giovedì 23 marzo 2017

ONG: LA NUOVA TENDENZA DEI TRAFFICANTI DI UOMINI

Ai Ministri dell'interno e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
il numero dei migranti disposto a rischiare la vita per attraversare il Mediterraneo cresce di anno in anno, ma cala il numero di chiamate di soccorso arrivate alle forze dell'ordine italiane dai telefoni satellitari a bordo delle carrette del mare;
eppure, sin dalle operazioni di "Mare nostrum", i trafficanti avevano capito che il mezzo più semplice per recapitare a destinazione il proprio carico di uomini era metterli in mare su una barca scadente e poi chiedere aiuto alle autorità navali italiane.
 Il rapporto 2017 dell'agenzia europea Frontex fornisce una spiegazione della nuova tendenza: sempre più spesso i trafficanti fanno soccorrere i gommoni dalle navi delle organizzazioni umanitarie che si sono aggiunte a quelle militari nella missione di salvare i migranti. Le operazioni in mare in cui sono coinvolte le navi umanitarie sono cresciute dal 5 al 40 per cento. E nei mesi tra luglio e novembre 2016 gli interventi delle organizzazioni sono stati più numerosi delle chiamate di soccorso dei telefoni satellitari al centro di coordinamento del soccorso marittimo. La chiosa di Frontex su questi dati è durissima: «Così, anche non intenzionalmente, si aiutano i criminali a raggiungere i loro obiettivi a costi minimi, rafforzando il loro modello di business»;
secondo indiscrezioni rivelate dal "Financial Times" nel mese di dicembre, il personale delle navi delle organizzazioni non governative istruisce i migranti a non cooperare con la polizia. Se a questo si aggiunge che le missioni navali, dopo le pesanti critiche a Mare nostrum, hanno adottato una linea più ferma nei confronti dei trafficanti, con centinaia di arresti e imbarcazioni confiscate, si capisce come mai i trafficanti preferiscano rivolgersi ai volontari;
considerato che:
l'azione dei volontari organizzati è sempre più vasta e incisiva: la flotta delle varie organizzazioni, tra cui anche "giganti" della solidarietà come Medici senza frontiere, conta 14 navi e un aereo. E, spiega il rapporto di Frontex, si muove anche all'interno delle acque territoriali libiche e interviene anche senza chiamate di soccorso;
le operazioni umanitarie di salvataggio sono aumentate enormemente nel corso degli anni: appena 1.450 persone salvate nel 2014 a fronte delle 46.796 anime recuperate nel 2016
I trafficanti insomma preferiscono le missioni alle navi militari. La mancanza di coordinamento con le autorità UE e il "vizio" delle organizzazioni non governative di spingersi anche oltre i limiti delle acque territoriali sarebbero un invito ai trafficanti a mettere in mare sempre più barconi, sempre più carichi e con meno benzina. Tanto, sarebbe il ragionamento, poco dopo la partenza i migranti vengono presi in carico dai soccorritori che li portano in Italia. Con l'unico effetto di aumentare i morti in mare;
secondo Frontex, le modalità di azione delle organizzazioni non governative e la fame di denaro dei trafficanti spinge a partire anche in condizioni di mare pericolose e con barche sempre più affollate (la media è salita da 90 a 160 passeggeri per gommone). E i morti in mare sono aumentati a 4.500 nel 2016 dai 3.175 del 2015. 
Al momento non ci sono prove di collusioni vere e proprie tra i trafficanti e le organizzazioni non governative, collusioni difficili da immaginare per le organizzazioni più grandi;
a livello europeo del resto, si è ormai deciso di adottare una linea più restrittiva per tentare di chiudere la rotta libica. Pesano anche i rischi per la sicurezza, visto che alcuni stranieri arrivati come profughi si sono resi responsabili di attentati terroristici in Europa. Anche il Parlamento europeo ha varato nuove norme contro il terrorismo che prevedono di classificare come reati una serie di "atti preparatori" di attentati, tra cui viaggi all'estero per aderire a un gruppo terroristico o ritorno nella UE, reclutamento, favoreggiamento o finanziamento di gruppi terroristici, complicità o tentativo di attacco, incitamento pubblico o l'inneggiamento al terrorismo. Reati già previsti dalle norme italiane, ma non da quelle di altri Paesi europei;
considerato, inoltre, che:
in questo contesto va analizzato il memorandum d'intesa stipulato dall'Italia con Tripoli, con l'appoggio dell'Unione europea. L'accordo prevede che la guardia costiera libica intercetti le imbarcazioni dei migranti, le blocchi e le rimandi indietro, incarcerando i migranti nelle prigioni e nei centri di detenzione libici;
l'accordo prevede finanziamenti da parte dell'Italia che non sono stati quantificati, in cambio di un impegno da parte della Libia che è altrettanto vago;
il memorandum necessiterebbe di un passaggio parlamentare, altrimenti non rispetterebbe l'articolo 80 della Costituzione italiana, che prescrive la ratifica da parte del Parlamento dei trattati internazionali che sono di natura politica e che implicano oneri finanziari da parte dello Stato,
si chiede di sapere:
se non ritengano opportuno valutare l'opportunità di adottare tutte le intese e gli accordi internazionali necessari con i Paesi del Mediterraneo, al fine di evitare eventuali comportamenti non appropriati da parte delle organizzazioni non governative;
se non ritengano necessario adottare tutti gli accordi e gli strumenti normativi necessari per evitare una sovrapposizione dei compiti delle organizzazioni non governative con le missioni internazionali in cui partecipa l'Italia, quali EunavforMed o Frontex;
se non sia opportuno sottoporre le azioni delle organizzazioni non governative al coordinamento del centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo, subordinando all'approvazione del comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto tutti gli interventi e i movimenti delle imbarcazioni delle organizzazioni non governative, qualora il porto di approdo sia in territorio italiano;
se non sia il caso di evitare di sussidiare con finanziamenti pubblici le attività di soccorso delle organizzazioni non governative non autorizzate dal Corpo delle Capitanerie di porto, qualora il porto di approdo sia in territorio italiano,
se non ritengano opportuno avviare un dialogo con le organizzazioni non governative affinché le stesse possano condurre i migranti salvati nei pressi delle coste africane nel porto più vicino e sicuro, evitando in tal modo l'attraversamento del Mediterraneo;
se non ritengano opportuno, per il rispetto del dettato costituzionale, sottoporre alla valutazione del Parlamento il memorandum d'intesa stipulato dall'Italia con la Libia nel presupposto che esso implichi oneri finanziari a carico dello Stato.
Atto n. 4-07188

Pubblicato il 16 marzo 2017, nella seduta n. 787

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