumeci. Ha presieduto e moderato i lavori la dott. Anna Sciangula.
Numerose le tematiche affrontate sia sul fronte territoriale, sia su quello generale del comparto. Precisa e puntuale l’analisi su più fronti di quelle che sono le esigenze della Polizia di Stato di Agrigento; anche se in sofferenza per carenza di uomini e mezzi, efficiente ed efficace sul territorio nell’affrontare le continue esigenze ed emergenze. Da un punto di vista più generale sono state sottolineate le esigenze di riforma strutturale del comparto sicurezza/difesa, l’esigenza di alcune riforme interne, ma soprattutto quella di riforma del modello contrattuale.
Per quanto attiene ai lavori propriamente congressuali, è stato riconfermato il segretario provinciale generale uscente, Michele Nocca, la cui dirigenza è stata premiata per aver saputo portare avanti un lavoro improntato sul dialogo e sulla concertazione, cosa che ha consentito al Sindacato stesso di affermarsi con autorevolezza anche in provincia di Agrigento, così come lo è a livello nazionale, tra le sigle più rappresentative dei sindacati di Polizia.
Il segretario provinciale Nocca ha formalizzato la sua Segreteria nelle persone di: Maurizio Dell’Arte, Alessandro Volpe, Calogero Zambito, Giuseppe Bennici. Ha nominato componenti del direttivo i delegati al Congresso: Raffaele Castaldo, Giuseppe De Luca, Salvatore Collana, Orazio Giannì, Giuseppe Giannì, Gaetano Garozzo, Giuseppe Amato, Giovanni Fazio, Stefano Rabottini, Salvatore Cammarata, Rosario Ietro, Marco Russo, Salvatore Pira. Sono stati designati altresì i delegati al congresso nazionale e regionale.

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...