venerdì 10 marzo 2017

INTERROGAZIONE SU PROBLEMATICA ALLEVATORI

Premesso che l'Associazione regionale allevatori della Sicilia (Aras) è stata costituita nel 1950 su iniziativa di alcuni consorzi provinciali di allevatori e fino ad oggi ha operato per tutti gli allevatori interessati ai programmi di miglioramento zootecnico della propria azienda;
considerato che, a quanto risulta agli interroganti:
il giudice fallimentare del Tribunale civile di Palermo, su istanza di alcuni lavoratori, ha proceduto a porre in fallimento l'associazione. È l'epilogo di una vertenza aggravata dal ricorso di 6 lavoratori, che reclamavano il pagamento degli stipendi arretrati;
la decisione ha delle conseguenze gravissime, devastanti soprattutto per gli allevatori, in quanto l'Aras fornisce un servizio pubblico, su deleghe dell'Aia (Associazione italiana allevatori), l'organismo nazionale di rappresentanza degli allevatori, che non può assolutamente essere interrotto;
oltre alle pesanti conseguenze occupazionali, la chiusura dell'Aras comporterà la sospensione dei controlli sugli allevamenti, che l'associazione svolgeva per conto dell'Aia. A quest'ultimo ente sono affidati per legge i controlli funzionali per la tenuta dei registri genealogici;
era noto da tempo che l'Aras navigasse in cattive acque, sia a causa del fatto che la Regione ha progressivamente diminuito negli anni il suo contributo economico, sia per colpa di una quasi decennale gestione commissariale, che non ha fatto altro che aggravare e accelerare il collasso organizzativo, finanziario ed amministrativo dell'ente;
una delle soluzioni fattibili per dare stabilità organizzativa all'associazione degli allevatori e serenità ai lavoratori era quella dell'accorpamento "in convenzione" delle funzioni, del personale, delle sedi e delle attrezzature dell'ente con l'Istituto sperimentale zootecnico della Sicilia; soluzione sempre ventilata, ma mai attuata concretamente;
considerato, inoltre, che:
a rischio adesso è l'intero comparto zootecnico dell'isola, in quanto l'Aras svolgeva un servizio essenziale per la certificazione della carne proveniente dagli allevatori, che, in mancanza di tale certificazione, non potrà più essere venduta;
a farne maggiormente le spese sono gli allevatori della provincia di Ragusa, dove si concentra un'ampia fetta della zootecnia siciliana. Già moltissimi di loro sono stati truffati dal fallimento della Ragusa Latte, una cooperativa di 160 aziende zootecniche, che improvvisamente ha registrato in poco tempo pesantissime passività a fronte di una situazione florida sino a qualche anno fa. Adesso devono anche subire il fallimento di un ente la cui direzione non ha fatto altro che dilapidare l'intero patrimonio attraverso assunzioni e spese di gestione alquanto superficiali, tra rimborsi spese, autovetture in leasing, promozioni e aumenti di stipendi ad alcuni dipendenti al fuori dal concerto sindacale e dal contratto nazionale di lavoro;
occorre trovare subito una soluzione per non disperdere la professionalità di questi dipendenti, per i quali va negoziato un ricollocamento in altri enti e istituti regionali, come l'Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia e l'Istituto zooprofilattico sperimentale per la Sicilia;
inoltre, l'Aia dovrebbe immediatamente riprendere su di sé la titolarità dei controlli, così come prevede la legge, e, nel frattempo, verificare se l'Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia e l'Istituto zooprofilattico sperimentale per la Sicilia siano nelle condizioni di assorbire il personale e di esercitare questi controlli, su delega dell'Aia stessa,
si chiede di sapere:
se non sia il caso di sollecitare con tutti i mezzi necessari l'Aia, l'associazione nazionale di riferimento, al fine di presentare un atto di reclamo finalizzato alla sospensione della sentenza del Tribunale fallimentare e di avviare un'interlocuzione con il curatore fallimentare per la ripresa delle attività dei lavoratori;
se non sia il caso, in attesa dei ricorsi giudiziari, di sollecitare l'Aia a riprendere immediatamente su di sé la titolarità dei controlli, così come prevede la legge, per non bloccare completamente le attività del settore;
se non sia il caso di avviare dei tavoli di concertazione, con la Regione Siciliana e gli enti locali maggiormente coinvolti, per verificare se l'Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia e l'Istituto zooprofilattico sperimentale per la Sicilia siano nelle condizioni di assorbire il personale dell'Aras e di esercitare i relativi controlli su delega dell'Aia stessa.

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