giovedì 14 dicembre 2017

MACRON GUIDA LA BATTAGLIA PER IL CLIMA

Quando, l’estate scorsa, il presidente Donald Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall’intesa sul clima, Macron ha colto l’occasione per prendere la guida dei Paesi più determinati nella lotta al riscaldamento climatico. Ha coniato lo slogan Make Our Planet Great Again (strizzata d’occhio a quello trumpiano) promettendo di rendere il nostro Pianeta — non solo l’America — di nuovo grande, e ha organizzato un vertice nel secondo anniversario degli storici Accordi di Parigi. Se quelli furono il frutto di uno straordinario compromesso globale sotto l’ombrello dell’Onu, lo One Planet Summit di ieri aveva lo scopo di mobilitare chi è pronto ad andare più avanti, verificando allo stesso tempo il rispetto degli impegni presi due anni fa e sottolineando il ruolo di imprese e finanza. «Non andiamo abbastanza in fretta — ha detto Macron — e questo è un dramma. Tra 50 o 60 anni, 5, 10 o 15 dei capi di Stato presenti oggi saranno scomparsi con le loro popolazioni» a causa dell’innalzamento del livello degli oceani. Se le emissioni di sostanze inquinanti continuano a questo ritmo, invece di contenere il riscaldamento a meno di 2 gradi centigradi si rischia di farlo arrivare a 3,5°, con conseguenze catastrofiche.
Il problema è che il passaggio alle energia rinnovabili è molto costoso, anche se rappresenta un’opportunità per molte imprese. L’Agenzia internazionale dell’Energia stima che bisognerà investire nel settore energetico 3500 miliardi di dollari l’anno, per trent’anni, per fermare l’innalzamento della temperatura a 2 gradi. Un’altra stima, dell’iniziativa New Climate Economy, parla di 90 mila miliardi di dollari da mettere nelle energie rinnovabili entro il 2030. Non sarà facile, visto anche l’attenzione relativa dimostrata dai Paesi che più inquinano. Si è molto parlato del ritiro degli Stati Uniti (che ieri erano comunque rappresentati da personalità come John Kerry, Michael Bloomberg, Arnold Schwarzenegger e Bill Gates), ma hanno snobbato lo One Planet Summit anche Paesi come la Cina o l’India, responsabili delle emissioni quanto gli Usa, o come il Canada che pure gode di un’ottima immagine internazionale.
Molti gli annunci, alcuni già detti e riproposti. Tra le novità, il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, ha detto che a partire dal 2019 la sua istituzione non finanzierà più progetti che riguardano la produzione di gas e di petrolio, prendendo una posizione netta di abbandono delle energie fossili. Poi ci sono 12 «Clim’acts », impegni di principio che vanno dalla reazione di fronte agli eventi climatici estremi alle misure in favore dei veicoli elettrici. Quanto ai protagonisti privati, le assicurazioni Axa hanno deciso che non garantiranno più «alcun progetto di costruzione di centrali a carbone né di estrazione di sabbie bituminose», mentre Bill Gates ha promesso che la sua fondazione darà 315 milioni di dollari alla ricerca contro il riscaldamento climatico in agricoltura. Dall’ex capo di Microsoft è arrivato un importante endorsement politico per Macron, che a suo parere «ha ormai preso la leadership mondiale sulla questione del clima».
http://www.corriere.it/esteri/17_dicembre_13/macron-guida-battaglia-il-clima-765da4c4-df7c-11e7-b8cc-37049f602793.shtml?refresh_ce-cp

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