mercoledì 8 marzo 2017

INTERVENTO IN DISCUSSIONE GENERALE: MOZIONE SULLA CARTOGRAFIA GEOLOGICA

Signora Presidente, 
la mozione in discussione tratta un tema di strettissima attualità, fondamentale per la messa in sicurezza del nostro Paese.
Lo scorso settembre proprio quest'Assemblea ha approvato la mozione sul progetto Casa Italia, dove si sottolineavano alcuni punti fondamentali che vorrei brevemente rimarcare in questa sede, anche alla luce delle evoluzioni susseguitesi.
L'Assemblea ha impegnato il Governo a definire in tempi rapidi i contenuti e le misure da inserire nel progetto Casa Italia, tenendo in debito conto le proposte e le idee raccolte nel confronto aperto con i principali portatori di interesse del Paese, a partire da un Piano nazionale di prevenzione antisismica fondato su tre fasi: monitoraggio e diagnostica, adozione del fascicolo di fabbricato e della certificazione sismica obbligatoria, nonché pianificazione del fabbisogno pluriennale di risorse pubbliche e private, per dare seguito e continuità nel tempo alle proposte inserite nel progetto.
Mi soffermerei sul Piano nazionale di prevenzione antisismica, argomento che merita lo stesso grado di attenzione riservato a tutte le questioni legate alle catastrofi naturali. Conosciamo il tema della fragilità del nostro territorio. Conseguentemente, il nostro Paese necessita con estrema urgenza di un piano finalmente coerente e strutturato per la prevenzione e la mitigazione del rischio geologico e idrogeologico.
È proprio a tal proposito che si inserisce il tema centrale della mozione a prima firma della senatrice Anitori. Come possiamo fare prevenzione se non conosciamo i fattori di rischio che danno origine ai fenomeni che vogliamo prevenire? Come riusciamo a contrastare a monte i danni degli eventi sismici, evitando che si producano effetti devastanti su popolazioni e città, se ignoriamo le caratteristiche di quel sottosuolo attraverso il quale si propagano le onde sismiche fino alla superficie? In altre parole, le politiche di prevenzione non possono prescindere da un'adeguata conoscenza del nostro territorio, resa ancora più urgente dalle tragedie degli ultimi tempi.
La mozione evidenzia come servano risorse per perseguire due finalità, la prima delle quali è produrre una cartografia geologica moderna con una scala adeguata. Ricordo che l'unica attualmente disponibile è a scala 1:100.000, mentre oggi si lavora quasi universalmente con le piante a scala 1:50.000. Inoltre, in aggiunta alla scala adeguata, occorre che la mappatura copra l'intero territorio nazionale. Eppure, come viene riconosciuto dalla mozione a prima firma della senatrice Antinori, che ripercorre le tappe fondamentali dell'evoluzione della vicenda, nel nostro Paese le intenzioni sono sempre state in linea con l'interesse sopra esposto, ma spesso non si è stati consequenziali.
Oggi - ad esempio - dei 652 fogli geologici a scala 1:50.000 previsti dal progetto coordinato dal Servizio geologico d'Italia e dall'ISPRA, in qualità di organo cartografico dello Stato, ne sono stati realizzati solo 255. Quindi, il 60 per cento del territorio italiano (tra cui parte della dorsale appenninica, l'intera dorsale calabra e tutte le acque territoriali) non è ancora coperto da una cartografia con scala adeguata. Ricordo che si tratta delle aree nelle quali sono situate le sorgenti sismiche di alcuni tra i terremoti più distruttivi della storia d'Italia.
Da questi brevi riferimenti possiamo comprendere come una carta geologica moderna e dettagliata consentirebbe quella conoscenza fisica del territorio fondamentale per inquadrare correttamente quantità e qualità dei dati geofisici raccolti nelle fasi post sisma (quali, ad esempio, la localizzazione dei terremoti e l'entità della deformazione del territorio), per realizzare una banca dati unificata a elevato contenuto informativo e approntare una programmazione territoriale e ambientale nazionale calibrata sulle effettive caratteristiche geofisiche del nostro Paese. Si tratta, in pratica, di una sorta di microzonazione sismica che consentirebbe di caratterizzare il territorio in prospettiva sismica, individuando e delimitando aree a comportamento omogeneo e distinguendo tra zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazione locale e zone soggette a instabilità, quali frane, fratturazioni superficiali e liquefazioni del territorio.
Il tema affrontato oggi è di fondamentale importanza. Credo che il Senato si dovrà esprimere nella maniera più ampia possibile su questi temi e l'impegno del Governo dovrà essere forte e risolutivo non soltanto nel dare un parere favorevole, ma anche nell'individuare le risorse necessarie per consentire al nostro Paese di dotarsi di uno strumento così importante. 

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